Flashmob per la riforma dei consultori

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Mentre 35 consiglieri provinciali discutevano la riforma della legge provinciale sui consultori familiari, altrettante donne si sono sdraiate ieri (7 maggio) in piazza Magnago a Bolzano e hanno disegnato a terra con i loro corpi un simbolo femminile. Le autrici del gesto appartengono a Frauen*marsch. Donne* in Marcia ed il flashmob è un gesto di protesta. “In un clima politico incandescente, in cui la repressione e l'autoritarismo sono in aumento a causa delle forze conservatrici e di estrema destra, con questa azione democratica davanti al Consiglio Provinciale altoatesino vogliamo attirare l'attenzione sul fatto che la libertà delle donne* è la prima ad essere sotto attacco. Da parte della Politica non otteniamo risposte concrete alle nostre domande, alle preoccupazioni e esigenze. Con il flashmob “Wir legen uns quer. Ci mettiamo di traverso” vogliamo rendere chiara la nostra posizione”, spiega il movimento.
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Le motivazioni del gesto sono tante: “Notiamo il contraccolpo anche a livello locale: quando una sola donna nel Consiglio Regionale è sufficiente per la nostra rappresentanza politica (19 marzo 2025), quando la proposta di contraccezione gratuita per le giovani donne viene bocciata in sede di commissione legislativa (27 marzo 2025), quando alcuni partner governativi di destra agitano ripetutamente contro la diversità, le questioni transgender e la comunità queer, quando non sono state coinvolte le dirette interessate nel processo di riforma del disegno di legge provinciale sui consultori familiari altoatesini che verrà discusso oggi; quando i criteri di qualità e del servizio multidisciplinare rischiano di essere invalidate, mentre le associazioni pro-life festeggiano il loro ingresso nel sistema”, dichiara il collettivo.
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Un’altra questione rimasta in sospeso è quella delle cinque richieste concrete avanzate da Frauenmarsch nel 2023 e che, ad oggi, non sono mai state realizzate. “Mancano ancora l’accesso gratuito ai contraccettivi e l'educazione sessuale obbligatoria nelle scuole secondarie altoatesine con specialisti esterni qualificati, la richiesta di consultori familiari indipendenti e laici su tutto il territorio, che viene attualmente cancellata dalla riforma della legge provinciale, visto che i consultori familiari in Alto Adige vengono gonfiati di numero ma annacquati nei contenuti”, concludono le attiviste.
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