Culture | Journalismusfest

Informazione con vista

Al Journalismusfest di Innsbruck per parlare del nuovo Regolamento europeo sulla libertà di stampa, censura delle vignette politiche e molto altro. Giornalisti in dialogo con ricercatori e il pubblico su temi urgenti che la sera si raccontano in rap.
Journalismusfest Innsbruck
Foto: SALTO
  • L’Europa sembra essersi resa conto della necessità di difendere i giornalisti dalle interferenze politiche approvando il Regolamento europeo sulla libertà dei media (conosciuto con l’acronimo inglese EMFA, European Media Freedom Act), che si applicherà pienamente a partire dall'8 agosto 2025, ha detto Renate Schroeder, direttrice della Federazione europea del giornalisti (EFJ) durante un evento del Journalismusfest che si è aperto ieri a Innsbruck. “È un segnale politico molto positivo - ha sottolineato - non solo perché viene dalla Commissione ma perché è stato firmato anche da tutti gli Stati membri, che ora lo devono applicare. Indica la volontà di aiutare i giornalisti a lavorare senza pressioni politiche e senza il timore di essere vittime di spyware”. 

    Ora la cosa fondamentale sarà vegliare sull'implementazione del Regolamento, e questo lo dovranno fare tutti - i giornalisti ma anche gli attivisti, gli accademici e il pubblico, ha ricordato Schroeder. Per l'Italia due articoli del Regolamento sembrano essere particolarmente rilevanti, ha detto a SALTO: “L’articolo 5 sottolinea l’indipendenza politica della radiotelevisione pubblica - ad agosto questa direttiva diventerà legislazione nazionale e ogni riforma della RAI dovrà tenerne conto. Ma il governo in questo momento dice che la RAI è già indipendente, mentre l’opposizione usa l’EMFA per chiedere un cambiamento. Su questo si potrebbe arrivare fino alla Corte costituzionale se il governo non applicherà il Regolamento”. Un altro articolo protegge le fonti giornalistiche, anche da spyware. “In Italia - ricorda Schroeder - ci sono stati recentemente dei casi di spyware (il caso Paragon, ndr), di cui nessuno parla, il governo dice di non sapere nulla, ma in ogni caso con questa direttiva aumenterà la protezione per i giornalisti”. Sarà molto importante monitorare l’attuazione anche nei paesi dove la libertà di stampa è già a rischio. Quest’anno la EFJ terrà il proprio congresso in Ungheria, proprio per dare un segnale di solidarietà ai media locali, ha detto Schroeder.

    La situazione italiana è stata citata anche dal Landeshauptmann Arno Kompatscher, che intervenendo all’inaugurazione del Festival insieme al suo collega del Tirolo Anton Mattle, ha ricordato come l’Italia abbia perso tre posizioni nel ranking più recente di Reporter senza frontiere. Ma in Italia giocano altri fattori, come ha notato il cartoonist Emanuele Del Rosso, che ha lasciato Trento dove come giornalista non riusciva a sopravvivere. Siamo abituati, dice, a ricevere cose gratis - “e questo non è compatibile con il buon giornalismo”.

  • Il panel sulla libertà di stampa nella Sala Leopold della Facoltà di Teologia dell’Università di Innsbruck. Foto: SALTO
  • Da Ferrara a Innsbruck

    Il panel sulla libertà di stampa nel quale si è discusso di EMFA è solo uno dei 70 eventi gratuiti e aperti al pubblico organizzati nell'ambito del Journalismusfest, che ha trasportato con successo sulle rive dell'Inn il festival che la rivista Internazionale organizza a Ferrara dal 2007. È grazie al giornalista sudtirolese Benedikt Sauer, che da anni vive e lavora nel capoluogo tirolese, che anche quest’anno più di 170 giornalisti e addetti ai lavori da 21 paesi del mondo si riuniscono e confrontano sui temi più attuali per il mondo dei media: la libertà di stampa, le pressioni politiche, i finanziamenti (o mancanza di), i benefici e le trappole offerti dai social media, e la grande incognita dell’intelligenza artificiale. C’è spazio anche per giornalisti che devono fuggire dal proprio paese: una di loro, la giornalista messicana Marcela Turati, racconterà durante la seconda giornata la sua storia e l’ospitalità che ha trovato in Umbria grazie a un progetto della Fondazione  Dario Fo e Franca Rame

    Nel suo discorso di apertura Sauer ha ricordato uno degli obiettivi del Festival: siamo tutti noi, come cittadine e cittadini, a dover dedicare tempo, soldi e la nostra attenzione a informarci, un concetto espresso dal direttore di Le Monde Diplomatique Ignacio Ramonet 26 anni fa e che vale a maggior ragione oggi. Dobbiamo decidere se vogliamo farlo, anche perché, ricorda Sauer, non è semplicemente possibile produrre gratuitamente informazione - o perlomeno un’informazione di qualità e attendibile, che si produce grazie a ricerche approfondite. Il panel inaugurale era inusualmente formato da vignettisti politici, definiti da uno di loro - il trentino Del Rosso, che da qualche anno vive e lavora in Olanda - come i canarini nella miniera: i primi a soffrire la censura e a lanciare così i campanelli d’allarme, che devono essere ascoltati. Esempi dalla Turchia ma anche dagli Stati Uniti, con il caso della cartoonist Ann Telnaes che si è dimessa dal Washington Post a causa della censura di un suo cartoon critico sia del presidente Trump che del proprietario, Jeff Bezos

  • Il disegnatore trentino Emanuele Del Rosso (con microfono) racconta come è nato un suo cartoon nel panel di apertura del Festival. Foto: SALTO
  • Giornalismo in salsa stand-up

    Ma al Festival non ci sono solo discussioni serie - e a tratti preoccupanti - per il futuro della professione. Ieri sera è tornato anche il Reporter Slam, un format nato in Germania: immaginate una riunione di redazione trasformata in stand-up comedy, e cinque coraggiosi reporter che, in dieci minuti e con grandi dosi di humor, raccontano i retroscena delle loro inchieste o reportage. Insieme a giornalisti di Austria, Germania, Lussemburgo e Svizzera sul palco ieri sera c’era anche il nostro Peter Thalman di RaiSüdtirol, che ha abbandonato giacca e cravatta della conduzione della Taggeschau per raccontare con ironia la sua vana rincorsa a un’intervista con Alex Schwazer alle Olimpiadi di Rio nel 2016. Ha vinto il giornalista lussemburghese Matthias Kirsch - Peter, purtroppo, non ha ripetuto l’exploit di un altro giornalista sudtirolese, Andrej Werth della ff, che due anni fa ottenne il titolo di slampion grazie all’applauso del pubblico: vince infatti chi ottiene quello più rumoroso.

    Il Reporter Slam è una bella occasione per scoprire il lavoro del giornalista “dietro le quinte” in una prospettiva inedita - una formula intelligente che offre anche qualche prospettiva inedita. Un po’ come tutto il Journalismusfest, il cui motto è “Ein Wochenende mit Aussicht”.  Innsbruck è a sole due ore di treno - vale la pena fare un giro e cambiare prospettiva.

    Il programma con tutti i dettagli del Festival è disponibile qui

  • Il momento conclusivo del Reporter Slam: da sin: Jochen Markett, fondatore e organizzatore; il vincitore Matthias Kirsch, Zeit Online, Lussemburgo; Peter Thalman; Benjamin Emonts, freelance, Germania; Lea Ernst, freelance, Svizzera; Anna Goldenberg, Falter, Austria. Foto: SALTO
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pérvasion Sat, 05/17/2025 - 10:08

«Innsbruck è a sole due ore di treno»

Oder mehr, oder weniger. Je nachdem, wo man einsteigt.

Nur ein kleiner Reminder, dass Südtirol nicht Bozen ist. ;-)

Sat, 05/17/2025 - 10:08 Permalink
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Hartmuth Staffler Sat, 05/17/2025 - 13:38

Nur zur Erinnerung: Vor dem Ersten Weltkrrieg dauerte die Fahrt von Innnsbruck nach Bozen (und umgekehrt) zwar doppelt so lange wie heute, aber dafür gab es etwa vier Mal so viele durchgehende Verbindungen. Auch wenn man die mit einem Mittelstreckenlauf am Brenner verbundenen Umsteigemöglichkeiten einbezieht, sind es damals immer noch doppelt so viele wie heute.

Sat, 05/17/2025 - 13:38 Permalink