Niente ruggito, solo un miagolio

Domenica pomeriggio (18 settembre) la partita inizia dopo un doveroso minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione nelle Marche. Al Resia C di Bolzano ci si aspettava un ruggito e invece i ragazzi di mister Petrera hanno prodotto il miagolio di un gattino spaventato, che non ha per nulla intimorito i bravi e combattivi giocatori del Celtic.
Proprio mentre Berrettini, Sinner and Co. conducevano l’Italia ai quarti di finale di coppa Davis, l’Excelsor “giocava a Tennis” con il Celtic rimediando un inesorabile 6-0, che non lasciava spazio a nessuna recriminazione. Mai in partita, con una lista infinita di errori gratuiti, la squadra è stata la brutta, anzi la bruttissima copia di quella vista nei primi due incontri di campionato, dove era riuscita comunque ad andare in gol e a produrre bel gioco a sprazzi. E così Il Celtic, a distanza di circa tre mesi si è sportivamente “vendicato” di quel rocambolesco pareggio, subito all’ultima giornata dello scorso campionato, in virtù del quale aveva chiuso il torneo all’ultimo posto proprio dietro all’Excelsior. Ma quel giorno l’Excelsior aveva giocato un “altro calcio”, azzannando ogni pallone con una grinta che questa volta è clamorosamente mancata.
E pensare che qualcuno, un po’ per scaramanzia, aveva cercato conforto nel santo del giorno, tale San Giuseppe da Copertino, famoso per le sue levitazioni. Dunque, forti della sua protezione, i ragazzi si erano forse illusi di poter “volare” palla al piede verso la porta avversaria. Mai tirare per la giacchetta, anzi per la tunica un santo, soprattutto se la squadra avversaria viene dall’oratorio di una parrocchia del quartiere: il santo non può che tifare per lei.
E così invece di volare, la squadra è sprofondata nella palude dell’anticalcio non riuscendo più a riemergere. Una delle poche cose positive è stato, quasi allo scadere, il tiro potente ma troppo centrale del veterano Cappelletti, che ormai da anni (sono più di 15 con l’Excelsior), dopo aver segnato già su rigore, insegue il suo primo gol su azione. Dice che il giorno che riuscirà a realizzarlo, appenderà le scarpette al chiodo, ma nessuno ci crede (che smetterà di giocare o che riuscirà a segnare?). D’ora in poi seguiremo anche le gesta di questo attaccante a cui manca il gol, ma non certo il buonumore. E l’Excelsior? Ormai in questi 20 anni si è capito che questa squadra si piega ma non si spezza mai e dunque guarda già fiduciosa alla prossima partita. In fondo, che si vinca o che si perda, migliorare si può sempre.