Fondi riservati, chiesto il processo per Luis Durnwalder

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex Landeshauptmann: l’ipotesi di reato è peculato e finanziamento illecito ai partiti. A nulla è valsa la memoria difensiva presentata dalla difesa di Durnwalder: la prima udienza, davanti al gup Silvia Monaco, è stata fissata per il prossimo 10 giugno. Questa mattina, intanto, il procedimento sarà affrontato davanti alla Corte dei Conti che contesta a Durnwalder e a quattro dirigenti provinciali un presunto danno erariale di 1,6 milioni di euro.

“Non ho intascato neppure un centesimo”. E’ stata questa la frase più volte sottolineata dall’ex presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, durante l’interrogatorio in Procura svoltosi lo scorso 13 marzo, a seguito della deposizione di una lunga memoria difensiva. Assistito dai suoi legali, Brandstätter e Aiello, Durnwalder aveva raccontato la sua versione dei fatti al procuratore capo Guido Rispoli, titolare dell’inchiesta: una versione, tuttavia, che non ha convinto il pm che ha quindi ritenuto opportuno chiedere il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Provincia con l’accusa di peculato e finanziamento illecito ai partiti, a seguito di alcuni versamenti effettuati a favore della Junge Generation, il movimento giovanile della Volkspartei.

L’inchiesta. Le spese riservate finite nel mirino della Procura riguardano l’uso dei fondi utilizzati da Durnwalder tra il 2004 e il 2012, per una somma complessiva di 556.189 euro, non riconducibili alle funzioni istituzionali di presidente provinciale: gli accertamenti, nello specifico, hanno riguardato la gestione di piccole spese di rappresentanza previste per il presidente della Provincia sulla base di una legge provinciale risalente al 1994. Nell’elenco delle spese sostenute con i soldi pubblici si poteva trovare dal caffè, allo yoghurt alle aspirine: sono questi alcuni degli acquisti che Rispoli aveva inserito tra gli importi impiegati a vario titolo in presenza di giustificazione certa, grazie a scontrini o fatture fiscali, per spese però “sostenute nell’ambito di finalità non strettamente connese all’esercizio della funzione di presidente”. L’inchiesta, avviata lo scorso anno, è stata resa ancora più complessa a causa dell’abitudine dell’ex presidente di procedere in compensanzione per crediti maturati a seguito di anticipazioni personali effettuate durante determinati eventi. La Procura, tuttavia, non ha mai contestato all’ex governatore di avere intascato denaro pubblico: ad essere contestata è la presunta illegittimità nella gestione dei fondi pubblici senza osservare i principi generali ribaditi anche dalla Cassazione. In parole semplici, per la Procura i fondi pubblici non possono essere gestiti solo tramite autocertificazioni. In seguito alla richiesta di rinvio a giudizio, l’udienza davanti al gup Silvia Monaco è stata fissata per il prossimo 10 giugno.

Il filone della Corte dei Conti. Questa mattina, intanto, Durnwalder, insieme a quattro dirigenti provinciali, affronterà il processo per la stessa inchiesta davanti alla Procura contabile, che contesta un presunto danno erariale di 1,6 milioni di euro. Seppure in via accessoria, oltre all’ex presidente, sono stati chiamati in causa anche Stefano Natale, direttore dell’Ufficio spese, Eros Magnago, segretario generale della Provincia, Roman Sandri, economo, e l’ex capo della ripartizione dell’ufficio di presidenza, Karl Rainer.