Cronaca | Edilizia sociale

“Non ci sono ghetti all’Ipes”

“Solo alcuni edifici problematici, a Bressanone, Bolzano, Merano, e ci sono rinunce” ammette Deeg. “Ma la richiesta di un alloggio resta alta: 5.000 domande l’anno”.
Ipes, Wobi
Foto: Ipes-Wobi

Nessun ghetto negli appartamenti dell’edilizia sociale altoatesina. “Solo alcuni edifici più problematici di altri”, ubicati nel capoluogo, a Bressanone oppure a Sinigo (Merano). È quanto chiarisce l’assessora provinciale alle politiche sociali Waltraud Deeg (nella foto in alto durante la consegna a maggio di dieci alloggi in via Cagliari) nei confronti di Ulli Mair dei Freiheitlichen, che in consiglio aveva chiesto chiarimenti su alcune dichiarazioni di cittadini circa la situazione nei complessi residenziali Ipes-Wobi in provincia di Bolzano. 

Non è vero, precisa Palazzo Widmann, che “la gente non vuole più entrare” in determinati palazzi. Deeg ammette tuttavia il disagio manifestato da alcuni inquilini che l’hanno espresso direttamente alle sedi dell’istituto. L’affermazione, precisa l’assessora, secondo cui “in alcune parti della città abbiamo già situazioni di crisi in cui la gente, non vuole più entrare” non si baserebbe “su problemi concreti e gravi”. “Ma piuttosto - continua - sulla percezione e sulle dichiarazioni di alcuni cittadini che sono venuti all’istituto ed hanno espresso il loro disagio in questo senso”.

Non è vero, precisa Palazzo Widmann, che “la gente non vuole più entrare” in determinati palazzi. Ci sono tuttavia alcune situazioni più difficili di altre, a Bolzano, Bressanone e Merano (Waltraud Deeg)

In generale, prosegue, “ci sono alcuni palazzi più difficili di altri, come l’edificio di via Wolkenstein a Bressanone, quello di viale Europa a Bolzano e in via Damiano Chiesa a Sinigo, nel comune di Merano”. 

 

 

Tali indirizzi insomma non godrebbero di una buona fama tra gli assegnatari degli alloggi pubblici: una voce che avrebbe portato una parte di cittadini perfino a rinunciare all’affidamento. Sempre stando a quanto riporta Deeg: “Lì, i quartieri sono percepiti come più problematici che in altri edifici e vi sono richieste di scambio di alloggi in altri edifici e, occasionalmente, anche rinunce all’assegnazione. Come avviene anche negli edifici residenziali privati - prosegue cercando di non puntare troppo il dito contro l’edilizia sociale -, ci sono situazioni di conflitto e problemi tra coinquilini negli edifici Wobi, ma è per questo che non si può parlare di ghetti”. Inoltre, aggiunge, all’assessorato “non risultano appartamenti vuoi proprio per questo motivo”. 

In alcuni casi si verificano richieste di scambio alloggio o di rinuncia. Ma i conflitti avvengono anche nei condomini privati e quindi non si può parlare di ghetti. In ogni caso i cittadini vogliono un alloggio Ipes: abbiamo 5.000 richieste annue

La titolare delle deleghe sociali della giunta Kompatscher difende comunque l’attrattiva per la popolazione altoatesina dell’offerta dell’edilizia pubblica. “In ogni caso - conclude -, i cittadini vogliono trasferirsi nei nostri appartamenti e questo è confermato dalla presentazione annuale di circa 5.000 richieste di assegnazione”.

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