"Soffocati dalla burocrazia provinciale"

"La Riforma del Terzo Settore è una prova di resistenza per l’associazionismo. D’altro canto, è anche un'opportunità di fare il possibile per mantenere viva la serenità e la gioia di impegnarsi nelle associazioni. Dopo tutto, molta burocrazia non è prodotta solo a Roma, ma è ‘fatta in casa’ anche in Alto Adige". L'analisi, molto schietta e lucida, è della Federazione del Sociale e della Sanità. "Gli uffici provinciali, i Comuni e altri enti finanziatori non facilitano di certo le associazioni", sostiene la Federazione.
Le prossime scadenze per il nuovo RUNTS - Registro Unico Nazionale del Terzo Settore stanno causando problemi anche alle associazioni attive in ambito sociale e sanitario. "Le molte notifiche e requisiti che ora devono essere soddisfatti guastano la buona volontà anche dei loro responsabili più impegnati". "Troppi regolamenti. Troppe cose che rischiano di essere sbagliate o fatte male. Troppa amministrazione, quando invece il lavoro diretto per le persone e le loro richieste dovrebbe stare per noi in primo piano", dice Wolfgang Obwexer, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità: "Tuttavia, l'introduzione del Registro delle associazioni è già previsto da 5 anni. La politica, le autorità e anche le associazioni avrebbero potuto creare premesse migliori. Le semplificazioni potrebbero essere fatte comunque in modo completamente diverso, perché molta burocrazia non è solo prodotta a Roma, ma è nata qui.
Le semplificazioni potrebbero essere fatte comunque in modo completamente diverso, perché molta burocrazia non è solo prodotta a Roma, ma è nata qui.
“È un dato di fatto che fino ad oggi ogni ufficio provinciale ha sviluppato una propria procedura per la richiesta di contributi e regola la procedura con diverse scadenze, moduli e modalità contabili. Se fai domanda a tre uffici per programmi diversi, devi studiare bene e soddisfare differenti requisiti per ogni ufficio. Per esempio, le rendicontazioni annuali sono da presentare ogni volta in una sezione diversa - uno sforzo enorme e completamente superfluo. I Comuni non sono da meno e a volte hanno ideato in modo molto creativo le loro regole di contribuzione. E poi, se le associazioni sono attive in diversi Comuni, ci sono anche registri locali delle associazioni, per i quali la registrazione deve di nuovo avvenire in forme diverse. Anche il mecenatismo non sempre rende le cose facili: si danno soldi, ma si chiedono in cambio contratti di pubblicità e sponsorizzazione, cosa che a loro volta sono finora vietati alle associazioni impegnate su base volontaria, perché vengono interpretati come attività commerciale e quindi appartenenti a categoria diversa secondo la normativa fiscale.
"Molto prima della Riforma del Terzo Settore, abbiamo spesso sottolineato gli oneri che pesano sulla vita delle associazioni e abbiamo cercato soluzioni per mantenere gestibile il loro carico di lavoro", spiega il direttore della Federazione Georg Leimstädtner. "Per esempio, una semplificazione sostenibile delle domande di contributo e delle rendicontazioni, una rigorosa uniformazione della materia per tutti gli enti pubblici. Alleggerimenti per le associazioni più piccole attraverso la fornitura di servizi specializzati per la contabilità e il lavoro amministrativo - come la Federazione fa già per molte organizzazioni associate - e garanzie a livello provinciale per la tutela assicurativa generale per i volontari, regolata e trattata dall’amministrazione pubblica". Il Consiglio Direttivo della Federazione hacomunque rilevato nella sua recente riunione che la linea della Riforma del Terzo Settore, che include il RUNTS, porta anche cose buone: conferisce agli enti del Terzo Settore un riconoscimento del tutto nuovo, differenzia abbastanza bene le piccole e le grandi organizzazioni per quanto riguarda gli obblighi, tutela il volontariato, vincola gli enti pubblici a negoziare con le organizzazioni non profit su un piano di parità nelle questioni di programmazione e realizzazione di servizi, e mostra così la via d'uscita da un atteggiamento supplicante in cui quasi tutte le associazioni devono ancora oggi sperimentarsi nei confronti delle autorità pubblichi.
La Riforma obbliga anche alla trasparenza e al processo decisionale democratico, cosa che purtroppo non è ancora scontata ovunque
Secondo la federazione, "la Riforma obbliga anche alla trasparenza e al processo decisionale democratico, cosa che purtroppo non è ancora scontata ovunque, ed è spesso legata alla storia dell'associazione e alla personalità dei suoi pionieri". La Riforma del Terzo Settore è quindi vista dalla Federazione come una prova limite per l’associazionismo, dove soprattutto le associazioni più piccole hanno bisogno - e dovrebbero ammetterlo – di un'assistenza professionale ancora più mirata e possibilmente a basso costo. "Ma è anche un'opportunità e un compito per la Provincia, i Comuni e le Federazioni mettere mano finalmente a ciò che è ‘fatto in casa e di impegnarsi al massimo per mantenere viva la serenità e la gioia di fare delle associazioni, per preservare il senso di comunità in Alto Adige al massimo livello come un bene prezioso per tutta la cittadinanza", così la Federazione per il Sociale.
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