Politics | La resa dei conti

PD: voto 'inquinato' dagli stranieri?

"PD - Pakistani Democratici" ha twittato Antonio Frena: molti voti di Randi sarebbero giunti da 'mercenari' cooptati per l'occasione. Il partito è nel caos e Luisa Gnecchi, leader decaduta, è ago della bilancia con il suo 7% di consensi.

Il partito democratico altoatesino sta naufragando nelle sue contraddizioni. Mentre i candidati alla segreteria stanno tentando una difficile mediazione, stemperando i toni, tra i militanti si sta consumando un 'tutti contro tutti' davvero senza precedenti. 
Le primarie - che fino a pochi mesi fa sono state il tratto distintivo di un partito autoproclamatosi 'unico rimasto autenticamente democratico' - sono ridotte ormai ad un fantasma. E, quello che è più grave, si sono manifestate essere un veicolo assolutamente incapace di ottenere i due principali obiettivi previsti: coinvolgere i cittadini e stabilire con chiarezza i 'vincitori', ricompattando però subito dopo il partito. 

COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI
Il partito aveva posto uno spartiacque: con più di 3.500 partecipanti alle primarie sarebbe stato un successo, con meno una sconfitta. Con 3.800 voti la barriera è stata superata di poco, ma le accuse che stanno giungendo dallo schieramento che sostiene Liliana di Fede lasciano intendere che molti voti (se non moltissimi a Bolzano) siano giunti da cittadini immigrati materializzatisi dal nulla per votare Randi. L'accusa è gravissima e aleggia come un ombra in queste ore che che dividono il partito dalla riunione della commissione elettorale che dovrebbe proclamare il risultato delle urne e rimandare alla nuova assemblea provinciale la difficile decisione sulla nuova segreteria. 

IL MALESSERE
Dove sta andando il PD altoatesino? Da tempo se lo chiedono gli elettori (effettivi e potenziali), ma ora il disorientamento riguarda anche quadri e militanti, scioccati da quanto sta avvenendo. 
Nel partito urge una profonda riflessione sul significato stesso delle primarie, sulla fuga degli elettori, sulla terribile contraddizione rappresentata da masse singificative di voti 'estranei' e movimentati per l'occasione.  
Due problemi su tutti: sembra mancare una visione in grado di dare una prospettiva e di riconquistare il contatto con la gente
Ed il problema più grande: affrontare i due problemi appena citati in una fase di caos generalizzato come quella attuale. 

LA LEADER DECADUTA
Nella situazione attuale paradigmatico è il caso di Luisa Gnecchi. La leader decaduta dopo aver trovato a Roma la sua nuova identità 'nazionale', ha voluto tornare a Bolzano con tre scopi: rivendicare un suo ruolo anche a livello locale, mantenere in vita la 'sinistra interna' e 'pacificare' i due schieramenti in lotta che si richiamano a Di Fede e Randi. 
Il 7% dei consensi ottenuto dalla Gnecchi la mette al sicuro dalle accuse: niente 'truppe cammellate' per lei. Ma sugli altri obiettivi il risultato pare essere un'ampia sconfitta. Con la magrissima soddisfazione del 'gol della bandiera': essere ago della bilancia in un partito quasi allo sbando. E in cui i toni di alcuni suoi sostenitori (cfr Carlo Bassetti) sanno ancora una volta più di rivalsa che di diplomazia.

TENUI SPERANZE
Una piccola speranza è rappresentata dal silenzio di Randi e dall'appello lanciato da Liliana di Fede oggi su facebook. La sindaca di Laives - sulla scia di una vittoria tanto chiara quanto inutile viste le attuali regole macchinose - ha invitato alla calma e ad "accettare al situazione per quello che è ed a lasciare lavorare la commissione elettorale"
Il tutto mentre, come leggiamo sulle pagine del quotidiano Alto Adige, Roberto Bizzo ritiene il voto di domenica una sconfitta di Spagnolli, mentre il sindaco di Bolzano dal canto suo ritiene invece quella di domenica una vittoria visto che quella di Randi sarebbe stata una 'vittoria annunciata' ribaltata in pochi giorni. E Carlo Costa, vicesgretario designato da Liliana Di Fede respinde ogni richiesta di un suo passo indietro rispetto alla riconferma del suo ruolo di vicesegretario. 

Troppe ali insomma, in un sistema che ormai si può definire corrotto. E la serenità originaria (c'è mai stata) ormai forse definitivamente persa. 
Il PD altoatesino riuscirà ad uscire da questa grave crisi?