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La mobilitazione continua

Sull'onda della protesta nata nelle scuole tedesche, oggi 75 insegnanti delle scuole in lingua italiana si sono incontrati per fare il punto sullo stop alle attività extrascolastiche: "Non siamo contro sindacati e studenti".
schule scuola
Foto: Max Fischer/Pexels
  • Anche i docenti delle scuole in lingua italiana dell'Alto Adige passano dalle parole ai fatti. Sulla scia della protesta nata negli istituti in lingua tedesca, dove quest'anno non si terranno attività extrascolastiche, anche nelle scuole italiane prende forma lo "stop alle gite". Alla base dell'iniziativa c'è la richiesta di vedere riconosciuto il ruolo sociale dell'insegnamento nonché un maggior compenso economico. Già a inizio settembre gli insegnanti di un istituto in lingua italiana - il Liceo Pascoli di Bolzano - avevano dato vita al Gruppo DIDA (Gruppo Dignità Istruzione Docenti Apprendimento) e avevano annunciato lo stop alle attività extrascolastiche. Ora sono stati coinvolti numerosi altri insegnanti e le principali scuole in lingua italiana della Provincia di Bolzano.

    "Nel pomeriggio di oggi, giovedì 18 settembre - scrive il comitato in una nota stampa - si sono riuniti online 75 insegnanti di quasi tutte le scuole superiori e alcuni istituti comprensivi in lingua italiana della provincia di Bolzano e i rappresentanti delle scuole in lingua tedesca che stanno animando da mesi la protesta che prevede per il corrente anno scolastico la sospensione di tutte le attività extracurricolari non obbligatorie e non già programmate e finanziate".

    Tale protesta - scrivono - non è contro la scuola, contro gli studenti e le studentesse, contro le famiglie, contro enti e associazioni culturali del territorio, men che meno contro le sigle sindacali cui spetta il compito della contrattazione, ma è un modo per rivendicare il diritto alla qualità dell’istruzione, di cui i primi destinatari sono proprio studenti e studentesse.

    La protesta, mettono in evidenza gli insegnanti, ha tre obiettivi. Numero uno: stipendi adeguati all’alto costo della vita in Alto Adige, dove, anche in virtù di una massiccia presenza turistica - scrivono i docenti -, i prezzi aumentano ogni giorno di più, penalizzando chi non vive di turismo. Dunque dalla provincia più ricca d’Italia ci aspettiamo ben altri stipendi. Non a caso la protesta è nata nel mondo di lingua tedesca che ha come riferimento le scuole del Tirolo, dove gli stipendi sono molto più alti dei nostri. Tanti studenti che vanno a studiare in Austria infatti non ritornano, proprio perché guadagnano di più. In val Pusteria, ad esempio, manca il 60% di insegnanti. Ma anche nelle scuole italiane alcuni docenti si fermano per poco tempo, proprio per l’alto costo della vita, in primis gli affitti.

  • Il liceo Pascoli di Bolzano: la prima scuola in lingua italiana ad aderire alla protesta nata nelle scuole in lingua tedesca Foto: Dalla Serra/SALTO
  • Secondo: negli ultimi venti anni - continuano gli insegnanti -, le scuole hanno visto una crescita esponenziale di attività extracurricolari, in alcuni casi utili e di qualità, in altri casi poco attinenti all’attività didattica. Alla scuola si chiede di fare di tutto: educazione stradale, educazione alla sicurezza, educazione alla salute, ecc., ritenendola l’unico spazio educativo per gli adolescenti. D’altra parte, però, nonostante la complessità della professione docente sia decisamente aumentata, lo stesso non è avvenuto per il suo riconoscimento economico e sociale. Più volte in fase di contrattazione la Giunta provinciale ha paventato un aumento del carico orario. Si trascura che la preparazione delle lezioni ha bisogno di molte ore, ha bisogno di studio, di aggiornamento che difficilmente è quantificabile, questo per una scuola davvero di qualità.

    E ultimo: la scuola ha un carico burocratico eccessivo e spesso inutile che riduce il tempo a nostra disposizione e ci sottrae energie che sarebbero meglio impiegate in altre attività, sottolineano i docenti.

    Auspicano infine che tutte le parti in causa condividano il medesimo obiettivo.