Gruppo di famiglia in un inferno
-
***1/2
Tre sorelle si ritrovano in un appartamento mentre il loro padre sta morendo. Basterebbe questa riga per spiegare di cosa parla il film di Azazel Jacobs, His Three Daughters, ma se è vero che non c’è molta trama da analizzare, c’è al contrario una quantità poderosa di storia da elaborare. His Three Daughters è una novità Netflix, di quelle che potrebbero passare inosservate e invece HERE WE ARE.
Cos’è
Vincent (Jay O. Sanders) ha tre figlie: Katie (Carrie Coon), dispotica e maniaca del controllo che incanala il suo turbamento pianificando tutto il pianificabile, Christina (Elizabeth Olsen), una specie di hippie, diplomatica e cordiale, e la sorellastra Rachel (Natasha Lyonne), una consumatrice seriale di marijuana che si guadagna da vivere con le scommesse sportive e che per anni si è presa cura del padre mentre le altre due sorelle gli facevano sporadicamente visita.
Le tre donne si riuniscono nell’appartamento del Lower East Side in cui sono cresciute perché il loro padre, assistito a turno da due infermieri durante il giorno, è in fin di vita. Mentre le figlie si preparano a dirgli addio emergono vecchie frizioni che minacciano la sorellanza.
-
(c) Netflix
-
Com’è
His Three Daughters è un film sulle fratture famigliari che mette bene in chiaro un concetto: non c’è un modo semplice per elaborare il lutto. Attraverso l’acuta sceneggiatura di Jacobs, ricca di sfumature, il dialogo naturale e autentico tra le tre donne, che hanno tre temperamenti diversi, rivela l’aggrovigliata storia della vita di una famiglia che si svolge in poche stanze anguste. È una collaborazione corale generosa con un’alchimia sottile quella fra Coon, Olsen e Lyonne che fanno un lavoro straordinario nei rispettivi complessi ruoli restituendo i conflitti profondi che animano i loro personaggi.
La prima metà del film si concentra sull’incomunicabilità tra le tre sorelle, il loro legame che appare insanabile è un problema da risolvere. Setacciando il passato e il presente devono capire come essere una famiglia senza la figura di riferimento del padre. In mezzo all’irrequietezza dell’attesa la gestione logistica di una vita che sta per finire: un modulo d’ordine di non rianimare, il necrologio, il via vai degli infermieri.
Il ritmo del film è malinconico ma His Three Daughters non è uno sdolcinato melodramma, non prende scorciatoie semplici come i soliti litigi feroci e le riconciliazioni struggenti ma alza il volume con parsimonia, usa una buona dose di umorismo e commuove in modi inaspettati. Negli ultimi 15 minuti del film Jacobs compie la sua svolta audace, un colpo di scena con un cambio di prospettiva che ha tutte le carte per non funzionare e invece funziona. E che finale.
-
More articles on this topic
Cinema | SALTO WeekendGute Remakes sind nicht unmöglich
Cinema | SALTO weekendCome Sesso e Sangue
Culture | SALTO AL CINEMATraumhafter Albtraum