Politica | La manifestazione

“Non si può morire di scuola-lavoro”

Anche a Bolzano si scende in piazza per Lorenzo Parelli, il diciottenne di Udine ucciso l’ultimo giorno di stage schiacciato da una trave d’acciaio.
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Foto: Fgci

“Un sistema marcio, che insegna a milioni di giovani che è normale lavorare gratis senza diritti e sicurezza, per abituarli a un futuro di sfruttamento e miseria”. Queste le motivazioni con le quali oggi, 28 gennaio, studentesse e studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per protestare in seguito alla morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne di Udine ucciso l’ultimo giorno di stage da una trave d’acciaio nell’officina in cui stava svolgendo il percorso di tirocinio previsto dalla scuola professionale che frequentava.  Anche a Bolzano questa mattina un gruppo di giovani ha srotolato alcuni striscioni in Piazza del Grano con lo slogan “Di scuola lavoro non si può morire” e “Lorenzo Vive”. Nel caso specifico va ricordato che non si tratta della settimana di alternanza scuola lavoro istituita nel 2015 ma di un tirocinio previsto dall'offerta formativa della scuola professionale che il giovane frequentava.

 

“In questi anni si sono già verificati gravi incidenti che hanno coinvolto studenti in stage PCTO, ma non è stata presa alcuna misura che tutelasse la loro sicurezza o che mettesse in discussione il sistema dell’alternanza scuola-lavoro - scrivono gli organizzatori in un comunicato stampa -. Non si può morire a 18 anni lavorando gratis dentro un’officina. Oggi i ministri del Governo Draghi piangono lacrime di coccodrillo, mentre stanziano altri miliardi per finanziare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro con il PNRR. Tutte le forze politiche che hanno sostenuto e votato la riforma Buona Scuola hanno pesanti responsabilità su questa situazione. Invitiamo tutti gli studenti e i lavoratori a continuare questa lotta, perché c’è in gioco la nostra vita e il nostro futuro. La morte di Lorenzo - conclude la nota -  non passerà sotto silenzio”. 

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