Cultura | Teatro Cristallo

“La casa nova” di Goldoni

Dopo “Le baruffe chiozzotte” della scorsa stagione, il Teatro Stabile del Veneto torna al Cristallo con un altro grande classico di Carlo Goldoni.
Avvertenza: Questo contributo è un messaggio promozionale e non rispecchia necessariamente l'opinione della redazione di SALTO.
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Foto: ©Emiliani

“La casa nova” è una commedia d’ambiente in cui lo spazio poetico è occupato innanzitutto dalla vivacità dei dialoghi. Il regista dello spettacolo, Giuseppe Emiliani, definisce “i personaggi straordinarie creazioni linguistiche e la struttura drammaturgica è caratterizzata da un continuo crescendo, da un ritmo sempre più incalzante fino a diventare vertiginoso”.

 

Protagonisti della storia sono Anzoletto e Cecilia, novelli sposi alle prese con un oneroso trasloco. Cecilia è capricciosa, arrivista, amante dell'eleganza e del lusso. Anzoletto è debole, incapace di opporsi alle pretese della consorte. Le vicende della casa sono spiate con esplosiva curiosità dalla "serva" Lucietta e guardate con ostilità dalla sorella di lui Meneghina, a sua volta ansiosa d'una decorosa sistemazione con il suo amato Lorenzino, mentre garruli scrocconi e nobili spiantati danno inutili consigli su come arredare la casa, alla cui sistemazione si adoperano con laboriosa applicazione il capomastro Sgualdo e i suoi uomini. Dal piano superiore, osservano e spiano la vicenda Checca e Rosina, due sorelle curiose e pettegole, dalla condotta saldamente ancorata ai principî della buona borghesia, ma quasi inconsapevolmente affascinate dalla stessa voglia di cambiare. Sarà la sagacia della prima a sciogliere ogni intreccio, procurando l'intervento decisivo di Cristofolo, il parente ricco dai sani principi, che con la sua saggia laboriosità s'è costruito una fortuna. Sarà lui a pagare i debiti del nipote e a convincere i due sposi ad abbandonare la nuova casa, troppo grande e costosa per le loro finanze. Ma sarà lieto fine? O continuerà senza mai soste quella corsa frenetica e confusa?

 

Goldoni scrisse questo testo, a detta di molti un capolavoro,  in soli tre giorni,  Questa commedia, rappresentata nell’autunno del 1760, piacque non solo al pubblico e alla critica (Gasparo Gozzi ne parlò con entusiasmo nella “Gazzetta Veneta”) ma anche all’autore: “Credo che mi sia lecito di preferirla a molt’altre, e di collocarla nel numero delle mie dilette”.

 

Come sottolinea Emiliani: “I temi de “La casa nova” sono quelli della dissipazione, dell’interesse, dell’ipocrisia sociale, della crisi economica e si fondono con l’orgoglio fatuo di una borghesia che ha perso ogni autocontrollo e dirittura morale. Una borghesia ormai schiava della cultura dell’apparire, smaniosa di ostentare finte ricchezze, in preda a un’ossessiva febbre del possesso e ormai dominata da una effimera follia”.