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Society | 15 marzo 2025

Una piazza per l'Europa imperfetta

Sabato 15 marzo a Roma una manifestazione per l'Europa. Tra bisogno di speranza e contraddizioni su come intenderla, il senso di un gesto profondamente europeo. La mia adesione.
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Schizzo di una piazza
Foto: Pixabay
  • Manifestare per l'Europa, e non solo...

    Ho partecipato raramente a manifestazioni di piazza. Qualcosa ai tempi dell'università, inizi anni '90 del secolo scorso, ma poco mi attraevano i rituali scimmiottati dai decenni precedenti, o gli ultimi irriducibili fuori stagione. Ero assente al G8 di Genova nel 2001, che pure è stato un evento generazionale e forse l'apice dei movimenti civili di massa per un altro mondo possibile. Ma ne vedevo i limiti - la spettacolarizzazione, la ricerca muscolare del noi contro di voi - che rischiavano di legittimare il campo dei potenti di turno, anziché aprire vie nuove alla giustizia globale. Così restai a casa. Poi arrivarono lo scetticismo, la disillusione, la scelta di altre forme per l'impegno civile. E mi sono trovato sempre più distante dalle manifestazioni di piazza.

    Il 15 marzo invece, almeno idealmente, ci sarò. Una piazza per l'Europa è un bisogno prima che uno slogan. Il bisogno di pensare ancora al futuro, alla speranza, ad un orizzonte migliore per tutti. Preferisco ringraziare Michele Serra che l'ha lanciata, piuttosto di Donal Trump che pure l'ha provocata. Ma il cowboy rozzo alla Casa Bianca è solo l'ultima goccia, il processo di abbruttimento, di chiusura identitaria e di privatizzazione dello spazio pubblico è iniziato molto prima, e anche forze europee e nostrane ne sono responsabili. L'opera di killeraggio verso ogni dimensione multilaterale, e verso il valore stesso della complessità e delle differenze, ha molti mandanti.

    Per questo il 15 marzo serve una piazza per l'Europa. Che sostenga i valori europeisti, senza per questo negare errori e limiti delle attuali istituzioni europee e di chi le governa, inclusa la recentissima pulsione al riarmo. L'UE è un tentativo decisamente imperfetto, ma è il meglio che al momento abbiamo. Del resto l'idea stessa di imperfezione e migliorabilità è alla base del pensiero democratico, a differenza della potenza infallibile di cui si vantano le dittature - putiniane, saudite, nord coreane o talebane che siano. Peraltro il percorso delle idee è strano: sabato in molti sventoleranno il Manifesto di Ventotene, ma chi l'ha letto sa che contiene tanto slanci visionari tuttora attuali quanto discorsi ben più superati e divisori, a partire dall'orizzonte socialista entro cui Rossi e Spinelli inserivano la speranza europea. Un Manifesto imperfetto, si potrebbe dire, e proprio per questo europeo.

    E poi il 15 marzo ci vuole una piazza che sappia andare oltre l'Europa. Una piazza per serve anche alle Nazioni Unite, uccise già da tempo ma non per questo meno necessarie. L'anarchia internazionale ci fa ballare incoscienti sul burrone della guerra atomica. Un ritorno dell'ONU non garantirebbe di per sé dal caderci dentro, ma sin qui era il meglio che l'umanità avesse saputo creare per curare le relazioni multilaterali. E se non sarà l'ONU, un altro luogo di incontro comune per gli abitanti del pianeta va (ri)costruito.

    Così come serve un luogo per la giustizia, una piazza per la Corte Penale Internazionale che da traguardo storico della civiltà è passata in pochi anni a oggetto di sberleffo. E contro il ritorno dei nazionalismi accentratori, mi piacerebbe si aggiungesse una piazza per l'autonomia delle comunità locali, per la partecipazione responsabile, per l'autogoverno solidale che sono grandi valori dell'esperienza democratica europea. Davanti a un mondo dove pochi stra-miliardari banchettano sulla pelle dell'umanità, e dove grandi fette di questa stessa umanità si accalcano nel mondo virtuale per invidiarli e imitarli, anziché rovesciarli, una piazza reale in carne ed ossa, con le relazioni e il dibattito che sa creare, rappresenta il tentativo, forse ingenuo ma necessario, di trovare un antidoto al populismo. Partecipato e differenziato, litigioso e complesso com'è stato il dibattito in questi giorni tra chi ha aderito e chi no. A riprova di un tentativo imperfetto e utopistico, e perciò europeo.

    Una piazza per... questa volta, stranamente, ci sarò anch'io.

     

     

    PS: per chi volesse, qui il link con cui aderire alla manifestazione

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Robert Rieder Thum Sat, 03/15/2025 - 08:06

l'Europa dovrebbe essere intesa come unità geografica che include tutti i paesi dal Portogallo fino agli Urali, quindi anche la parte europea della Russia. Non si può parlare di pace e prosperità in Europa, riducendo il discorso solo alla UE, ma peggio ancora, volendo escludere la Russia. Chi parla della Russia in termini della russofobia sprezzante, tanto di moda oggi, ("dittatura putiniana"), non solo non sa niente della Russia e del suo governo, ma esclude anche l'idea dell'Europa. Il 40% del territorio europeo è russo e il 20% della popolazione europea è russa. Quindi se veramente si vuole costruire finalmente la vera Europa forte e indipendente, non lo si potrà fare senza il suo paese più grande e popoloso, cioè la Russia e giammai contro la Russia.

Sat, 03/15/2025 - 08:06 Permalink