Tre mandati, corsa contro il tempo
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“Non era mai successo che una norma di attuazione passasse con questa velocità al vaglio dei ministeri” fanno sapere i ben informati. La Commissione dei Dodici – l’organo paritetico Stato-Regione – aveva recentemente approvato la proposta di norma di attuazione dello Statuto per verificare se esistono margini per un percorso legislativo autonomo da parte della regione Trentino Alto Adige sul numero di mandati ai sindaci. Sono bastate due settimane per avere un responso positivo da parte del ministro competente agli Affari regionali Roberto Calderoli. Un’accelerazione dettata dalla volontà della Lega trentina e nazionale di portare a casa una legge regionale che consenta tre mandati ai sindaci dei Comuni con più di 15mila abitanti. In Alto Adige la riforma coinvolgerebbe Renzo Caramaschi (Bolzano) e Roland Grießmair (Brunico).
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Fugatti Terzo
A spingere però sono soprattutto i trentini. Perché? La norma, nella sua formulazione, “riassesterebbe la facoltà autonomistica regionale”: in altre parole, il Consiglio regionale potrebbe legiferare in difformità alla normativa nazionale, consentendo il terzo mandato. Un precedente che aprirebbe la strada, per la Lega, a un ragionamento in chiave nazionale anche per i governatori, in primis il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che da tempo caldeggia la modifica.
Se la riforma parlamentare è stata bloccata da Fratelli d’Italia – segnando con tutta probabilità il destino del governatore del Veneto Luca Zaia – il Carroccio insiste nelle province e regioni autonome per cambiare le rispettive leggi elettorali e concedere un terzo mandato. È il caso del governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che si è detto favorevole a questa possibilità. Lo stesso vale per il Trentino, dove Fugatti si è espresso positivamente sull’introduzione del terzo mandato anche negli incontri della Conferenza Stato-Regioni. Intanto, intervenendo ieri al Festival delle Regioni in corso a Bari, il ministro Roberto Calderoli ha rilanciato la revisione del limite dei mandati per sindaci e presidenti di Regione: "Forse i tempi sono maturi per una revisione critica della disciplina nell'ottica di valorizzare la volontà popolare e la continuità della buona amministrazione degli organi maggiormente prossimi alle esigenze delle popolazioni. E credo che qualche riflessione sia nata anche rispetto al numero dei mandati dei governatori".
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La legge regionale
In Trentino-Sudtirolo, però, è una corsa contro il tempo. Dopo il rinvio della scorsa settimana, la Commissione dei 12 sarà convocata con ogni probabilità questo giovedì per approvare un testo definitivo per la norma d’attuazione — da licenziare entro questa settimana per non essere fuori tempo massimo in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio — mentre il Consiglio regionale è già convocato il prossimo 13 novembre per adeguarsi con una legge regionale alla normativa nazionale, secondo il ddl appena presentato dalla Giunta regionale. Il Consiglio dei ministri e il Presidente della Repubblica dovrebbero quindi promulgare la norma d’attuazione tra il 24 ottobre (Commissione dei 12) e il 13 novembre, mentre l’ultima parola spetterebbe in ogni caso al Consiglio regionale. “Attualmente sussiste un 50/50 di probabilità” fa sapere il senatore della SVP Meinhard Durnwalder.
In più c’è l’incognita “certezza del diritto”: il rischio di spiragli d’interpretazione che lascino spazio a equivoci – e ricorsi. Una spada di Damocle sulle prossime elezioni comunali: “Non possiamo discostarci dalla legge nazionale. Basterebbe il ricorso di uno dei sindaci sconfitti e la bocciatura della norma da parte della Corte costituzionale manderebbe tutto all’aria”, sosteneva a suo tempo Arno Kompatscher.
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