ur-klang, numero zero
L'improvvisazione nella musica è un campo amato da alcuni, evitato da altri. Ci sono generi musicali dove la improvvisazione praticamente non esiste e ci sono generi musicali dove l'improvvisazione ha un ruolo essenziale. ur-klang è un progetto che si dedica alla musica improvvisata e che verrà presentato questo sabato a Merano, al Centro per la Cultura, con un "numero zero".
Nella descrizione di questo progetto si legge: "La sfida è quella di mettere su un palcoscenico musicisti provenienti da stili e formazioni musicali differenti e lontane, quindi apparentemente inconciliabili e chiedere loro di improvvisare. Il linguaggio è parte essenziale del progetto, nel senso che le modalità di comunicazione si basano su codici espressivi noti e praticabili. ur-klang si pone l’obiettivo di verificare se questa inconciliabilità (sul piano musicale) sia inevitabile. Il tutto in presa diretta, con musicisti che, non essendosi mai avvicinati tra loro, accettano di produrre musica davanti ad un pubblico."
Cinque domande al direttore artistico Max Carbone.
salto.music: Nella descrizione del progetto si legge di una certa riservatezza del pubblico verso la musica improvvisata. Una spiegazione per questa riservatezza potrebbe essere una certa mancanza di “definizione del messaggio” nella musica improvvisata. Concordi?
Max Carbone: Normalmente le società organizzate tendono all’ordine e vivono di regole; nelle arti c’è un margine di libertà. La musica improvvisata sfugge a questo imperativo e stabilisce connessioni nuove, garantisce un’esperienza diversa. Certo, questa pratica rappresenta e si rivolge ad una nicchia, ma è come avere a che fare con un laboratorio di sperimentazione dove, spesso, i risultati raggiunti apportano i loro benefici a tutta la società. Diciamo che la musica improvvisata non ammette un ascolto passivo, e, come dici tu, il messaggio lo deve interpretare chi ne fruisce.
Incompatibilità ed equivoci stanno nel gioco, è anche questo l’aspetto che mi interessa.
salto.music: Nel progetto viene sottolineato l’importanza del dialogo tra i musicisti mentre suoneranno insieme per la prima volta. Ciò significa che dovranno capire la “lingua musicale” degli altri. Avete pensato alla possibilità di incompatibilità o di equivoci?
Max Carbone: In realtà, ur-klang è costituito da due elementi strettamente connessi tra di loro, il linguaggio verbale e quello musicale. I musicisti non faranno alcuna prova d’insieme prima della performance, ma potranno solo tentare di costruire una relazione tra di loro, quindi progettare la performance, solo dialogando. Con gli strumenti, per così dire a freddo, proseguiranno il dialogo in una zona di comfort, a loro abituale, ovvero la forma concerto. Incompatibilità ed equivoci stanno nel gioco, è anche questo l’aspetto che mi interessa.
salto.music: I titolo per questo progetto – ur-klang – potrebbe essere letto anche come un accenno che all’inizio della musica, cioè che c’è stata prima l’improvvisazione e non la canzone...
Max Carbone: ur-klang riporta alla radice, a qualcosa di primigenio e originario. È un suono che si genera da lontano; nasce improvvisamente, attraverso una volontà di dialogo e genera un’estetica inedita, unica, che dura solo il tempo della performance. In realtà, quello che cercavo è capire se e come la cosiddetta accademia – ricordo che i musicisti coinvolti sono tutti, bene o male, provenienti da studi accademici – entra nel territorio dell’aleatorietà e ne sposa una pratica. Diciamo fuori dal pentagramma.
salto.music: Come avete scelto i musicisti per la prima serata e come verranno scelte poi le formazioni?
Max Carbone: ur-klang è un progetto composito; questa prima esibizione rappresenta un numero zero. I musicisti li ho scelti io, questa volta. In verità il format prevede un’estrazione a sorte su una base di 10, 15 musicisti. Questo quartetto – Spinosa, Fera, Martino, Borges – rappresenta una sorta di nucleo sperimentale che fornirà dati importanti per l’edizione prossima, spero già in autunno. Ricordo che progetti simili ve ne sono stati e ve ne sono; personalmente mi ispiro alle Company Weeks di Derek Bailey degli anni 90, all’esperienza nuovayorkese di Roulette, ma anche al festival AngelicA di Napoli.
salto.music: Sei il direttore artistico del progetto ma sei anche musicista/bassista con esperienza di improvvisazione. Potresti darci un update sul tuo gruppo thecomfortzone?
Max Carbone: Di sicuro thecomfortzone ha rappresentato un decennio di sperimentazione e costruzione di una fitta relazione con moltissimi musicisti, sia locali e non. È da questo nucleo esperienziale che ho estratto ur-klang. Mentre i miei compagni di viaggio non sono professionisti e la pratica dell’improvvisazione rappresenta motivo di conoscenza, costruzione di relazioni e pure divertimento, la declinazione progettuale attraverso professionisti apre uno scenario interessante, anche e soprattutto perché questo succede in Alto Adige/Südtirol. Siamo abituati al confine e a costruire rapporti che superino le barriere sia linguistiche sia culturali. ur-klang nasce anche per questo.
La prima edizione di ur-klang avrà luogo questo sabato 22 aprile, a Merano, al Centro per la Cultura. Alle ore 18 si terrà la presentazione del progetto seguito dal concerto di Marcello Fera (violino), Sofia Borges (percussioni), Rosella Spinosa (pianoforte) e Pierpaolo Martino (contrabbasso). L'ingresso è libero.
Links:
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1255654638368822
Teatro Pratiko: https://www.teatropratiko.com/events/ur-klang
Centro per la Cultura, Merano: https://www.mairania857.org/centro-per-la-cultura/
thecomfortzone: https://www.thecomfortzone.studio/