Quo vadis, spesa pubblica?

-
La Giunta provinciale ha presentato mercoledì scorso alle parti sociali le prime misure della spending review del bilancio provinciale volte a migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa pubblica in Alto Adige. I documenti, preparati da Andrea Zeppa, l’economista incaricato ormai quasi tre anni fa della revisione e che ha ora l'incarico speciale di “Implementazione strategica della revisione del bilancio”, si basano sul lavoro, svolto tra il 2022 e il 2023, di analisi dei dati e sul dialogo con le strutture dirigenziali della Provincia. Le 33 misure proposte sono divise in otto categorie, con proposte che spaziano dalle entrate alle semplificazioni trasversali, dai sistemi gestionali ai contributi fino al personale, e interessando anche comparti di spesa importanti come istruzione, salute e sociale, e mobilità.
La revisione ha lo scopo “di rendere sostenibile nel tempo la spesa essenziale della Provincia, preparandosi a bilanciare l’impatto sui costi del continuo invecchiamento della popolazione e delle misure di prevenzione e contrasto al cambiamento climatico”, secondo il Presidente Arno Kompatscher. Le parti sociali hanno tempo fino a mercoledì 30 aprile per presentare le loro osservazioni scritte.
Al di là delle singole misure, una lettura della Raccolta delle Review Brief tematiche, che contiene 17 analisi dettagliate dei vari capitoli di spesa, mostra come un obiettivo di fondo sia arrivare a una “strategia pluriennale di bilancio a livello politico”, indispensabile per programmare un vero piano operativo di riallocazioni e/o contenimento della spesa. L’analisi, si legge nell’introduzione, mostra spazi di manovra in molte aree del bilancio: la spesa provinciale non è rigida e in un’ottica di medio-lungo periodo può prevedere nuovi interventi. I margini di manovra per allocare diversamente la spesa sono più ampi di quanto si tenda a credere, scrive Zeppa.
-
Superare la debolezza della programmazione di bilancio
Zeppa sottolinea innanzitutto l’urgenza di un cambiamento sistemico di approccio al bilancio per superare la debolezza della programmazione finanziaria della Provincia, evidenziata dalla dimensione degli assestamenti di bilancio: molti programmi di spesa sono sottodotati e questo si ripercuote sulla programmazione strategica sia della spesa corrente che di quella per investimenti. La Provincia dispone inoltre di un sistema di definizione degli obiettivi e della loro misurazione “poco efficace e scarsamente utilizzato nei processi decisionali” e non dispone di un sistema di dati amministrativi/gestionali ben organizzato e integrato. A questo proposito “serve un investimento più massiccio e mirato nei sistemi informativi e nel controllo di gestione perché “i procedimenti amministrativi implicano spesso attività ad hoc “manuali” che assorbono molte risorse umane: occorre semplificare i processi e renderli più automatizzabili”. La spesa informatica, si legge ancora, rappresenta l’1% del totale della spesa (i privati investono tra il 3 e il 5%). Ma il problema non è tanto la mancanza di fondi quanto la carenza di personale e l’insufficiente priorità organizzativa assegnata alla trasformazione digitale”.
Il documento evidenzia inoltre che “in alcune aree cruciali non esistono documenti pianificatori provinciali, o se ci sono non quantificano la spesa a medio-lungo termine”. Due esempi sono il Piano clima 2040 e il Piano sociale provinciale 2030, che non quantificano la spesa necessaria per la loro attuazione.
-
Il costo della capillarità dei servizi pubblici
Un’altra riflessione sistemica deve essere condotta sulla capillarità dei servizi, uno dei pilastri della politica autonomistica che, non essendo definita “una volta per tutte e in modo omogeneo per tutti i servizi”, ha un impatto molto significativo sui conti pubblici. Questo decentramento “all’estremo” ha portato alla moltiplicazione della presenza di infrastrutture e servizi pubblici e, mentre il documento non suggerisce un cambiamento di una strategia che è “alla base di molti successi del modello di sviluppo sudtirolese”, afferma comunque che nuovi bisogni e nuove strategie richiedono aggiustamenti e miglioramenti di efficienza.
Anche perché la capillarità incontra un ulteriore limite nella “disponibilità delle risorse umane”: da qui la necessità di aumentare l’efficienza e la produttività del lavoro e di ripensare l’organizzazione di molti servizi pubblici.
-
La cultura dei bonus come leva di consenso politico
Un altro capitolo di riflessione strategica deve essere dedicato alla “cultura dei bonus” (che in Provincia si chiamano contributi), della quale la provincia di Bolzano è stata, in campo politico-amministravo, tra i precursori. “Il “bonus” è la molla psicologica dell’azione e della gratificazione, ma anche la leva redistributiva per rendere sostenibile l’elevata qualità e costo della vita in Alto Adige e la leva del consenso politico”. Il documento afferma che questa cultura continua ad espandersi e che per questo comporta diversi rischi: non solo per il bilancio e la macchinosità dell’apparato amministrativo, ma anche per le crescenti aspettative e la pressione per “gratificare” comportamenti nuovi o soggetti finora “trascurati”.
Quello che, tuttavia, spesso manca è una valutazione degli effetti di questi contributi. “La sfida richiede di collegare le misure di spesa ai risultati ottenuti – spesso misurabili con indicatori – in termini di soddisfacimento dell’interesse pubblico”, si legge ancora.
-
L’esempio delle politiche di spesa pubblica per l’abitare
Ma la questione fondamentale che chiede questa analisi è: quale effetto vogliamo che abbia la spesa pubblica? Come esempio di importanza di strategia politica è illuminante l’analisi del Review Brief #10 che analizza la politica di spesa per la casa. Per farlo, si legge, non deve valutare solo la singola misura, ma verificare se le misure di sostegno “siano in grado di rispondere alle sfide abitative dei prossimi 10-20 anni”. Dopo aver fotografato la situazione attuale – e giudicato che “il livello dei prezzi e degli affitti rispetto al reddito è sempre più problematico – e non solo a Bolzano che è ormai divenuta “inaccessibile”, l’analisi analizza i principi che hanno guidato finora le politiche dell’edilizia.
Finora, conclude l’analisi, “l’obiettivo principale è stato quello di fare in modo che la più ampia fascia di popolazione possibile avesse una prima casa di proprietà. Solo in via subordinata, e in tempi più recenti, si è aggiunto un secondo obiettivo, ovvero quello di un accesso alla casa a prezzi sostenibili”. Mentre il primo è stato parzialmente raggiunto (in provincia la quota di proprietà raggiunge il 70%) quello dell’accessibilità dei prezzi è molto lontano dall’essere raggiunto”.
Le implicazioni per la spesa dipendono quindi da scelte politiche di fondo e dagli scenari di sviluppo della programmazione (inter)comunale: “Occorre stabilire quale priorità verrà data su scala provinciale e comunale (con le differenziazioni del caso) allo sviluppo di un mercato dell’affitto a canoni accessibili,” sia per chi già risiede qui, sia per i lavoratori che vogliono venire in Alto Adige e dei quali abbiamo così tanta necessità.
Serve cambiare obiettivo politico - dalla proprietà della prima casa all’affitto accessibile – per poter attuare una spesa che aiuti ad affrontare le sfide abitative attuali. E occorrerà anche risolvere il conflitto di obiettivi tra ridurre il consumo di suolo, perno della legge provinciale del 2018 “Territorio e Paesaggio”, e rendere disponibili sufficienti aree per l’edilizia abitativa, “poiché solo un incremento dell’offerta di abitazioni può portare ad un rallentamento dei prezzi sul mercato immobiliare.”
-
Una sfida collettiva per indebolire le difese particolaristiche
Le 33 misure presentate, con le proposte di tagli e riforme, attireranno l'attenzione nei prossimi giorni, ma la centralità della revisione sta negli obiettivi politici, con l'appello a una “attribuzione di responsabilità precise all’interno del governo e della comunicazione con l’opinione pubblica e con i portatori di interesse”.
Secondo Zeppa due dimensioni sono essenziali: la scala e la velocità. “La scala deve essere ampia: solo affrontando una quota importante del bilancio si può generare un senso di sfida collettiva in grado di affievolire le difese particolaristiche.” Il processo deve poi essere rapido. “È necessario concentrare e accelerare il processo, decidere e mostrare determinazione nell’implementazione.”
Il rischio altrimenti “è di cadere nella paralisi delle analisi, nel gioco delle dilazioni, di discussioni sterili aventi l’obiettivo di fare arenare il processo.”
Le prime osservazioni scritte in arrivo questa settimana potranno indicare se verrà colto il senso di questa sfida collettiva oppure se verranno alzate le barriere di difesa particolaristiche
-
ACHTUNG!
Meinungsvielfalt in Gefahr!
Wenn wir die Anforderungen der Medienförderung akzeptieren würden, könntest du die Kommentare ohne
Registrierung nicht sehen.