Giovane arrestato per terrorismo

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Un giovane perito elettrotecnico è stato arrestato oggi (13 marzo) dai Carabinieri del Ros di Bolzano nell’ambito di indagini per attività di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa aggravata e di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. A chiedere l’applicazione della misura cautelare è stata la Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura di Trento, che dal 2023 si sta occupando di una “complessa attività investigativa di polizia giudiziaria” a cui ha partecipato anche l’intelligence italiana.
Gli inquirenti hanno trovato sul profilo social propaganda sia nazionalsocialista che dello Stato islamico
Nel corso dell’inchiesta sarebbe emerso un profilo social che “diffondeva materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto dell'organizzazione terroristica jihadista nota come Stato islamico”. Nonostante i “molteplici ed avanzati accorgimenti informatici” gli inquirenti sono stati in grado si identificare l’uomo che, oltre alla “diffusione di contenuti multimediali di propaganda sia di natura jihadista, sia antisemita” sarebbe anche detto pronto all’azione.
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Nelle chat del profilo social il giovane si sarebbe detto “in procinto di preparare un ordigno artigianale (del tipo Tatp, con perossido di acetone, ndr), in merito al quale chiedeva istruzioni su come costruire un detonatore a distanza, di cui acquisiva componenti elettroniche”. Nella nota stampa dei Carabinieri emerge anche come il ragazzo fosse in “una costante opera di indottrinamento nei confronti dei familiari conviventi, tra cui un fratello minore di 10 anni e discuteva con un altro fratello maggiorenne, destinatario di perquisizione, dell'acquisto di un'arma da fuoco”.
Il programma riabilitativo si era interrotto durante la pandemia
Il giovane, fanno sapere i Carabinieri, era stato già al centro di un’indagine della Procura per i minorenni di Bolzano, in coordinamento con quella di Trento, quando era ancora minore. Per questo era stato attivato un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione che era però stato interrotto dalla pandemia e, si legge nella nota, “non ha raggiunto i risultati sperati”.
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Un recente caso analogo
Si tratta di un caso che ha più di un’analogia con il giovane minorenne altoatesino arrestato la mattina del 12 febbraio dalla sezione antiterrorismo della DIGOS perché sospettato di appartenere ad un gruppo neonazista satanista internazionale. Anche in questo caso il quindicenne si era radicalizzato online da giovanissimo e si era detto pronto all’azione, aspetto che aveva costretto la Procura per i minorenni di Bolzano ad intervenire.
I due casi, non collegati dagli inquirenti, destano però le medesime preoccupazioni sull’uso di internet e sui pericoli che le bolle di informazione possono creare ai giovani, vittime, prima che carnefici, delle ideologie che vengono diffuse online.
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