Società | Disparità di genere

Violenza, +27% di richieste d'aiuto

Crescono le chiamate ai centri antiviolenza: +44% gli interventi erogati e 760 donne assistite, la maggior parte per la prima volta. Più diffusi gli abusi psicologici.
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Foto: Seehauserfoto
  • In Alto Adige due donne al giorno si rivolgono ai centri antiviolenza. Lo rivela l’ultimo report dell’Istituto Provinciale di Statistica (ASTAT), che ha registrato un significativo aumento delle richieste di aiuto nel 2023. I dati del report ASTAT dipingono un quadro chiaro: la violenza di genere è tutt’altro che un’emergenza in Alto Adige, ma piuttosto un fenomeno ben radicato e trasversale. Aumentano le richieste di aiuto, ma anche la capacità di risposta delle strutture dedicate. La sfida, tuttavia, resta quella di prevenire questi fenomeni e garantire alle vittime un percorso sicuro verso l’autonomia e l’autodeterminazione.

    Sono state 760 le donne che hanno chiesto supporto ai quattro centri attivi sul territorio, con un incremento del 27% rispetto al 2022 e del 30% rispetto al 2021. Di queste, 509 si sono rivolte per la prima volta a queste strutture, mentre 251 avevano già avuto contatti in passato. La maggior parte delle richieste riguarda casi di violenza psicologica (88%), seguiti da violenza fisica (63%). In aumento le segnalazioni di violenze sessuali, che coinvolgono il 22% delle vittime, mentre la violenza economica registra un calo. I casi di stalking, invece, si mantengono stabili al 13%.
     

    Nell’87% dei casi l’autore di violenza è il partner o l’ex partner
     

    A rivolgersi ai centri antiviolenza sono prevalentemente donne tra i 30 e i 49 anni (56%), seguite da quelle tra i 20 e i 29 anni (24%). Le donne molto giovani (sotto i 19 anni) rappresentano solo il 3% (dato in calo rispetto al 2022), così come le donne tra i 50 e i 59 anni (passate dal 12% al 9%), mentre appena l’8% delle donne che contattano i centri anti violenza ha più di 60 anni. Gli autori delle violenze sono principalmente partner (57%) o ex-partner (25%). Nel restante 18% dei casi, gli autori sono altri familiari, conoscenti o persone esterne alla sfera affettiva. In ben il 75% dei casi, vittima e autore condividono la stessa nazionalità, con una prevalenza di autori italiani (52%).

  • Foto: ASTAT
  • Quasi raddoppiate le prestazioni dei CAV

    Nel 2023, i centri antiviolenza e le strutture residenziali hanno erogato 7.656 prestazioni, un aumento del 44% rispetto al 2022. Di queste, il 50% riguarda consulenze telefoniche e il 41% incontri di consulenza diretta presso le sedi. Molto richiesti sono stati anche il supporto per la redazione di documenti (841 richieste) e le informazioni legali (370 richieste). Le cittadine italiane rappresentano la maggioranza delle donne assistite nei centri antiviolenza (64%), mentre sono prevalentemente straniere (61%) le donne accolte nelle strutture protette. Questo, spiega il report, può dipendere dal fatto che spesso la donna proveniente dall’estero non dispone di una rete parentale e amicale in grado di sostenerla.

    Nel 2023, le strutture protette e, in caso di emergenza, gli alberghi hanno accolto 160 donne e 152 minori. Tra questi, 100 donne sono state ospitate in situazioni di emergenza (contro 75 del 2022) e 60 con accoglienze programmate. Le strutture protette offrono 38 alloggi a indirizzo segreto, accessibili 24 ore su 24, per garantire sicurezza e protezione. La durata media della permanenza varia da pochi giorni a oltre un anno, con un limite massimo prorogabile di 180 giorni. Nel 2023 è aumentato anche il numero di figli minori accolti, sia in emergenza (83 nel 2023 e 66 nel 2022) che con le accoglienze programmate (69 a 56).

  • Il progetto Erika

    Il progetto Erika, attivo dal 2015, ha offerto accesso prioritario ai pronto soccorso ospedalieri a 37 donne, 11 in più rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato possibile grazie a un protocollo d’intesa tra il sistema sanitario, le forze dell’ordine e i centri antiviolenza.

    Il numero verde di pubblica utilità per il sostegno alle vittime di violenza e stalking è il 1522. 

    Foto: ASP
  • Nel 2023, tra le donne dimesse dalle strutture protette, il 30% è stato trasferito in altre strutture socio-abitative, mentre il 20% ha trovato accoglienza presso parenti o conoscenti. Un dato particolarmente significativo è la diminuzione delle donne che sono tornate a convivere con l’autore della violenza: questa percentuale è scesa al 18%, rispetto al 33% registrato nel 2022. Questo risultato è stato possibile grazie all’intensificazione dei contatti e delle collaborazioni tra i diversi nodi della rete antiviolenza.