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L'eco del Pride

Le voci di Pride & Prejudice raccontano la “rivoluzione copernicana” della prima manifestazione arcobaleno a Bolzano, che ha riempito le strade di orgoglio queer.
Pride
Foto: Seehauserfoto
  • “Esiste un Alto Adige prima del Pride e uno dopo”, racconta con emozione Sophie Baumgartner, giovane ragazza di queer di San Genesio dopo aver sfilato sabato scorso per le strade di Bolzano al primo pride sudtirolese. Per lei, quella giornata ha rappresentato una vera e propria “rivoluzione copernicana”. “Ho vissuto quel giorno come un momento storico: vedere queste strade e questa città risplendere così intensamente, quando fino a poco tempo fa molti di noi se ne sono andati perché qui non c’era posto per noi... Abbiamo scelto di tornare per costruire proprio quello spazio”, racconta la prima ospite del podcast di SALTO Pride & Prejudice

  • La parata di sabato è stata una celebrazione dell’orgoglio, della condivisione e della partecipazione della comunità LGBTQIA+. “La sfilata è stata una figata, un’esplosione di colori, ed è andato tutto bene. Penso che la gente stia già chiedendosi quando sarà il prossimo Pride”, aggiunge soddisfatto Christian Contarino papà gay (anche lui intervistato da SALTO) che ha sfilato assieme alla sua famiglia lungo le strade del capoluogo altoatesino. 

    A colpire non è stata solo la partecipazione — oltre cinquemila persone — ma anche la diversità del pubblico, misto anche dal punto di vista linguisitico: tantissimi giovani, coppie di ogni tipo, famiglie con bambini, anziani.  “Sono molto soddisfatta di com’è andata, e anche del feedback ricevuto. Come membro del direttivo ho lavorato tutto il giorno, quindi mi sono persa gran parte del Pride, ma ho visto tantissima gente felice. Ora vorrei dormire quattro anni”, scherza Lara Peer, ragazza trans bolzanina e tra le organizzatrici dell’evento (la abbiamo intervista qui). 

  • La risonanza dell'evento si è estesa ben oltre Bolzano, richiamando persone non solo dall'Alto Adige, ma anche una componente significativa dal Trentino, che dovrebbe ospitare il Pride del 2026. Cosa resterà di questa prima e storica parata? “Credo che gli effetti si vedranno solo nel lungo termine: se è stata solo una festa o l’inizio di qualcosa di nuovo, lo scopriremo solo col tempo”, conclude Lara. Ma sabato, per un giorno, in migliaia hanno camminato fianco a fianco, rendendo visibile ciò che per troppo tempo è rimasto invisibile: una comunità viva, orgogliosa e unita.