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Freund Piantedosi

Il Ministro degli interni Matteo Piantedosi firma a Bolzano un accordo quadro con Arno Kompatscher e Ulli Mair: “CPR entro il 2025, risorse provinciali alle forze dell'ordine”. E promette una soluzione per le armi storiche degli Schützen.
Piantedosi, Mair
Foto: Andy Odierno/SALTO
  • Lunga giornata altoatesina, quella odierna del Ministro degli interni Matteo Piantedosi. Ad attenderlo stamane a Palazzo Ducale, oltre al Commissario del Governo Vito Cusumano, il presidente della Provincia Arno Kompatscher e l'assessora provinciale alla sicurezza Ulli Mair: il ministro ha presieduto il “Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica” e sottoscritto un accordo quadro – il primo del genere in Italia – per regolare un’ulteriore collaborazione tra Ministero e Provincia di Bolzano.

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  • “Ha un grande significato”, spiega Piantedosi, “perché è una cornice importante per il contrasto di alcuni fenomeni. È un primo accordo che rimane aperto, un metodo che in prospettiva diventa merito”. La Provincia Autonoma, prosegue, “renderà disponibili supporti logistici di straordinaria importanza a favore delle forze di polizia”: dai corsi di guida al Saftey Park all’acquisto di attrezzature per le forze dell’ordine, dal miglioramento delle condizioni abitative delle forze di polizia – con la ricerca di alloggi per gli agenti – sino alle attività di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole sul tema sicurezza.

     

    “Sono in corso verifiche tecniche sulla collocazione del CPR in Alto Adige”.

  • Foto: Andy Odierno/SALTO
  • L'accordo include una possibile collaborazione per la realizzazione di un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR): “Stiamo lavorando all’ipotesi di realizzazione del CPR entro il 2025, sono in corso delle verifiche tecniche per esempio sulla sua collocazione”, conferma Piantedosi, “la discussione è proficua e solo a supporto dell’idea di proteggere la sicurezza dei cittadini. Perché i Centri servono a proteggere da condizioni di illegalità, che poi riducono a condizioni di marginalità”. Il ministro ha ribadito anche la necessità di fare fronte alla situazione del carcere di Bolzano “che richiede un intervento migliorativo”.

     

    “La questione degli Schützen mi sta molto a cuore”

  • Foto: Andy Odierno/SALTO
  • Vi sono provvedimenti già messi in essere (“in questi due anni di governo abbiamo destinato alla Provincia di Bolzano ben 500 unità di personale di polizia”) e altri in cantiere. A partire da un annuncio (“stiamo lavorando a un ddl per attribuire alla polizia locale un’identità più forte”) per arrivare a una promessa: “Dare una risposta alle tradizioni degli Schützen, questione che mi sta molto a cuore”. Si tratta dell'utilizzo delle armi storiche degli Schützen provenienti da Austria e Baviera in occasione di adunate transfrontaliere: importarle verso l’Italia è infatti complicato dalla normativa vigente e il Sudtirolo auspica procedure più semplificate.

  • Nel segno della “sicurezza partecipativa”

    Nel suo intervento alla Conferenza provinciale sulla sicurezza – tenutasi nel pomeriggio al NOI-Techpark di Bolzano Sud alla presenza di amministratori locali e rappresentanti delle forze dell'ordine – Piantedosi ha poi elencato le priorità del Governo Meloni: “Prevenzione del degrado sociale, dalle aree degradate a quelle dello spaccio, per migliorare la qualità della vita; contrasto dell’immigrazione irregolare, che non è una postura ideologica né una visione securitaria d’un fenomeno di carattere epocale. I fenomeni se lasciati a sé stessi creano sacche di emarginazione”.

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  • Parlando al NOI-Techpark, il Landeshauptmann Kompatscher ha rimarcato l'impegno della Provincia a sostengo delle forze dell'ordine: “Il tema della sicurezza è tra i più sentiti, come l’inflazione o il costo della casa. Si parla di sicurezza percepita, di fatti reali o supposizioni, e certamente c’è il rischio di strumentalizzazioni. Noi non vogliamo cavalcarle, ma prendere sul serio le preoccupazioni verso l'aumento di determinati fenomeni anche sul nostro territorio, collegati anche alla migrazione”. Detto questo, “l’ordine pubblico resta competenza dello Stato, ma ci vuole un approccio corale: abbiamo un’assessora, coinvolgeremo la cittadinanza e collaboreremo con la polizia locale”.

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  • Ulli Mair, assessora provinciale alla sicurezza e prevenzione della violenza, difende l’approccio pragmatico “all’80% di prevenzione e 20% di repressione” di fronte a una “immigrazione incontrollata e irregolare”: “Il Sudtirolo dev'essere un territorio più sicuro. Non siamo una provincia italiana normale e non vogliamo esserlo: lavoriamo a standard di qualità alti, le aspettative vanno rispettate e non ci bastano le promesse” afferma l'esponente dei Freiheitliche.

     

    “Il questore Sartori è una scelta che questo territorio merita”

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  • L'assessora sottolinea come la figura del questore di Bolzano Paolo Sartori “il quale applica la legge in maniera conseguente”, sia “una scelta che questo territorio merita”. In quest'ottica, secondo Mair, “la polizia locale diventa una colonna portante della nostra sicurezza, servono nuove leggi, una nuova credibilità e la garanzia  del bilinguismo, non solo un diritto ma sinonimo di un’amministrazione vicina e accettata dai sudtirolesi”. Per questo il ministro è “la persona giusta per le nostre richieste, perché comprende le particolarità della nostra Provincia”. Unser Freund Piantedosi.

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Günther Stocker Thu, 11/14/2024 - 19:34

Ein großes Lob und Kompliment von der ex- blauen Uli, Küsschen für den italienischen Gast- von welcher Partei war er noch mal?
Da hat der Herr Pius - unser Goldener Rentner aver wirklich gute Arbeit geleistet!

Man staune und lerne. Was die Macht so alles bewirkt.

Da können sich noch einige Südtiroler eine große Scheibe abschneiden!

Uli weiter so!!

Thu, 11/14/2024 - 19:34 Permalink