“Sì alle funivie, ma non tutte”

“La capitale boliviana La Paz ne ha già una, Medellín in Colombia anche e a Parigi è prevista: una funivia come parte della rete di trasporto pubblico”. Parte dagli esempi internazionali il Dachverbands für Natur- und Umweltschutz, la Federazione dei Protezionisti Sudtirolesi, per fare il punto su una questione: possiamo considerare le funivie una chiave per la protezione del clima, per una mobilità dolce e socialmente accettabile? “Oggi ci sono una dozzina di progetti funiviari in Alto Adige – non sempre a beneficio dell'ambiente e di solito a caro prezzo per il settore pubblico” è la prima considerazione dei Protezionisti, che chiedono alla politica dell’Alto Adige “una valutazione degli effetti sul clima”. Il Sudtirolo è la terra degli impianti di risalita: "I 360 impianti di risalita che esistono oggi possono trasportare più persone all'ora di quante ne vivano in Alto Adige. La maggior parte delle funivie porta le persone in montagna per escursioni o per sciare".
Promuovere l'interesse generale
“Il gran numero di progetti esistenti e di studi di fattibilità dimostra che la costruzione di impianti di trasporto a fune è un settore economicamente fiorente. Ciò anche grazie al generoso sostegno della Provincia nei confronti degli investitori privati” sostiene il Dachverband. “Al costruttore della cabinovia tra Tires e Malga Frommer – progetto attualmente sospeso a causa della mancanza di una autorizzazione – è stato concesso un contributo del 75 per cento dei costi. Tuttavia, l'importo dei contributi non dipende dalla compatibilità ambientale dei progetti e nemmeno dal fatto che abbiano o meno conseguenze sul clima. La Federazione Protezionisti Sudtirolesi invita pertanto “la Giunta provinciale a rivedere i criteri per la promozione degli impianti di trasporto a fune: i fondi pubblici dovrebbero essere stanziati se gli impianti di risalita contribuiscono a una mobilità dolce e socialmente accettabile e determinano una coerente riduzione delle emissioni di CO2 dannose per il clima”. Se questo non si verifica – come per la maggior parte dei progetti esistenti, sottolineano gli ambientalisti – “allora i costi dovranno essere interamente sostenuti dall’investitore. Il denaro dei contribuenti deve solo promuovere l'interesse generale”.
Attualmente, ricorda la Federazione ambientalista, sono stati resi pubblici quattro progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale: Il rinnovo dell'impianto di risalita Seenock nel comprensorio sciistico di Speikboden a Campo Tures; il rinnovo del Sonnenlift in Valle Aurina; il trasloco dell'impianto di risalita Monte Pana in Val Gardena e il nuovo impianto di risalita al Gitschberg, nel comune di Rio di Pusteria. Su questo’ultimo pende un ricorso del Dachverband e dell'Alpenverein dinanzi al Consiglio di Stato.
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