Nessuno si salva da solo
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Messo sotto chiave un Golden Globe sono arrivate anche ben due nomination ai prossimi Oscar, una per il Miglior film d’animazione e l’altra per il Miglior film internazionale: parliamo di Flow di Gints Zilbalodis. La pellicola sta per approdare al Filmclub e non vorrete perdervela, anche solo per comprendere tutto l’hype che si sta montando intorno all’opera.
Cos’è
Flow è un film d’animazione lettone che racconta il viaggio di un gatto in un futuro distopico in cui non c’è più traccia di esseri umani – non è chiaro quando se ne siano andati, né dove siano finiti, un po’ come succedeva in The Wild Robot ma qui l’operazione è decisamente sperimentale. Dopo un’onda anomala, con l’acqua che ha ormai sommerso ogni cosa, il felino protagonista trova rifugio su una malandata barca a vela che naviga attraverso il paesaggio allagato. Tutt’intorno ci sono templi vuoti e statue abbandonate, case dove un tempo viveva qualcuno.
A “guidare” l’imbarcazione c’è un capibara e presto un cane labrador, un uccello segretario e un lemure si uniscono ai due animali già a bordo. La compagine dovrà affrontare sfide e pericoli facendo affidamento l’uno sull’altro, nonostante le loro differenze e ognuno con i suoi istinti, per cercare di sopravvivere, coesistere e adattarsi al mondo circostante mentre si dirigono verso misteriose rocce naturali che svettano all’orizzonte. Il film non ha dialoghi perché gli animali fanno gli animali e non sono antropomorfi come di solito appaiono nei film Disney.
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(c) Madman Films
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Com’è
Lo stile di animazione, realizzata con il programma open source Blender, fa appello al linguaggio dei videogiochi (quelli degli anni 2000) creando un effetto assolutamente peculiare, a metà fra il realistico e il pittorico. Senza pronunciare una parola, vista l’assenza di dialoghi, i personaggi di Flow ci dicono sostanzialmente che da soli non si va da nessuna parte. Questa società in miniatura, che fluttua su una pseudo Arca di Noè attraverso le rovine di quelle che un tempo erano le strade di una città, rimarca che le azioni di un singolo hanno ripercussioni su tutto il resto dell’equipaggio, in un messaggio che parla di empatia e cooperazione.
Ci sono alcune sequenze molto interessanti come ad esempio la corsa sfrenata di un branco di cervi dalla prospettiva del gatto, che ricordano la famosa scena della fuga della mandria spaventata degli gnu ne Il Re leone. La ricercata interdipendenza fra il tono serio da fine del mondo e la leggerezza della slapstick comedy non sempre fila via liscia e il ritmo della narrazione tende a essere un filino ripetitivo.
Flow svela un’anima mistica e spirituale attraverso un’esperienza trascendente e cosmica; l’idea dell'apocalisse purificatrice è sicuramente più sfumata di quanto ci si possa aspettare grazie anche alla scelta di Zilbalodis di non rifugiarsi nell’eccesso di spiegazioni a favore dell’immaginazione. L’impronta del cinema d’animazione europeo e indipendente è riconoscibilissima. A mancare è qualche grammo di sostanza alla storia che perde a volte un po’ di slancio, l’intera trama biblica è coinvolgente fino a un certo punto e alla fine non si capisce benissimo dove voglia andare a parare. Detto questo, in particolare i tifosi del team #gattini saranno deliziati dalla visione di questo film. Provare per credere.
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