“Non sono un fanatico”
Ad accogliere Matteo il Retore domani (14 ottobre), atteso come una rockstar in Alto Adige, ci sarà anche Luigi Nevola. Consigliere comunale a Bolzano, classe 1978, il candidato della Lega, terzo in lista, oltre a rispolverare il dogma elettorale trasversale dello “stare in mezzo alla gente”, ha improntato la campagna per le provinciali non tanto, come diversi suoi colleghi, sulle passeggiate di fronte ai luoghi simbolo del presunto fallimento della precedente legislatura (come il Pronto soccorso di Bolzano), ma su alcuni peculiari endorsement. Magdi Cristiano Allam e Jovan Palalic, parlamentare e segretario generale del Partito Popolare serbo, per citarne alcuni, con la promessa da parte dell’esponente del Carroccio - che peraltro è stato uno degli Osservatori internazionali indipendenti italiani, membri della missione “Civil dialogue”, che hanno partecipato alle elezioni presidenziali 2018 in Azerbaijan - di mettere a disposizione le sue “relazioni internazionali” qualora venisse eletto.
Educatore di sostegno da 16 anni, specializzato nella sindrome di Asperger e l’autismo in generale, Nevola lavora con bambini diversamente abili, “anche stranieri, strano, no, per uno della Lega?”, ironizza. Non così strano quando, sul tema dell’immigrazione, il “fiero populista identitario”, come ama definirsi, ribadisce con fermezza la linea cementata da capitan Salvini. Dal breviario leghista: “Contrastare la clandestinità”, “non tutti scappano dalla guerra”, “non siamo razzisti”, “non c’è posto per tutti” e l’evergreen “prima gli italiani”.
La crociata
Per candidarsi alle elezioni Nevola ha lasciato la presidenza de La Sentinella, centro culturale da lui fondato insieme ad altri 3 soci e particolarmente impegnato nella lotta al gioco illegale. L’associazione, completamente auto-finanziata, assicura il leghista, nasce come movimento ecclesiale. Difensore della “famiglia naturale”, anti-abortista, contro il matrimonio fra persone dello stesso sesso e le adozioni per le coppie gay - in perfetta sintonia con il co-fondatore del Family Day e senatore del Carroccio Simone Pillon di cui apprezza l’intraprendenza politica -, Nevola è un cattolico devoto di tradizione giudaico-cristiana, “ma non chiamatemi integralista, non sono un fanatico, mi definisco piuttosto un cattolico peccatore”. E grande conoscitore dell’islam, “avendo viaggiato in vari paesi musulmani”, sostiene. “La religione islamica è sottomissione”, finanche liberticida, mentre il cristianesimo è “andare verso l’altro. L’islam ha radici culturali contrastanti, non ha avuto un illuminismo storico, e il potere temporale e quello spirituale sono ancora una cosa sola, serve una secolarizzazione”.
Stare in piccionaia, nell’imminente assetto politico che si andrà a delineare dopo il verdetto delle urne, non è un’opzione e Nevola, al grido di “finita la pacchia”, si porta quindi avanti col lavoro presentando già oggi il primo disegno di legge targato Lega, pronto per l’approdo in consiglio provinciale, relativo alla regolamentazione e limitazione dei luoghi di culto abusivi, moschee e pseudo tali, che, secondo il proponente del documento, stanno proliferando in Alto Adige. “I cittadini hanno paura che anche su questo territorio possano radicarsi cellule terroristiche come quella smantellata pochi anni fa a Merano”, riassume.
L’islam ha radici culturali contrastanti, non ha avuto un illuminismo storico, e il potere temporale e quello spirituale sono ancora una cosa sola, serve una secolarizzazione
Astenersi “primedonne”
“Per me in Alto Adige il commissario Massimo Bessone è come se fosse Salvini”. La fedeltà al numero uno della Lega locale, e non potrebbe essere altrimenti visto l’invito ad entrare in cabina di regia ovvero nella triade della testa di lista, è granitica. Giusta la decisione di correre da soli alle elezioni per non rischiare di dover scendere a compromessi con chicchessia, osserva Nevola che con prudente diplomazia smentisce “guerre fratricide” all’interno del partito rubricando le innegabili rivalità sotto le voci “sensibilità differenti” e “sana competizione”. Fino a un certo punto. “Io sono uno a cui piace dialogare, costruire, non parlo per slogan al contrario di altri che preferiscono fare i frontman”. Nomi Nevola non ne fa, ma il riferimento al compagno di squadra Carlo Vettori è lampante.
Io sono uno a cui piace dialogare, costruire, non parlo per slogan al contrario di altri che preferiscono fare i frontman
E sugli avversari il giudizio è implacabile: “Con il Pd non ci alleeremo mai, hanno paura che la manovra economica del governo minacci la stabilità finanziaria dei cittadini? Si sono forse dimenticati di aver messo alla fame il popolo italiano per anni? Abbiano l’onestà intellettuale di tacere, io fossi in loro non dormirei la notte”. E non attacca nemmeno la strizzatina d’occhio arrivata dal gruppo dei bizziani di Noi per l’Alto Adige: “Sono anche peggio dei dem, in politica bisogna essere coerenti, non cambiare casacca per questioni di comodo”, dice Nevola e la postura pare già quella di un azionista di maggioranza del nascituro governo provinciale.
Anche io sono un peccatore.
Anche io sono un peccatore. Ma per fortuna non sono un leghista! Credo nella dignità e nel rispetto di tutti gli esseri umani indipendente dalla loro storia e credo religioso. Ecco perché sono dalla parte della convivenza in questa terra. Quella convivenza che ci ha permesso un vero benessere! Sono dalla parte giusta!