Gaismair: dal 1525 ad oggi

-
Nel 1525 anche il Trentino-Alto Adige fu interessato dalle turbolente rivolte dei contadini. Sotto l’influsso delle rivendicazioni delle popolazioni di Germania e Austria, in un'Europa attraversata dallo scisma della riforma luterana, il popolo sudtirolese e trentino decise di ribellarsi al potere autoritario dei principi vescovi, che nei territori dell’impero degli Asburgo imponevano tasse e gabelle pesantissime. A guidare la rivolta altoatesina fu Michael Gaismair, nato vicino Vipiteno da una famiglia di contadini benestanti e scrivano al servizio del principe vescovo di Bressanone, che, attraverso le battaglie dei contadini, tentò, senza successo, di portare avanti la visione di una repubblica comunitaria tirolese, capace di gestire e redistribuire le risorse tra i propri cittadini. Per ricordare ed indagare quegli anni, nell’anniversario dei 500 anni dalle rivolte, si moltiplicano le iniziative in Trentino-Alto Adige, tra percorsi FAI e mostre dedicate. Ne parliamo con Mirko Frainer, capo delegazione FAI di Bolzano e Hanns-Paul Ties, curatore della mostra di Novacella.
-
Mirko Frainer: "Abbiamo deciso di dedicare gli eventi FAI della regione proprio al 1525". Foto: Delegazione FAI Bolzano
SALTO: Come sono nati i progetti per l’anniversario delle rivolte?
Mirko Frainer: Per conoscere meglio gli eventi e riflettere sull’eredità storica delle rivendicazioni dei contadini e della figura di Gaismair, quest’anno, abbiamo deciso di dedicare gli eventi FAI della regione proprio al 1525, con un percorso che comprende diversi appuntamenti tra Alto Adige e Trentino, nei mesi di maggio e giugno: inizieremo oggi, sabato 17 maggio, con la conferenza e la camminata sulle tracce della rivolta a Bressanone, per concludere il 15 giugno con la passeggiata nei luoghi di Bernardo Cles in Val di Non.
Hanns-Paul Ties: Abbiamo deciso di guardare alle rivendicazioni sociali delle rivolte, con approfondimenti sulla figura chiave di Michael Gaismair, ideatore del concetto di repubblica sudtirolese. La mostra ha aperto i battenti il 10 maggio e andrà avanti fino alla fine di ottobre, a Castel Sant'Angelo di Novacella, accanto al percorso espositivo del Hofburg di Bressanone, insieme a convegni e altri spazi destinati.
Hanns-Paul Ties: "Abbiamo deciso di guardare alle rivendicazioni sociali delle rivolte, con approfondimenti sulla figura chiave di Michael Gaismair". Foto: Museumsverband SüdtirolPer il 2025 lo slogan dell’anno dei musei Euregio è stato “guardare oltre” con il riferimento alla giustizia sociale, una scelta che lega il tema delle rivolte contadine in tutta l’Euregio?
M.F.: Gli echi della riforma luterana e dei tumulti dell’area tedesca si sono riverberati in tutta la regione, fino a Trento, con una forza particolare in Val di Non. Se nel resto d’Italia non si è arrivati a vederne gli effetti, le rivendicazioni hanno accomunato tutto il Trentino-Alto Adige, data non solo la posizione geografica, ma anche le condizioni simili di struttura socio-economica: in questi territori il dominio dei principi vescovi, insieme alla casata degli Asburgo, avevano instillato un profondo malcontento, favorito anche dalle spinte anticlericali delle tesi di Lutero.
H-P.T.: Nella mostra, oltre alla possibilità di visionare alcuni dei documenti originali della rivolta, esposti nella sala barocca dell’Abbazia di Novacella, abbiamo deciso di dedicare alcune installazioni artistiche contemporanee, come quella artistica audiovisiva di Elisa Grezzani e l’omaggio d'arte contemporanea di Lorenz Masé, a Gaismair e alle sue idee di riforma sociale, un messaggio che ha unito tutto il territorio dell’attuale Euregio, anche se all’epoca la battaglia si concluse con il fallimento delle idee di riforma.
Un messaggio che ha unito tutto il territorio dell’attuale Euregio
Gaismair, a capo della rivolta, aveva infatti elaborato delle richieste economico-sociali, passate alla storia come i “30 articoli di Novacella”?
M.F.: Le rivendicazioni guardavano soprattutto alla pace sociale di tutta la popolazione dell’attuale versante italiano dell’impero asburgico, ed è interessante osservare che gli articoli furono tradotti anche in dialetto trentino, a dimostrazione del fatto che la comunità sudtirolese e quella trentina avevano dei contatti costanti, non solo mediante le cittadine di confine nelle valli, ma anche tramite i Sudtirolesi presenti a Trento e i Trentini di stanza a Bolzano.
H-P.T.: Si trattava di proposte abbastanza radicali, soprattutto se pensiamo al periodo storico, già nel 1525 si parlava di redistribuzione della ricchezza a favore della comunità, di servizio di leva diretto unicamente alla difesa del territorio, di rappresentanza di tutta la popolazione contro l’assolutismo monarchico, oltre che di tasse e di diritti economici.
Dopo un periodo iniziale di entusiasmo e successi, le rivolte furono, però, sedate in poco tempo?
M.F.: La guerra contro la Francia, nella quale gli Asburgo erano impegnati, aveva creato un vuoto di sorveglianza militare sui territori dell’impero, accompagnato dal fatto che, soprattutto in Trentino, i principi vescovi si assentavano per lunghi periodi. In un primo momento la popolazione riuscì ad occupare i palazzi del potere, e lo stesso Ferdinando I d'Asburgo decise di tergiversare, prima di ritrovare il controllo dei territori e reprimere le rivolte. La zona che riuscì a resistere maggiormente fu proprio la Val di Non, che alla fine, però, dovette comunque capitolare.
H-P.T.: Anche a Bressanone la popolazione, rappresentata da Gaismair, aveva assaltato e saccheggiato l’Hofburg e soprattutto, l’Abbazia di Novacella, importante e contestato centro di potere. I contadini non si erano limitati alla rivendicazione dei beni, ma avevano anche cercato di eliminare i documenti sui quali erano riportati gli ingenti debiti verso le autorità territoriali. Georg Kirchmair, amministratore di Novacella, riuscì, però, a recuperarli, per ripristinarne gli obblighi, e, oggi, alcuni di questi documenti sono visibili nel percorso della mostra.
La figura di Gaismair venne riscoperta nell’800 e fu oggetto di appropriazione da parte di movimenti politici opposti?
M.F.: Sia l’ideologia nazionalsocialista che quella comunista trovarono in Gaismair un eroe capace di gettare le basi per i movimenti successivi. I nazisti vedevano in lui uno strenuo oppositore della chiesa e del tesoriere di Ferdinando I d'Asburgo, Gabriel von Salamanca, identificato come l’emblema della ricchezza ebraica, mentre i comunisti leggevano in questa figura a capo dei contadini il primo difensore dei proletari del XVI secolo. Anche i movimenti autonomisti rinvennero nell’idea di una repubblica autonoma tirolese il seme per le successive spinte verso l’Autonomia. In realtà, si tratta di letture che vanno oltre il personaggio di Gaismair, da collocarsi nel contesto della sua epoca, con i corretti riferimenti sociali e familiari.
Gaismair è conosciuto soprattutto nel contesto tedesco e sudtirolese?
H-P.F.: La diffusione delle rivolte contadine nelle sole regioni tedescofone, dove anche la riforma protestante aveva avuto un impatto maggiore, non ha incentivato la conoscenza delle sue vicende storiche, anche se bisogna ricordare che la storiografia veneta si è occupata di Gaismair in maniera approfondita, forse, grazie anche al fatto che, dopo un periodo in Svizzera e un breve ritorno in Alto Adige, Gaismair si stabilì nella Repubblica di Venezia, morendo a Padova nel 1532.
Si trattava di proposte abbastanza radicali, soprattutto se pensiamo al periodo storico
I 500 anni delle rivolte rappresentano anche un modo per rinnovare l’interesse per gli eventi storici e per la figura di Gaismair?
M.F.: L’analisi dei documenti storici è particolarmente importante per ricostruire gli eventi, attraverso analisi critiche che si basano sulle fonti. Lo storico Giorgio Politi, per esempio, ha mosso dei dubbi sull’autenticità degli statuti di Gaismair, non rinvenuti in nessun documento coevo, ma rimaneggiati più tardi, in fonti del 1600. Le ricerche devono quindi proseguire, sia per far luce sui fatti, sia per tentare di eliminare eventuali letture distorte, che si sono create nei decenni precedenti.
H-P.F.: Con l’occasione dell’anniversario, negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi volumi sul tema e su Gaismair. Per ora, i libri pubblicati di rencente sono solamente in tedesco, ma la mostra è ovviamente bilingue, nella speranza di accendere l’interesse di un pubblico più vasto possibile.
More articles on this topic
Society | Podcast | Ep 38Vergessener Held
Culture | SALTO GesprächZusammenarbeit verschiedener Disziplinen
Culture | GeschichteBauernkrieg im Staatsarchiv
A dire il vero Gaismair l…
A dire il vero Gaismair l'abbiamo ri-scoperto nel 1975 ("Tyrol 1525. Szenen aus dem Bauernkrieg"; regia di Franco Marini, gruppo teatrale del Südtiroler Kulturzentrum), spettacolo teatrale ripreso anche dalla RAI Sender Bozen.