Traffico sui passi, ancora molto da fare

Nei giorni scorsi l’Assessore alla mobilità Daniel Alfreider ha ricevuto una delegazione di numerose associazioni associazioni ambientaliste altoatesine di tutti e tre i gruppi linguistici (AVS, CAI, Lia da Mont, Dachverband für Umweltschutz, Heimatpflegeverband, Mountain Wilderness, WWF, Lia per Natura y Usanzes, Italia Nostra e Nosc Cunfin) che chiedevano soluzioni efficaci e controlli severi sul traffico, azioni che nonostante le promesse sono ancora lontane dall’essere applicate.
Già nel lontano 2005 l'AVS, il CAI e la SAT (Società Alpinisti Tridentini) avevano sollecitato l'allora presidente Durnwalder e i sindaci dei comuni ladini affinché implementassero soluzioni volte a ridurre il traffico sui passi dolomitici, istituendo per esempio durante i mesi estivi un divieto alla circolazione dalle 9 alle 15, valido per tutto il traffico eccetto quello dei residenti, dei trasferimenti lavorativi e del trasporto pubblico.
Sebbene le associazioni accolgano con favore l’impegno di intensificare per la prossima stagione i controlli della velocità e del rumore sulle strade dei passi, così con il piano dell’assessorato (Low Emission Zone) di puntare sulla mobilità elettrica, sottolineano che è il trasporto pubblico a dover essere potenziato maggiormente in quanto l’utilizzo di automobili elettriche restano comunque una modalità di trasporto individuale, quando la vera sfida per il futuro è di liberare le Dolomiti dal traffico veicolare.
Per anni, la politica locale si è opposta alle misure di riduzione del traffico sulle strade delle Dolomiti e purtroppo senza alcun argomento convincente
Le organizzazioni parlano al contempo di fumata nera nel breve termine in quanto fino a che il progetto “Dolomiti zona ad emissioni ridotte” non verrà attuato e il trasporto pubblico potenziato sono necessari i divieti di circolazione temporanei, già ripetutamente discussi negli anni scorsi. Tali proposte sono state avanzate ripetutamente e potrebbero venire facilmente attuate tuttavia non sono mai state accolte dalla Provincia “così come non sono mai state intraprese altre azioni concrete”, denunciano le associazioni. L’unica eccezione è stata rappresentata dal progetto pilota del Passo Sella con la chiusura temporanea della strada per 8 mercoledì in luglio e agosto 2017, non sono state intraprese altre azioni concrete.
L’intensità del traffico ha raggiunto livelli oramai insopportabili e inficia sia la qualità della vita dei residenti, che l’esperienza degli ospiti e dei turisti
“Per anni, la politica locale si è opposta alle misure di riduzione del traffico sulle strade delle Dolomiti e purtroppo senza alcun argomento convincente – scrivono in un comunicato -. Le ragioni addotte per la mancata attuazione delle misure sono state la responsabilità dello Stato sulla regolamentazione del traffico stradale, la mancanza di coordinamento tra le province e le regioni e la mancanza di personale per le attività di controllo. La legge n. 156 del 09.11.2021 introduce importanti modifiche al Codice della Strada. In particolare – spiegano gli ambientalisti - il nuovo art. 1 introduce il concetto che la sicurezza e la tutela della salute delle persone nonché la protezione dell'ambiente, nella circolazione stradale, rientrano tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato. Inoltre, all’art. 6 viene introdotta la possibilità di limitare il traffico sulle strade che attraversano i siti inseriti nella lista UNESCO. Entrambi i provvedimenti concretizzano ciò che le associazioni ambientaliste chiedono da tempo: azioni concrete piuttosto che nuove promesse. Le associazioni chiedono quindi alla politica di impegnarsi senza ulteriori indugi per ridurre il traffico sulle strade dei passi e di predisporre un calendario di azioni concrete a partire già dalla prossima estate. L’intensità del traffico – concludono - ha raggiunto livelli oramai insopportabili e inficia sia la qualità della vita dei residenti, che l’esperienza degli ospiti e dei turisti”.
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