Dall’odio online alla radicalizzazione
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La notizia del quindicenne altoatesino arrestato mercoledì 13 febbraio perché sospettato di appartenere ad un gruppo neonazista satanista internazionale è diventata un caso nazionale. Al momento il ragazzo è detenuto nell’istituto di custodia minorile di Treviso dopo che il giudice ha convalidato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale per i minorenni di Bolzano. Durante l’interrogatorio il quindicenne si è avvalso della facoltà di non rispondere in merito alle gravi accuse che lo vedrebbero parte di un’associazione con finalità di terrorismo, di fabbricazione e utilizzo di ordigni esplosivi, porto d’armi abusivo, danneggiamento aggravato, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Tra gli ambienti online frequentati dal quindicenne e dove si è radicalizzato ci sarebbe anche il gruppo terrorismo satanista chiamato 764, una rete nata negli USA attorno al 2020, nota per ricattare e manipolare minorenni online, inducendoli a compiere atti sessuali, autolesionismo o suicidio. Alcune scritte “764” sono state notate a Chiusa, per ora gli inquirenti non hanno confermato un legame con il caso.
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“Se iniziamo a seguire un certo tipo di argomenti, l’algoritmo ci sommergerà di contenuti simili, rafforzando una visione sempre più chiusa”
Per comprendere come funzionano questo tipo di comunità online e che uso ne fanno i giovani abbiamo chiesto a due esperti di Forum Prevenzione (la fondazione bolzanina che gestisce i centri specialistici dipendenza, violenza, disturbi alimentari, gioventù e famiglia), Alex Giovanelli e Lukas Schwienbacher, che non si sono espressi sul caso di specie. “Tante piattaforme sono progettate per massimizzare il tempo che trascorriamo su di esse. Gli algoritmi si basano sulle nostre interazioni per mostrarci contenuti sempre più affini ai nostri interessi, spingendoci a tornare”, spiega Giovanelli, che si occupa della sensibilizzazione della comunità all’uso consapevole di internet. “Questo meccanismo può creare una echo chamber, una sorta di bolla informativa in cui vediamo solo contenuti simili a quelli già visualizzati. Di conseguenza, se iniziamo a seguire un certo tipo di argomenti, l’algoritmo ci sommergerà di contenuti simili, rafforzando una visione sempre più chiusa. Specialmente contenuti che propongono un certo tipo di linguaggio stereotipato e che contengono hate speech creano tante reazioni e tanti commenti e quindi vengono letti da tante persone, ovviamente anche dai ragazzi e dalle ragazze”.
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“Spesso manca una vera media competence, ovvero la capacità di comprendere il funzionamento degli algoritmi”
Il problema, prosegue Giovanelli, è di fondo: “Molti, tra giovani e adulti, hanno una competenza tecnica nell’uso dei media digitali: sanno scattare foto, caricarle online, fare video e navigare sulle piattaforme. Tuttavia, spesso manca una vera media competence, ovvero la capacità di comprendere il funzionamento degli algoritmi, valutare criticamente i contenuti e riconoscere fake news o teorie del complotto. Sappiamo accedere alla rete, ma non sempre abbiamo gli strumenti per interpretarla con consapevolezza. Il pensiero critico è fondamentale per non essere semplici consumatori passivi, ma utenti attenti e informati”.
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Il gruppo 764
Su due computer sequestrati al quindicenne dagli agenti già diversi mesi prima dell’arresto, sono stati trovati immagini e video di aggressioni, omicidi e sparatorie scolastiche, contenuti pedo-pornografici, oltre che filmati di attentati, decapitazioni, sparatorie nelle scuole e sostanze esplosive auto-prodotte. Le storie attorno a questi gruppi, che si comportano come delle vere e proprie sette online, sono agghiaccianti soprattutto perché sia le vittime che i carnefici sono giovanissimi. Secondo quanto riportato dal Washington Post, a differenza di molti schemi di “sextortion” che mirano al denaro o a immagini sempre più crude, questi autori inseguono la notorietà in una comunità che glorifica la crudeltà. A settembre l'FBI ha pubblicato un avviso pubblico che identifica otto gruppi di questo tipo che prendono di mira minori di età compresa tra gli 8 e i 17 anni, cercando di far loro del male per il “proprio divertimento o il proprio senso di fama”.
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Questa nuova rete prospera su Discord, una piattaforma per gamers, che ha la possibilità per utenti anonimi di controllare e moderare ampie fasce di “sale riunioni private” con poca supervisione. Anche l'app di messaggistica Telegram è usata dal gruppo per via della possibilità di criptare le comunicazioni, piattaforma che il gruppo 764 usa come luogo dove pubblicare materiale pedopornografico, video di profanazione di cadaveri e immagini dei tagli che hanno fatto infliggere ai minori, secondo quanto riferito dalle vittime e da un esame dei messaggi. In gruppi di chat che contano fino a 5.000 membri, si vantano dei loro abusi e si incitano a vicenda e condividono consigli su dove trovare giovani con disturbi alimentari e altre vulnerabilità che si riuniscono online e su come manipolarli.
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Come si può fare prevenzione?
“I giovani sono alla ricerca della propria identità e, durante l’adolescenza, attraversano una fase di scoperta di sé che li porta anche a cercare un senso di appartenenza. Le ideologie estreme possono offrire in questo periodo un’identità chiara e un forte senso di gruppo”, spiega Schwienbacher, Coordinatore del centro specialistico sulla violenza di Forum Prevenzione. “Un altro motivo che le rende attraenti è la necessità di trovare un senso e un orientamento nella vita. Queste ideologie propongono visioni del mondo semplificate, che danno l’illusione di rendere comprensibile una realtà complessa e offrono risposte apparentemente chiare e immediate”.
“I gruppi estremisti appaiono attraenti perché offrono risposte semplicistiche a problemi complessi”
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“Un altro fattore importante – prosegue Schwienbacher – è la mancanza di riconoscimento: i giovani sentono il bisogno di essere valorizzati, e questi gruppi forniscono apprezzamento, rispetto e un senso di importanza. Infine, aderire a tali ideologie può rappresentare anche una forma di ribellione contro il sistema. Alcuni giovani si sentono impotenti di fronte a problemi come il lavoro, i cambiamenti nella società o le diseguaglianze sociali, e per questo temono di non poter realizzare i propri sogni. In questo contesto, i gruppi estremisti appaiono attraenti perché offrono risposte semplicistiche a problemi complessi, come l’idea, ad esempio, che senza stranieri sarebbe più facile trovare lavoro. Inoltre, cresce lo scetticismo verso media, politica e istituzioni, viste come incapaci di affrontare le loro difficoltà. La frustrazione e la ricerca di certezze possono così spingere alcuni verso soluzioni radicali”, spiega Schwienbacher.
“Tra i giovani cresce lo scetticismo verso media, politica e istituzioni, viste come incapaci di affrontare le loro difficoltà”
Su come il mondo degli adulti possa aiutare a prevenire questi fenomeni, Schwienbacher aggiunge: “È fondamentale che ci siano persone in grado di accompagnare i giovani nel loro percorso di vita, offrendo loro una relazione di supporto. Questo significa essere presenti nei momenti di crisi, di conflitto o di difficoltà, ma anche riconoscere e rispondere alle loro esigenze. Possono essere genitori, possono essere dei parenti, possono essere degli amici, possono essere insegnanti, possono essere operatori sociali giovanili, però ci vuole una persona che li accompagni, che gli stia vicino”.
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Den Eltern ist leider nicht…
Den Eltern ist leider nicht bewusst, wie gefährlich die digitale Welt sein kann. Kinder müssen mit Gleichaltrigen spielen, ratschen und sporteln - im Freien, in der realen Welt. Und Eltern müssen das vorleben und nicht selbst die ganze Zeit am Handy hängen.