“Una critica volgare”
Parla di una “telefonata antipatica” ricevuta prima delle Olimpiadi di Rio, Gerhard Brandstätter, avvocato di Alex Schwazer, un avvertimento ricevuto da un funzionario della Iaaf per scoraggiare la difesa del marciatore altoatesino. “Non sono io la vittima - minimizza il legale -, è tutto un attacco mirato contro l’allenatore Donati più che contro Alex, motivo per cui Sandro ha sviluppato forti sensi di colpa nei confronti dell’atleta”. Il 10 agosto scorso Schwazer ha subito dal Tas una squalifica per doping della durata di 8 anni, così come richiesto dalla Iaaf. Ora si attende la motivazione della sentenza, con ogni probabilità verrà richiesto il test del DNA e studiato un ricorso alla giustizia svizzera dal momento che il Tribunale arbitrale dello Sport ha sede in Svizzera.
“Vedremo se trapela qualcosa, mi auguro che qualcuno si metta una mano sulla coscienza, ma una cosa comunque è certa: Alex e Donati non vogliono accettare questa situazione che reputano profondamente ingiusta. La prova principe non c’è e il cerchio si chiude sempre di più - prosegue Brandstätter -. Non dimentichiamo che due ispettori dei controlli sono stati sospesi perché hanno accettato denaro per coprire il doping russo, gli stessi sono poi venuti a Bolzano a testimoniare a favore del medico Giuseppe Fischetto il quale era stato tirato in ballo da Donati e Schwazer ed è lo stesso individuo che dice che Alex va eliminato. Il timore del medico è per il suo database in cui sono contenute informazioni sul doping, compreso quello dei russi”.
I conti, del resto, continuano a non tornare, a cominciare da quel famigerato primo gennaio, data del controllo a sorpresa ma che a sorpresa di fatto non era dato che venne disposto già a metà dicembre. E poi ancora il laboratorio di Colonia chiuso nel giorno di festa e quel “buco” di un giorno e mezzo in cui il campione delle urine è stato trattenuto in una struttura nient’affatto sicura, come aveva già denunciato Donati. “In concomitanza ci fu anche l’udienza di Bolzano, dove Alex aveva testimoniato coinvolgendo Fischetto - afferma l’avvocato -, si tratta dunque di tutta una serie di strane e pesanti circostanze. Prendiamo ad esempio la provetta accompagnata dal documento che riportava la residenza di Alex, Racines: la Iaaf continua a dichiarare che l'indicazione del luogo non influisce sul risultato, ma è chiaro che questo facilita la riconoscibilità presumendo che qualcuno avesse cattive intenzioni e volesse manipolare il campione, e comunque visto che esiste una regola questa deve valere per tutti. Il punto - sottolinea Brandstätter - è che finché i controlli li gestisce la Federazione le cose non miglioreranno”.
Secondo il legale ricostruire tutta la vicenda richiede mezzi “che noi non abbiamo”, ma è evidente che la vicenda “puzza e l’assurdità della cosa è palese a tutti visto che comunque si tratta di una piccola dose di testosterone che non sviluppa nemmeno un muscolo del mignolo e che dunque non produce alcun effetto”. Alex avrebbe vinto l’oro a Rio, è ciò che continua a ripetere il suo entourage, perché anche in allenamento, a Copacabana, aveva registrato tempi da record mondiale. Brandstätter chiarisce poi anche la polemica relativa ai presunti 700mila euro, la cifra che Alex avrebbe racimolato prima della squalifica: perché se il marciatore possedeva un tale patrimonio ha lanciato una campagna per raccogliere fondi a sostegno delle spese legali per il procedimento al Tas, tenendo conto del fatto che lo stesso Brandstätter ha sempre prestato la sua consulenza a titolo gratuito? “Innanzitutto la somma non era così alta, secondo, una parte di quei soldi sono stati usati - precisa il legale -. Alex si è pagato i controlli, si è mantenuto a Roma per un anno e mezzo vivendo in una pensione, gira con la macchina del padre ed è dal 2012 che non guadagna nulla. Ricordo - sottolinea ancora l’avvocato - che mentre studiava Alex ha fatto il cameriere a Innsbruck e divideva un appartamento con altri 4 ragazzi. Si tratta insomma di una critica volgare, la campagna è stata lanciata per avere un contributo di solidarietà, visto che si consumano soldi anche per le cause ingiuste. Il suo è un modesto risparmio che gli permetterà quantomeno di poter programmare il futuro”.