Politics | Il commento

L’emergenza continua

L’allarme della politica per l’imminente chiusura dei Centri di emergenza freddo appare stucchevole. Quando supereremo l’approccio emergenziale con percorsi strutturali?
Pacinotti_ex Inpdap
Foto: Provincia di Bolzano
  • Come accade ogni anno, le dichiarazioni di esponenti politici riguardo l’imminente chiusura dei centri di emergenza freddo per le persone senza dimora catturano l’attenzione dei media locali. Juri Andriollo, assessore al Sociale del Comune di Bolzano e candidato alla poltrona di sindaco con la coalizione di centrosinistra, per esempio, ha dichiarato al quotidiano Alto Adige che “la delibera della Provincia chiude l'‛emergenza freddo’ a fine mese, poi finiranno tutti in strada anche perché il centro Comini, sempre a Bolzano Sud, che ospita un'altra novantina di senza dimora, non ha più spazio” e ha ammonito che “il capoluogo non può tornare ad avere le tende sui fiumi”. La notizia della chiusura dei Ricoveri Notturni Invernali a cui fa riferimento Andriollo, tuttavia, non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Era noto dallo scorso 16 luglio – giorno dell’approvazione della Delibera n. 603 della Giunta Provinciale Linee guida per l’accoglienza nei Ricoveri Notturni Invernali –, infatti, che le strutture avrebbero chiuso il 30 aprile. 

    Appare dunque stucchevole l’improvviso allarme della politica.

  • La situazione

    Da novembre a fine aprile, l’accoglienza notturna delle persone senza dimora è stata suddivisa tra i Comuni di Bolzano (ex-Inpdap con 195 posti e ex-Alimarket con 50 posti), Merano (20 posti per uomini e 25 per donne), Bressanone (20 posti) e Laives (20 posti). Analizzando le Linee Guida provinciali, su SALTO avevamo riconosciuto che la distribuzione dei dormitori sul territorio provinciale avrebbe potuto portare a un cambio di passo, qualora le istituzioni avessero lavorato per mettere in campo misure e iniziative di ampio respiro. Caterina Cortese, responsabile dell’Osservatorio della Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (fio.PSD), aveva sottolineato che il coinvolgimento dei centri urbani minori sarebbe dovuto andare di pari passo con l’istituzione di un vero e proprio sistema di servizi nei territori, mentre parallelamente i capoluoghi avrebbero dovuto investire in progetti legati all’abitare. Per operare un vero cambio di paradigma il Comune di Bolzano, “alleggerito” di una parte dell’accoglienza, secondo Cortese, avrebbe dovuto “investire sull’housing: dall’abitare supportato, condiviso o sociale all’Housing First”. L’unico progetto di questo tipo nel capoluogo sarà avviato a partire dal prossimo ottobre dal dormizil, un’organizzazione costituita da volontari della società civile. 

    Bolzano, inoltre, fa i conti con l’assenza di un centro diurno per i cittadini extra-comunitari. È vero che le persone costrette loro malgrado in strada durante il giorno possono trovare riparo all’ex-Alimarket, ma si tratta uno spazio isolato e scarsamente attrezzato, che non prevede progetti educativi individualizzati, né attività volte alla socialità e alla riattivazione di risorse e competenze personali.

    Nei centri periferici, invece, i Comuni del territorio, in collaborazione con la Provincia, avrebbero potuto sviluppare un servizio trasversale di supporto – centro diurno, consulenza psicologica, orientamento lavorativo –, volto al reinserimento delle persone senza dimora nel tessuto sociale. Inoltre, considerando che circa il 30 percento delle persone che afferisce ai Ricoveri Notturni Invernali è costituito da lavoratori privi di alloggio sarebbe stato incoraggiante vedere le istituzioni e il mondo imprenditoriale cooperare per individuare delle soluzioni al “problema-abitare” di coloro che contribuiscono a mantenere in piedi il “sistema-Alto Adige”.

    Misure di questo tipo avrebbero potuto favorire l’avvio di percorsi strutturali per superare l’approccio emergenziale che da anni caratterizza il sistema di sostegno alle persone senza dimora in Alto Adige. Di tutto questo nemmeno un accenno e così, anche quest’anno, dal primo maggio centinaia di persone torneranno in strada, dove minacciate da sgomberi, fogli di via e retorica del “degrado”, rischiano di scivolare di nuovo nella totale invisibilità. 

     

  • Alessio Giordano è autore per SALTO della serie Notti fuori.

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Salto User
adige Wed, 04/16/2025 - 13:37

Qualcuno sa quali sono i motivi dietro alla presenza di 'lavoratori privi di alloggio'?

Per il resto, non capisco perché i contribuenti debbano continuare a sovvenzionare la vita di persone che non vogliono lavorare. Non è vero che siano 'costrette loro malgrado'. In Alto Adige c’è una cronica carenza di manodopera, e persone provenienti da tutta Europa vengono qui per lavorare. Allora perché le persone senza dimora non si mettono a lavorare?

E questo vale in particolare per gli extracomunitari. Lo Stato offre loro il privilegio di venire in Italia, ma invece di ringraziare la società italiana diventando membri utili, continuano a sfruttare il sistema.

Wed, 04/16/2025 - 13:37 Permalink
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Manfred Gasser Wed, 04/16/2025 - 19:22

In reply to by adige

"Qualcuno sa quali sono i motivi dietro alla presenza di 'lavoratori privi di alloggio'?"
Diese Frage ist jetzt aber nicht ernst gemeint, oder?
Und was den Rest betrifft, Sie sollten mal mit einem Sozialarbeiter darüber sprechen, der kann Ihnen das sicher erklären. Oder noch besser, Sie schauen mal selbst vorbei, unter den Brücken, und fragen die Menschen dort.

Wed, 04/16/2025 - 19:22 Permalink
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franz Thu, 04/17/2025 - 09:00

In reply to by adige

Se e per la non voglia di lavorare,noi contribuenti dovremmo mandare via ben altra gente che ci costano molto di piu(Pahl,Achammer,Knoll...,l' insegnate che in 28 anni di stipendio 25 passati senza lavorare, l idraulico in finta malattia,il medico che fa il coordinatore di che so io per le prossime olimpiadi, forse anche la scrivente.
Il problema e il perverso meccanismo voluto da politici ignoranti e traditori che produce per il datore di lavoro costi enormi e nelle tasche del lavoratore fa arrivare pochi spiccioli e premia pure l immgrante che riesce a inserirsi nel altrettanto perverso sistema sociale(sempre concepito dai sudetti deficenti).La societa italina e altoatesina e anni luce lontana dalla politica e classe dirigente italiana

Thu, 04/17/2025 - 09:00 Permalink
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evikeifl Wed, 04/16/2025 - 19:43

Es gibt mindestens zwei „gute“ Gründe dafür, die Leute auf der Straße zu lassen. Erstens könnte sich eine gut funktionierende Integration herumsprechen und weitere Menschen anziehen, die anderswo prekär leben. Das muss natürlich verhindert werden. Und zweitens liefern herumlungernde Obdachlose, möglichst solche mit dunkler Hautfarbe, das ideale Feindbild für alle, die ein solches für ihr politisches Fortkommen brauchen. Also geben wir ihnen für die kalten Winternächte ein Dach und ein Bett (wohlgemerkt nur für die Nächte, denn in der Früh müssen sie raus, egal wie kalt und nass es draußen ist), damit uns keiner erfriert, weil das wirft kein gutes Licht auf uns. Aber kaum wird es Sommer, schicken wir sie unter die Brücken – auch die, die in unseren Betrieben arbeiten, deren Chefs es aber nicht auf die Reihe bringen, ihnen ein Bett und eine Dusche bereitzustellen.
Es ist zum Kotzen! Und der zuständige Stadtrat will jetzt auch noch Bürgermeister werden!

Wed, 04/16/2025 - 19:43 Permalink