Valbruna, la Provincia si chiama fuori

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“Non esistono strumenti normativi che consentano l'affidamento diretto a Valbruna o il ritiro del bando”. È lapidaria la risposta del vicepresidente della Provincia Marco Galateo alla delegazione di metalmeccanici, che è stata ricevuta in Consiglio provinciale dopo la manifestazione di questa mattina a Bolzano. Oltre duemila persone hanno manifestato lungo le strade del capoluogo per chiedere garanzie sul futuro dello stabilimento delle acciaierie. In ballo ci sono 580 posti di lavoro ed un indotto di oltre 5.000 posti e 550 famiglie.
Il nodo della questione riguarda la “procedura di evidenza pubblica” proposta dalla Provincia per riassegnare l’area, dopo che il 3 settembre è scaduta la concessione trentennale della zona produttiva alla società della famiglia Amenduni. A metà settembre la Giunta Provinciale di Bolzano, su proposta di Galateo in quanto assessore allo sviluppo economico, ha approvato il bando dal valore di circa 150 milioni di euro che assegnerà per i prossimi cinquant’anni il diritto di superficie a una o più imprese, non necessariamente attive nel settore siderurgico.
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Le regole fissate dall'amministrazione provinciale sul bando di gara hanno suscitato allarme tra lavoratori e sindacati, che ritengono le condizioni imposte non favorevoli alle Acciaierie Valbruna, che potrebbero perdere la gara o decidere di non partecipare per via dell’aumento significativo dei costi. Al momento infatti il canone delle acciaierie per il terreno era di 1,7 milioni di euro, che diventerebbero oltre 3 milioni con il nuovo bando.
La questione mette in imbarazzo l'attuale governo provinciale. Nelle ultime ore, diversi esponenti di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno ribadito più volte la necessità che le Acciaierie Valbruna rimangano a Bolzano. Alessandro Urzì si è detto vicino ai lavoratori, così come Christian Bianchi, assessore al patrimonio, che si è dichiarato impegnato per garantire continuità all'azienda. Allo stesso tempo queste stesse forze politiche hanno però approvato il bando di gara contro cui i lavoratori di Valbruna sono scesi in piazza.
Secondo Galateo, la Provincia avrebbe le “mani legate” e sarebbe costretta a mettere in gara l’area per via della direttiva Bolkenstein, che impone agli enti pubblici di assegnare a privati le aree pubbliche solo con una gara. “Sono in contatto con l'onorevole Elena Donazzan per verificare se esistano altri precedenti in Unione Europea per la deroga alla Bolkenstein ed ho interloquito con il ministro Urso riguardo la possibilità per l’amministrazione di utilizzare il ‘Golden Power’”. Si tratta del potere dello stato di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che ricadano nell'interesse nazionale.
“Il Governo potrebbe dirci che l'assetto strategico del settore della siderurgia è fondamentale e quindi potrebbero chiedere alla provincia di rivedere il bando modificando alcuni dei criteri sia prima che dopo la chiusura della gara”, ha spiegato Galateo, che si è impegnato comunque a portare le istanze sindacali all’interno della Giunta Provinciale.
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Galateo incontra i sindacati: dopo la manifestazione il vicepresidente della Provincia ha incontrato alcuni sindacalisti e rappresentanti dei metalmeccanici tra cui Nicola Gatta (FILM), Guglielmo Gambardella (UILM nazionale), Loris Scarpa (FIOM nazionale), Mauro Castelli (UILM), Valerio D’Alò (FILM nazionale). Foto: SALTO
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“Non siamo contenti”
“Oggi, per la prima volta, hanno preso atto formalmente, della nostra richiesta di sospendere il bando. Ma è chiaro che noi non siamo contenti e che andremo avanti con il nostro percorso di manifestazioni fino a Roma se necessario”, ha dichiarato Marco Bernardoni, segretario provinciale Fiom/Cgil. La volontà dei sindacati, dopo aver parlato con Galateo, è di sospendere il bando per rinegoziarne le condizioni e favorire realmente Valbruna. “In pochi giorni l’azienda impugnerà sia il bando di gara che la proroga davanti al Tribunale, proprio perché il testo è poco chiaro”, ha aggiunto Bernardoni.
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“In pochi giorni l’azienda impugnerà sia il bando di gara che la proroga davanti al Tribunale”
A conclusione dell’incontro con le organizzazioni sindacali, Galateo ha inoltre firmato il parere positivo della Provincia di Bolzano (non vincolante) sul piano di investimenti da 143 milioni di euro presentato da Valbruna a Invitalia, che coinvolge i siti produttivi di Vicenza e Bolzano per obiettivi di efficienza energetica e tutela ambientale. Un gesto che va letto come una sorta di compensazione all’azienda. “Ci auguriamo che Accerie Valbruna voglia partecipare alla gara, sarebbe sicuramente un grosso problema se volessero dismettere lo stabilimento di Bolzano e finora non hanno manifestato questa intenzione”, ha concluso l’assessore. I sindacati, tuttavia, hanno insistito sulla necessità di riaprire il tavolo di confronto con tutte le parti interessate, chiedendo una soluzione condivisa che eviti lo smantellamento dello stabilimento altoatesino.
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Il grande assente
Arno Kompatscher non ha partecipato alle trattative, preferendo concludere la consueta seduta di Giunta e relativa conferenza stampa anziché affiancare Galateo nelle trattative con i sindacati. Interrogato sulle armi in mano alla Provincia per mantenere le Acciaierie operative in Alto Adige, ha dichiarato: “Già un anno e mezzo fa Galateo ha verificato se fosse possibile un'assegnazione diretta da parte della Provincia per motivi di interesse strategico, come previsto dalla legge regionale sull'assetto territoriale. Sia l'ufficio legale della Provincia che gli uffici di Roma hanno escluso questa possibilità, quindi non è possibile”.
“Gli strumenti per fare in modo che le Acciaierie Valbruna restino a Bolzano ci sono, è evidente che manca la volontà politica”
L’assenza di Kompatscher al tavolo è stata letta con un segnale forte da parte dei sindacati. “Gli strumenti per fare in modo che le Acciaierie Valbruna restino a Bolzano ci sono, è evidente che manca la volontà politica”, ha dichiarato il segretario generale della FIOM Loris Scarpa.
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(Quasi) tutti con le acciaierie
Il grande sciopero di oggi fa comprendere ancora meglio lo spartiacque che il futuro delle acciaierie Valbruna avrà sulla città. La Provincia deve scegliere se conservare la sua tradizione siderurgica o puntare a una riqualificazione dell’ex area Falck orientata a nuovi usi, con il rischio di perdere centinaio di posti di lavoro e un pilastro della sua identità produttiva. In piazza assieme ai metalmeccanici sono scesi esponenti di molti partiti politici sia di maggioranza che di opposizione: dal PD a Forza Italia, dal Team K ai Verdi.
Anche il Sindaco Claudio Corrarati ha voluto mostrare solidarietà ai lavoratori: “Come sindaco posso fare solo quello che faccio oggi, scendere con la fascia dicendo che il lavoro è al centro di questa città e va tutelato. La Costituzione si è fondata sul lavoro e noi dobbiamo difenderlo. E' la prima volta, credo, che in 40-50 anni questa città vede una manifestazione di questo genere. E' la prima volta che la città ha paura di perdere il lavoro e questo non deve accadere e non può accadere. Farò quello che serve nelle mie minime possibilità, se serve anche chiederò di essere auditato a Roma nel Parlamento. La provincia non può pensare che sia un bando e basta, la città deve essere capace di tutelare i posti di lavoro”, ha dichiarato il Primo cittadino alla folla di manifestanti.
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"-V e r d i e n t- sich der…
"-V e r d i e n t- sich der zuständige LANDES-RAT + der LUXUS-besoldete-GENERAL-SEKRETÄR, das Geld das -s i e- dem Steuer-Zahler kosten!"
... wenn sie Reihen-weis ...??? Termine verpassen ...???
Die lärmende + ENERGIE-fressende "halb-fertig-Produkt-Spezialstahl-herstellenden STAHLWERKE," passen zusammen mit der inzwischen von der STELLANTIS veräußerten "Kriegs-Spielzeug herstellenden IVECO," -n i c h t- in die von Mussolini erfundene Industrie-Zone von BOZEN!, wurde aber "von den ... ...??? zum POLITIKUM geadelt!"