Autonomie
Foto: Seehauserfoto
Politics | Accadde domani

La parola alle Camere

Inizia l’iter della legge di riforma dello Statuto di Autonomia. La doppia lettura necessaria per tutte le leggi costituzionali potrà essere completata prima della fine naturale della legislatura? L'impresa non sembra impossibile.
  • Il numero di protocollo è il 2473, Camera dei Deputati. Il fascicolo è stato depositato il 15 luglio scorso e con questo atto inizia l’iter del disegno di legge del Governo intitolato “Modifiche allo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol.”

    Il documento parlamentare sul quale si andrà a discutere e a deliberare è composto da 48 pagine (qui il link alla scheda) e si apre con una relazione elaborata dagli uffici dei due ministeri proponenti: quello per gli affari regionali e le autonomie del leghista Roberto Calderoli e quello per le riforme istituzionali alla semplificazione normativa guidato da Maria Elisabetta Alberti Casellati. Questo l’incipit della relazione

    “ONOREVOLI DEPUTATI ! – Il procedimento di revisione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige è stato avviato a fronte di specifiche richieste formulate dai rappresentanti della regione e delle province autonome, anche sulla scorta delle dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente del Consiglio dei ministri in data 25 ottobre2022 alla Camera dei deputati, nelle quali è stata sottolineata, tra l’altro, la volontà del Governo di lavorare al ripristino degli standard di autonomia della medesima regione, che nel 1992 hanno portato al rilascio della «quietanza liberatoria» da parte dell’Austria in relazione alla vertenza da essa promossa nei riguardi dell’Italia presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

    Riassunte per sommi capi, le varie fasi della trattativa che ha portato alla formulazione del testo approvato in maggio dal Governo, nella relazione vengono delineate le caratteristiche dei principali provvedimenti contenuti nel testo della legge costituzionale che si va a proporre all’approvazione delle due camere. Dopo l’esame analitico la relazione si conclude così:

    Si evidenzia, infine, che, ai sensi dell’articolo 103, terzo comma, dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, il presente disegno di legge costituzionale giunge all’esame del Parlamento dopo essere stato sottoposto al parere del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige (parere del 14 maggio 2025) e dei consigli provinciali di Trento e di Bolzano (pareri del 7 maggio 2025).

    Inoltre, il disegno di legge è stato sottoposto anche alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano (parere del 29 maggio 2025) e alla Commissione permanente per i problemi della provincia di Bolzano, istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 gennaio 1992 in attuazione della misura n. 137 del «Pacchetto delle misure a favore delle popolazioni altoatesine», alla quale spetta di rendere un parere obbligatorio non vincolante sulle modifiche allo Statuto di autonomia, con particolare riferimento alla tutela delle minoranze linguistiche locali (parere del 12 giugno 2025).

    Tutti gli organi interpellati, nell’esprimere parere favorevole sui contenuti del disegno di legge costituzionale, hanno convenuto che la modifica allo Statuto speciale non costituisce adeguamento ai sensi dell’articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, come peraltro è desumibile dall’assenza nel testo di una disposizione che stabilisca la cessazione degli effetti del predetto articolo 10. Per le eventuali ulteriori osservazioni formulate in sede consultiva si rinvia ai testi dei pareri espressi, che a questo fine si allegano alla presente relazione illustrativa.

    Nel fascicolo parlamentare, oltre al testo di tutti i pareri sopraelencati, vi è anche il testo del provvedimento stesso, composto, come noto, da un unico articolo articolato in una lunga serie di commi (si arriva fino alla lettera S). Questo è ciò che ora dovrà affrontare il doppio esame parlamentare. L’interrogativo fondamentale è se la doppia lettura necessaria per tutte le leggi costituzionali potrà essere completata prima della fine della legislatura che, essendo iniziata come si ricorderà nel settembre del 2022, avrà il suo termine naturale alle soglie dell’autunno del 2027. Per dare una risposta a questo interrogativo si possono fare alcune considerazioni di massima.

  • Foto: w
  • La legge del 1972

    Il richiamo che viene immediatamente alla mente è quello che riporta ad un’altra legge costituzionale riguardante la questione altoatesina: quella che tra il 1970 e il 1972 portò alla nascita del secondo Statuto. Ebbene, in quel caso il percorso legislativo ebbe inizio tra l’estate e l’autunno del 1970, anche allora con una prima lettura affidata alla Camera. Il tragitto parlamentare si completò con la seconda lettura negli ultimi mesi del 1971 tanto è vero che, come noto, la legge entrò in vigore agli albori del 1972. Tutto, dunque, fu definito in poco più di un anno, anche se va notato che l’iter parlamentare non fu privo di asprezze per la feroce opposizione ostruzionistica del Movimento Sociale Italiano. Resta come esempio l’impresa retorica del leader missino Almirante che, nel gennaio del 71, parlò alla Camera per nove ore consecutive. Questo elemento si riporta al secondo dei fattori da considerare, e cioè quello dell’atteggiamento che su questa nuova legge avranno le varie forze politiche.

  • Favorevoli e contrari

    Il primo passaggio, quello forse più importante, che il nuovo disegno di legge dovrà affrontare sarà davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove sul testo, oltre ai pareri dei parlamentari verranno sentiti anche quelli di tutti gli esperti che la Commissione stessa deciderà di ascoltare. Qui si definiranno quindi anche le posizioni dei vari partiti. Favorevoli per ovvia disciplina di partito quelli di maggioranza resta da capire cosa faranno i rappresentanti delle opposizioni.

    L’andamento delle votazioni nei due consigli provinciali di Trento e Bolzano e in quello regionale potrebbe far immaginare un cammino abbastanza facile. Qui infatti i pareri favorevoli sono stati espressi a larghissima maggioranza con l’unica opposizione dichiarata dei secessionisti sudtirolesi. Naturalmente non vi è un obbligo per i deputati di attenersi alla posizione dei loro colleghi trentini e altoatesini, ma salvo clamorose sorprese l’atteggiamento dei rappresentanti del PD e della Sinistra non dovrebbe essere di netta opposizione. Resta l’interrogativo sull’atteggiamento che decideranno di prendere i 5 Stelle che a livello locale non hanno avuto modo di esprimersi.

    È un segno di come le cose in politica possano cambiare il fatto che oggi a proporre e a difendere questa legge saranno anche e soprattutto gli eredi diretti di Almirante

    Tutto sarà chiaro quando inizierà la discussione in Commissione. A vigilare sul percorso della legge, per evitare ad esempio che i suoi principi fondamentali, frutto come si ricorderà di una lunga trattativa tra Bolzano e Roma siano modificati o addirittura stravolti da qualche emendamento saranno indubbiamente rappresentanti della Südtiroler Volkspartei, ma anche, sulla base di un preciso impegno politico, quelli della maggioranza.

    È un segno di come le cose in politica possano cambiare il fatto che oggi a proporre e a difendere questa legge saranno anche e soprattutto gli eredi diretti di quel partito che, a mezzo secolo fa, con le nove ore della maratona di Almirante cercò inutilmente di impedire l’approvazione di quell’autonomia di cui oggi si vogliano ripristinare alcuni fondamentali principi logorati dal tempo.

    Sulla base di tutte queste considerazioni e tenendo conto che i tempi della politica sono sempre soggetti a bizzarrie e a mutamenti, se la volontà politica di far marciare la legge nel doppio esame dei due rami del Parlamento rimane quella di oggi, l’impresa di portare a casa la riforma prima della fine della legislatura non sembra impossibile. Ci conta molto Arno Kompatscher che su questa impresa ha investito parecchio e che spera evidentemente di poter uscire di scena (almeno come Landeshaputmann) con l’alloro del vincitore al collo.