no excuses
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Politics | Il presidente

Con Arno abbiamo preso un abbaglio?

Kompatscher si sta rivelando un Parteisoldat molto conservatore. Speriamo che il movimento No Excuses non si disperda e resti sentinella della nuova Giunta.
  • Sabato c’è stata la terza manifestazione organizzata da No Excuses. Un corteo variegato, variopinto, intergenerazionale: uno spaccato della società altoatesina/sudtirolese che non si rassegna al fatto che la SVP svolti decisamente a destra e per questo scende in strada. E ricorda a gran voce  al partito di raccolta che i problemi della nostra terra sono la crisi economica, la sanità che arranca, le difficoltà di chi non trova casa, di chi una casa ce l’ha ma non riesce a pagare l’affitto o il mutuo, di chi non riesce ad arrivare a fine mese perché la vita è troppo cara. 

    E poi l’emergenza freddo dei troppi senza tetto, l’accoglienza di chi viene in questa terra per lavorare. La solitudine, l’emarginazione dei singoli  in una società che non dispone più di quella fitta rete familiare che garantiva la cura dei deboli e degli esclusi. Ed ancora le guerre (la terza guerra mondiale come la chiama Papa Francesco), la carestia e la fame che alimentano l’immigrazione.

    Senza dimenticare il passaggio epocale della transizione ecologica e digitale. Problemi e questioni  che toccano la vita delle persone, che avrebbero bisogno di una prospettiva politica di largo respiro, capace di rispondere alle paure con la forza delle idee ed un massaggio di speranza e di futuro. Tutto il contrario dei messaggi, non solo elettorali, che i partiti con cui la SVP si appresta a formare la Giunta, hanno lanciato per anni. Partiti sovranisti che sanno lisciare il pelo alle paure ed insicurezze con tutto il corollario di slogan che continuiamo a leggere e sentire. 

    Ecco perché la società civile non si capacita che un Hoffnungsträger, qual era stato percepito  Kompatscher, si appresti a varare una tale coalizione.  Il Landeshauptmann, pressato dai molti appelli, ha cercato di rassicurare e spiegare. Rassicurare, dicendosi “garante” che non ci saranno arretramenti rispetto all’oggi per quanto concerne l’ambito dei diritti e del sociale. Spiegare, dichiarando che questa alleanza nasce nel segno della riforma dello Statuto, il bene più grande che egli persegue.

    Lo Statuto di Autonomia, è bene dirlo, non corre nessun pericolo: la nostra continua ad essere  un’autonomia piena e la tanto vituperata modifica del Titolo V della Costituzione prevede che gli statuti delle regioni/province a statuto speciale vengano adeguati per il ripristino di quelle competenze che con la riforma sono diventate concorrenti.

    Sono trascorsi più di vent’anni dalla riforma costituzionale appoggiata con convinzione anche dalla SVP e non si capisce perché in questo lungo lasso di tempo la Stella Alpina non abbia provveduto alla modifica statutaria. Eppure ci sono state legislature in cui il governo era “amico”. Penso in particolare a quella 2013/2018 in cui, grazie all’accordo elettorale con il PD di Bersani, la SVP portò al Parlamento un numero di parlamentari come mai né prima né dopo. 

    In ogni caso l’adeguamento degli Statuti è un atto dovuto ed infatti esiste una proposta in tal senso presentata dal presidente Kompatscher in qualità di coordinatore delle regioni/province a Statuto speciale. La riforma dello Statuto forse è semplicemente l’artificio per compattare il partito attorno ad un’alleanza con il partito di Giorgia Meloni  visto che, come ha dichiarato il Landeshauptmann in un’intervista alla Tageszeitung, con questa scelta il partito ha ritrovato l’unità. 

    Un partito dilaniato, che in 10 anni ha visto assottigliarsi la pattuglia di consiglieri scesi da 17 a 13, con il presidente che ha lasciato sul campo 20 mila preferenze e l’Obmann che le ha dimezzate. Un partito che ha perso voti sulla destra e che pensa di riconquistare quei consensi mettendo al centro dell’agenda politica la sicurezza (come Freiheitliche, Lega, FdI) attribuendo all’immigrazione la percezione di insicurezza dei cittadini. Un partito che ha nel proprio DNA l’antifascismo e che si allea con chi è dichiaratamente anti-antifascista pur di non aprire ad un’alleanza liberal progressista ed interetnica. 

    Abbiamo probabilmente preso un abbaglio quando abbiamo pensato che con Kompatscher si sarebbe aperta una stagione politica diversa, meno revanscista. Kompatscher si sta invece rivelando un Parteisoldat con consiglieri politici navigati, un conservatore che anche quando parla di Statuto non mette minimamente in conto che si possa intervenire sulle Meilensteine, ovverosia su proporzionale, diritto attivo di voto, scuola bilingue. 

    Il risveglio della società civile non sortirà nessun effetto sulla decisione assunta in casa SVP: la Giunta SVP con le destre italiana e tedesca e la Civica verrà varata. Mi auguro tuttavia che il movimento spontaneo, che si è costituito in queste settimane, non si disperda ma che resti sentinella attenta dell’agenda politica del prossimo  governo provinciale.