Politics | Ping pong politico

Governare emozionando

La politica del governo privilegia le attese del proprio elettorato e sfrutta gli automatismi di reazione antagonista dell’avversario politico.
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  • In alcuni media è stato messo in risalto che la coalizione al governo sa destreggiarsi benissimo offuscando provvedimenti improvvisati e contraddittori rispetto alle promesse elettorali con iniziative efficaci di distrazione di massa. Basta lanciare per ogni problema di difficile soluzione una proposta politica in un campo politico differente. L’importante è che soddisfi le attese del proprio elettorato e sia in grado di stuzzicare gli umori della pancia popolare. Come confermano i sondaggi, una buona parte dell‘elettorato avvalla le iniziative di una leadership giovane, retoricamente brillante ed allenata a diffondere la propria narrazione populista. 

    Ciò è reso più facile, poi, dalla propensione ad immedesimarsi nel tentativo del governo di scaricare ogni responsabilità di insuccesso su concorrenti immeritevoli di sostegno e su nemici che hanno accerchiato il popolo della nazione per strappargli i benefici guadagnati con sudore e sano spirito patriottico. Non è necessario che le proposte che si intendono lanciare siano in linea con i principi della legislazione ed intrinsicamente coerenti e bilanciati in relazione agli effetti. Va assicurato, piuttosto, che colgano emozioni ed interessi della propria clientela. 

    Oltre a questo vanno costruite in modo da assecondare gli automatismi di reazione antagonista dei propri avversari. Se le idee del governo puntano a soddisfare sogni e bisogni in cui si può riconoscere la larga maggioranza dei cittadini, contemporaneamente è strategico identificare posizioni minoritarie ed in parte strampalate, la cui rappresentanza viene attribuita all'opposizione. Ai  suoi rappresentanti bisogna fornire spunti per attivare in essi i meccanismi di difesa di interessi secondari e comunque residuali nella percezione della popolazione. Oltre all‘ingranaggio dei riflessi di critica e di rifiuto delle posizioni maggioritarie assunte dal governo, provocazioni mirate servono a sollecitare in loro sdegno, allarmismi ed invettive, fino all’accusa gratuita di fascismo. 

    La comunicazione va modellata in modo che sia l'avversario politico ad alzare il livello dello scontro politico e a fomentare risentimento e disprezzo. Sarà la sua reazione a bollarlo come antidemocratico e revanchista. Pretendendo di essere nel giusto e rappresentare raffinati modelli progressisti finirà ad autoconfinarsi nell’angolo di posizioni politiche poco rilevanti ed a compromettere, con tali atteggiamenti, le sue ambizioni di riguadagnarsi una fetta di consenso nell’elettorato di massa.