Culture | arte contemporanea

Baw, e la città che non ti aspetti

L'arte non cambia certo la città, ma nei dieci giorni di Baw, giunto quest'anno alla quinta edizione, a cambiare è la prospettiva e la percezione di Bolzano.
Opera di Barbara Prenka, realizzata con lottozero esposta a Baw 2025
Foto: Fanni Fazekas
  • Le Bolzano art weeks (Baw), terminate da poco, aprono spazi all'arte contemporanea e al pubblico inusuali. Mettono in rete grandi istituzioni, singoli artisti e piccole associazioni. Danno corpo e spazio all'utopia dell'arte. A seguire la carovana di Baw, nella serie infinita di eventi, mostre e performance che dal 3 al 12 ottobre 2025 hanno riempito le giornate del festival, pare di immergersi in una città parallela: una Bolzano curiosa, inclusiva e attenta alle problematiche ambientali e sociali, lette attraverso la lente della creatività, l'ironia e l'immaginazione. 

  • Baw 2025: Dal 3 al 12 ottobre 2025 ci sono stati 80 eventi e 30 mostre in 50 diverse location: uno scatto con le curatrici della mostra Toutité alla Fondazione Antonio Dalle Nogare Foto: Fanni Fazekas
  • Il tema di quest'anno Remapping LAND/marks più che una dichiarazione d'intenti, si è tradotto in un percorso concreto, che ha coinvolto anche Laives e l'Oltradige, alla scoperta o ri-scoperta di hub e luoghi deputati all'arte e all'incontro, già esistenti o aperti ad hoc. Un panorama variegato, dalla galleria-rifugio CT art space del collezionista Tommaso Tisot a Caldaro San Nicolò, con il nucleo dell'esposizione occupato dagli artisti africani, all'immersione nelle attività children friendly, il Kids Culture Festival, la mostra collettiva Good Winds e le residenze artistiche promosse da Eau&Gaz con le sorelle Sarah e Kathrin Oberrauch a Castel Gandegg ad Appiano. Altre tappe, raggiunte in bici o ebike, nella Baw on Art Bike Tour, novità dell'edizione 2025, erano la visita allo spazio espositivo gestito dall'associazione La seconda Luna in via Pietralba a Laives, per l'inaugurazione della mostra personale Un amore senza fine del giovane artista Eduard Popescu, contro l'invisibilità del lavoro di cura, e alla galleria Le carceri a Caldaro, con le opere in legno degli artisti Willy Verginer e Martin Hintergruber, in dialogo tra loro negli spazi suggestivi dello storico edificio del Seicento nel centro del paese, restaurato e dal 2005 destinato all'arte. 

  • Baw 2025: Un'immagine del pubblico di Baw a uno dei tanti eventi Foto: Fanni Fazekas
  • Mostre, giardini e tartarughe...

    Nel circuito strettamente urbano invece la grande mostra retrospettiva al Museion I Am The Last Woman Object dedicata all'arte politica dell'artista Nicola L. (1932-2018) che dagli anni Sessanta in poi inventa sempre nuove forme espressive tra attivismo e ironia. E parallelamente l'altra importante retrospettiva Toutité Lo studio della forma, sulla figura poliedrica e le sperimentazioni futuriste dell'artista georgiano Ilia Zadnevich, alias Iliadz (1894-1975) alla Fondazione Antonio Dalle Nogare

    Ancora alla Ar/Ge Kunst Shine Bright Like a Diamond dell'artista britannico contemporaneo Jonatan Monk, che si interroga sulle pratiche e sul valore dell'arte, in tempi di pletorica riproduzione mediatica delle immagini. L'apertura per l'occasione del 'giardino segreto' con le sue tartarughe longeve sul retro della galleria Ar/GeKunst, situata in pieno centro storico, diventa simbolica per l'altra linea guida di Baw 2025, che quest'anno include, nella sua indagine culturale e artistica, l'ambiente e gli spazi naturali. L'habitat, che diamo per scontato, non ci sta solo intorno, bensì ha una propria valenza che siamo tenuti a riconoscere e difendere. 

    La tematica delle strutture decentralizzate, interconnesse e simbiotiche del mondo vegetale e animale da cui trarre ispirazione per possibili cooperazioni sociali umane, ha ispirato in particolare alcuni dei progetti vincitori della Call for artist di Baw25: Reginae di Martina Fontana allestito al Noi Techpark, Ec(h)o-es in the rings del collettivo Éclat a Palazzo Campofranco e Propagation di Christine Runggaldier nella sede dell'azienda Laimer srl. Altro spazio recuperato temporaneamente all'arte, la sala del vecchio ristorante della Stazione ferroviaria di Bolzano, in disuso da anni, ha ospitato per Baw la scultura tessile What Lies Behind the Boundaries of a Shadow? [nella foto di copertina] creata da Barbara Prenka, artista kosovara attiva tra Bolzano e Berlino. Un oggetto plastico e scultoreo astratto che rimanda al senso originario di protezione, legato all'esperienza quotidiana di una coperta che ci avvolge, ma anche a immagini di vite precarie soprattutto in situazioni di marginalità e migrazione, di cui il vicino Binario uno della stazione è stato spesso testimone. L'installazione site specific è curata da Lottozero, hub e laboratorio tessile di Prato dove l'opera di Prenka sarà esposta in novembre in una mostra collettiva dedicata alla ricerca sulla Soft Sculpture

  • Baw 2025: Un'impressione della mostra con l'artista Filippo D'Eugenio Foto: Fanni Fazekas
  • ...and more

    Immersione, durante una delle intense giornate di Baw, anche nel Pluriverso, ovvero un mondo in cui molti mondi coesistono, l'ampio progetto della galleria Lungomare, con esplorazioni e letture sul tema, la performance get wet! del collettivo austriaco Woops, un gemellaggio ideale sancito con l'acqua del Danubio, e le ricette solari di Fiumicina, tra arte, scienza e consapevolezza ecologica.

    Dall'altra parte della città, tra i momenti clou della giornata conclusiva del festival, il recital sull'attimo che precede la morte Infinitesimal, di Nicole Brancato al piano e Jeremy Weiss (tenore), eseguito dai due artisti newyorkesi tra le pareti in nudo cemento della Chiesa San Pio X, e seguito da un'altrettanto toccante visita guidata al vicino Passaggio della memoria, a ripercorrere le tragiche vicende storiche del Lager di via Resia, di cui è rimasto solo il muro a testimonianza della barbarie nazi-fascista. A Bolzano ovest si è chiusa poi la quinta edizione delle Bolzano art weeks, con la presentazione del progetto 220 Hz di Kata Hinterlechner, nella cornice dell'Orto solidale della Casa museo delle Semirurali, un'oasi verde nel mezzo della città, coltivato da più famiglie immigrate, appartenenti alle etnie più disparate, e gestito dall'associazione Donne Nissà. Tra i vincitori della Call for artist di Baw25, l'artista nordtirolese Kata Hinterlechner ha svolto un'indagine affascinante sulla biodiversità, attraverso l'analisi della diversa intensità delle tracce sonore registrate in più punti del sottosuolo bolzanino, 20 centimetri sotto la superficie, e che il pubblico di Baw ha potuto riascoltare in cuffia. A fine giornata, il finissage plurisensoriale, arricchito dai sapori e colori esotici del pranzo solidale preparato dalle associate di Donne Nissà e condiviso festosamente nell'orto- giardino, ha salutato l'edizione Baw2025.

  • Baw 2025: La sede di Salto ha ospitato la performance di Matthias Schönweger e Jörg Zemmler Foto: Fanni Fazekas