Premio Langer israelo-palestinese
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Un Premio Langer all’insegna del dialogo e della collaborazione fraterna – e nonviolenta – tra due organizzazioni impegnate in Palestina. È questa la scelta del Premio Internazionale Alexander Langer, assegnato quest’anno al movimento israeliano Ta’ayush e a quello palestinese Youth of Sumud, entrambi attivi nei Territori Palestinesi Occupati della Cisgiordania; “sumud” significa “perseveranza”, mentre “ta’ayush” sta per “vivere insieme”. L’annuncio ufficiale verrà dato stamane nel corso di una conferenza stampa nella sede della Fondazione Alexander Langer a Bolzano. Il Premio, dotato di 10mila euro, verrà consegnato nel corso della tradizionale rassegna “Euromediterranea” che si terrà a Bolzano agli inizi del 2025.
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Il Premio Alexander Langer
Dal 1997 il Premio Langer sostiene annualmente gruppi e singole persone che con la loro opera contribuiscono a mantenere viva l’eredità del pensiero di Alexander Langer e a proseguire il suo impegno civile, culturale, politico a favore della “conversione ecologica” e della pacifica convivenza.
La Fondazione si propone perciò di premiare persone e associazioni che con scelte coraggiose, indipendenza di pensiero e forte radicamento sociale percorrono strade innovative per affrontare le crisi oggi in corso. In particolare, mira a sostenere e valorizzare realtà spesso poco conosciute, che lavorano per i diritti umani e le politiche di pace, la democrazia e la convivenza, contro le discriminazioni e l’esclusivismo etnico e per la difesa dell’ecosistema. Alexander Langer dedicò il proprio impegno a questi temi, sottolineandone le interconnessioni e proponendo un approccio concreto e incentrato sulla cura delle relazioni.
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“Ta'ayush” è un movimento di base nato nel 2000 che lavora per abbattere i muri del razzismo e della segregazione, documentando quotidianamente le violente aggressioni dei coloni e dell’esercito d’Israele – e subendo per questo minacce e arresti, come nel caso dell’attivista israeliano di sinistra Guy Butavia, leader del movimento. In Ta'ayush israeliani e palestinesi lottano insieme per porre fine all'occupazione dei territori palestinesi e per raggiungere la piena uguaglianza civile attraverso azioni dirette quotidiane e nonviolente di solidarietà: “Noi - arabi ed ebrei, israeliani e palestinesi - viviamo circondati da muri e filo spinato: i muri della segregazione, del razzismo e della discriminazione tra ebrei e arabi all'interno di Israele; i muri dell'apartheid, della chiusura e dell'assedio che circondano i palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza; e il muro della guerra che circonda tutti gli abitanti di Israele, finché Israele rimarrà una fortezza armata nel cuore del Medio Oriente”.
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Youth of Sumud (YOS) è un'organizzazione nonviolenta palestinese composta da giovani, nata nel 2017 nelle colline a sud di Hebron nell’ambito del locale “Comitato di Resistenza Popolare”, in risposta alle continue aggressioni e violenze di coloni e militari israeliani contro agricoltori, famiglie e bambini delle scuole della zona. Gli attivisti di Youth of Sumud – praticando forme di resistenza popolare pacifica come scelta strategica per porre fine all'occupazione israeliana – si sono impegnati a far rivivere in particolare il villaggio di Sarura, situato nella parte meridionale della Cisgiordania, abbandonato negli anni Novanta a causa della violenza dei coloni del vicino avamposto illegale israeliano di Havat Ma’On. Le antiche case-grotta erano state danneggiate o demolite: YOS le ha ricostruite e ingrandite per farvi rientrare la comunità palestinese ed evitare che i coloni israeliani s’impossessino del territorio. Il gruppo, assieme agli Youth Against Settlements, organizza manifestazioni e azioni nonviolente di interposizione: ha base proprio in una delle caverne un tempo abitate dalla popolazione locale, ospitando chi vuole organizzarsi pacificamente alla resistenza.
(Nell'immagine in copertina: palestinesi e attivisti ebrei provenienti da Israele e dall’estero lavorano per costruire la tenda principale del Sumud Freedom Camp nel villaggio di Sarura, i cui residenti sono stati costretti ad andarsene negli anni ’80 e ’90; Colline meridionali di Hebron, Cisgiordania occupata, 19 maggio 2017)
Forse ad alcuni lettori…
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In reply to Forse ad alcuni lettori… by Gerhard Mumelter
Grazie dell'osservazione. Ho…
Grazie dell'osservazione. Ho integrato l'informazione nell'articolo.
Questo sì che è un premio…
Questo sì che è un premio degno di Langer. Complimenti