Società | Chiesa cattolica

Di abusi, chiesa e tabù

Violenze: don Ugolini della Diocesi di Bolzano-Bressanone chiede di non abbassare la guardia, "il racconto di esperienze dolorose non sia taciuto".
Chiesa
Foto: upi

Si torna a parlare di abusi all’interno della Chiesa cattolica. Un tabù che si punta a infrangere promuovendo una cultura dell’attenzione e della responsabilità, afferma don Gottfried Ugolini, responsabile del servizio specialistico attivato nella Diocesi di Bolzano-Bressanone. Lo sportello per la tutela e la prevenzione dei minori da abusi sessuali e altre forme di violenza, con un difensore civico indipendente per tutti i casi di abuso in ambienti ecclesiali, è stato istituito nel 2010. E da quell'anno fino al 2017 sono stati segnalati complessivamente 50 casi di abusi, conferma Maria Sparber, dal 1° gennaio referente per lo Sportello diocesano, mentre sul 2018 non si hanno invece ancora dati certi.

Le persone non devono più essere lasciate sole nella loro sofferenza e nessuno deve essere messo in pericolo - sottolinea don Ugolini -. Il nostro obiettivo è di favorire il racconto di esperienze dolorose avvenute in passato, le cui conseguenze si ripercuotono ancora oggi sulla vita delle persone. Esperienze, queste, che devono essere raccontate, prese sul serio e rielaborate, affinché almeno le ferite possano cicatrizzarsi e guarire. Una cultura che, guardando al presente e al futuro, crei e garantisca tutti i presupposti necessari affinché l’abuso sessuale e altre forme di violenza si possano prevenire o possano essere scoperte prima possibile. Questo richiede l’impegno e una stretta collaborazione da parte di tutti, in tutti i settori e le realtà della Diocesi”.

Ugolini ricorda che tramite lo Sportello è possibile fissare un colloquio personale in un luogo adatto e in un ambiente protetto, dato che la referente è vincolata alla riservatezza. E la consulenza è gratuita. “Per infrangere il tabù abbiamo bisogno di mantenere vivo il dibattito su temi come vicinanza-distanza, potere-impotenza, sessualità-affetto, violenza-protezione”, spiega infine Ugolini invitando tutti gli uffici della Diocesi, le organizzazioni e le strutture ecclesiali, i sacerdoti, i diaconi permanenti, gli insegnanti di religione e quanti operano nella pastorale parrocchiale a non abbassare la guardia e ad affrontare anche queste tematiche durante le riunioni di lavoro.