Politics | DIRITTI

"Votare in carcere"

La richiesta di Fabio Valcanover, candidato di +Europa, ai direttori di Trento e Bolzano. "Occorre muoversi in tempo per far avere i certificati elettorali ai detenuti".
Carcere
Foto: Salto.bz

Permettere ai detenuti che godono dei diritti politici di votare in carcere. Lo chiede con forza Fabio Valcanover, avvocato del foro di Trento nonché esponente storico dei Radicali e candidato nella lista +Europa nel proporzionale regionale per la Camera alle politiche del 4 marzo. "Per rendere davvero concreto l’esercizio del diritto di voto occorre muoversi subito, avviando le pratiche per far avere in tempo i certificati elettorali" dice rivolgendo il messaggio ai direttori delle case circondariali di Bolzano e Trento, rispettivamente Anna Rita Nuzzaci e Valerio Pappalardo.

"Anche nei luoghi di detenzione – ragiona l’esponente dei Radicali in una nota – deve essere possibile esercitare il diritto di voto. Chiedo che l’amministrazione penitenziaria ed i direttori della casa circondariale di Trento (Valerio Pappalardo) e della casa circondariale di Bolzano (Anna Rita Nuzzaci) avviino le pratiche per permettere a chi ne ha il diritto (cittadini italiani in possesso di diritti politici ) di votare. Per fare questo occorre permettere che pervengano nelle due case circondariali i certificati di iscrizione alle liste elettorali e che sia istituito un seggio “volante” all’interno delle stesse. Confido nella buona volontà di ministero, dipartimento amministrazione penitenziaria, provveditorato alle carceri e direttori".

Con un post scriptum: "Anche il personale della polizia penitenziaria DEVE, in caso di impossibilità a recarsi nel luogo di residenza, essere messo nelle condizioni di esercitare il diritto di voto (anche se residente altrove)".

La richiesta di Valcanover cerca di supplire a un vuoto che solitamente si ripresenta. "Se non viene sollecitato - spiega a voce -, il voto in carcere solitamente non accade. Per questo occorre partire in tempo. Informando anche i detenuti italiani, circa il 40% a Trento e giù di lì a Bolzano, che possono partecipare alle elezioni dalla casa circondariale".

L’esercizio del voto riguarda i detenuti con cittadinanza italiana che non sono stati condannati alla pena accessoria dell’interdizione, temporanea o perpetua, dai pubblici uffici, che comprende il venir meno dei diritti politici e l’impossibilità di accedere a qualsiasi incarico pubblico. È solitamente collegata alle condanne a cinque o più anni di reclusione, mentre con l’ergastolo è perpetua.

In ultimo Valcanover ribadisce l’appello a Pappalardo e Nuzzaci affinché si muovano subito. "Forse se si chiedono ora i certificati ce la faranno in tempo" conclude.