Guerra a bassa intensità
Questi ultimi vantano sicuramente un curriculum di formazione eccezionale, guadagnato e meritato dopo 3 anni di studi con laurea breve alla Claudiana: ma dal punto di vista dell'esperienza professionale sono ovviamente da costruire, mentre i loro colleghi peruviani, rumeni e polacchi sono stati inseriti con successo molti anni fa. Quest' inserimento, che è stato anche un investimento, nel loro percorso professionale è stato faticoso sia per loro stessi che per i loro colleghi/tutors altoatesini. Adesso, a breve, tutto dovrebbe finire.
Una prospettiva professionale
Praticamente tutti gli infermieri con cui ho parlato, narrano la stessa storia : circa 10 anni fa vennero contattati nei loro ospedali in Perù, Polonia e più tardi anche in Romania, da responsabili italiani di varie cooperative di lavoro, che per conto di amministrazioni pubbliche (tra cui le Aziende Sanitarie altoatesine) reclutavano personale sanitario professionale. Venne creata una corsia preferenziale al di fuori delle quote programmate nei flussi migratori. Tutti e tutte loro erano giovani infermieri con contratto a tempo indeterminato nei loro paesi d'origine; a tutti loro veniva prospettato una carriera duratura in Italia con un inserimento negli ospedali e case di cura italiane. Quindi non sono scappati dalla miseria, ma hanno deciso liberamente di cambiare vita, paese e prospettiva professionale. Una prospettiva che potrebbe cambiare radicalmente e senza essere stati informati adeguatamente dalle aziende per cui stanno lavorando in Alto Adige.
Grazie e arrivederci
A quel tempo, la penuria e la carenza d'infermieri ha spinto gli amministratori a trovare varie soluzioni per il superamento dello scoglio del bilinguismo in Alto Adige. All'epoca andava bene così, punto e basta. Però nessuno nelle aziende sanitarie si è preoccupato di seguire questi “liberi professionisti” dando loro delle chiare indicazioni temporali entro quando dovevano superare il famoso esame di bilinguismo. Per i lavoratori non europei, ormai, nemmeno il patentino servirà per continuare a programmare la loro vita in Alto Adige, visto che il requisito per l'assunzione via concorso è la cittadinanza europea.
La beffa
Al danno si aggiunge anche la beffa : molti di questi infermieri hanno pagato la quota come libero professionista alla ENAPI (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica), avendo pensato ad un progetto di vita chiaro e duraturo. Ma, se fossero costretti a ri-emigrare in patria, perderebbero completamente i contributi versati. Il riconoscimento professionale e pensionistico in patria è infatti tutt'altro che scontato.
Autarchia infermieristica: obbiettivo raggiunto
Adesso che la programmazione della formazione infermieristica sta portando all'autarchia la Provincia di Bolzano ( che, di per sé, è un risultato positivo) l'amministrazione non li vuole più. Con un certo imbarazzo i dirigenti infermieristici stanno contattando questi lavoratori, che nella grandissima maggioranza sono molto apprezzati dalle stesse colleghe e dai colleghi medici, conoscendo il grado di professionalità raggiunto. L'amministrazione sanitaria ha scelto la strategia di bassa intensità, eliminando senza clamore un lavoratore alla volta. Non comunica con questi infermieri professionisti, lasciandoli nell' insicurezza più assoluta. Ufficiosamente esistono già delle liste, che sembrano basarsi su chi è arrivato per primo, chi ha figli a carico, ecc. ma l'inesorabile arriverà. Presto o tardi.
Una bella terra accogliente...
Si sono create amicizie. Si sono fatti piani di vita, sono nati in Alto Adige figli che vanno a scuola, si sono accesi dei mutui e comprato case. Insomma, una normale vita in una bella terra accogliente... che poi così accogliente non è! Queste persone hanno aiutato il sistema sanitario quando era in difficoltà. Certo, sono state pagate per svolgere il proprio lavoro. Ma ogni datore di lavoro, ancorché pubblico, dovrebbe considerare la Persona e il suo contributo. Dovremmo essere noi a ringraziare queste persone e non viceversa. Non erano mica dei lavoratori socialmente utili, che abbiamo raccatto per strada. Queste persone si sono guadagnate un diritto! Quello di essere messi in condizione di proseguire la loro carriera in Alto Adige. Di essere messi in condizione di raggiungere i criteri mancanti: bilinguismo e cittadinanza. Se non garantiremo questo, la società altoatesina e l'amministrazione pubblica a nostro nome, si macchierà di un'ingiustizia.
Una domanda
Leggendo quello che scrivi non si capisce bene in che modo - cioè con quali giustificazioni esplicite - si stia rendendo possibile questa sostituzione di infermieri stranieri con quelli autoctoni. Mi spiego: in che modo furono contrattualizzati, gli infermieri stranieri? E come vengono motivati i licenziamenti (se si tratta di licenziamenti)?
In reply to Una domanda by Gabriele Di Luca
allora noi come infermieri
allora noi come infermieri avevamo un contratto a tempo indeterminato con una agenzia di lavoro, la quale poi aveva un contratto a tempo determinato con l' azienda sanitaria. questi contratti avevano una durata da 6 a 12 mesi secondo piacimento dell' azienda sanitaria stessa. nel mio caso dopo 10 anni di lavoro la comunicazione che non viene piu' stipulato un nuovo contratto con l' azienda sanitaria mi e' arrivata solamente una settimana prima della scadenza del contratto..
mercato di lavoro
Es scheint die Problematik von einem "Arbeitsmarkt"-technischen Blickpunkt logisch:
Der Markt wird von Angebot und Nachfrage bestimmt.
Vor 10 Jahren gab es eine enorme Nachfrage nach Krankenpflegern, der die Provinz nicht mit autoktonem Angebot nachkommen konnte, also wurden die notwendigen "humanen ressourcen" hergeholt.
In der Zwischenzeit wurde die Claudiana aufgebaut und schon mehrere 3-jährige Kurse für Krankenpfleger abgeschlossen, die jetzt natürlich alle irgendwo platziert werden müssen.
Kurioserweise ist jetzt die Nachfrage nach Personal schon abgedeckt (weil ja eben vor 10 Jahren Menschen hergeholt wurden), aber wir können natürlich nicht (und überhaupt vor den bevorstehenden Wahlen) unsere lokalen Krankenpfleger ohne Arbeit dastehen lassen und stattdessen Ausländern Arbeit geben. Also werden diese wahrscheinlich sukzessive ersetzt.
Somit waren diese Menschen nur Lückenfüller und sind nun überflüssig.
Natürlich wäre ein solches Vorgehen menschlich zutiefst verwerflich, weil es bedeuten würde diese Menschen schon vor 10 Jahren angelogen zu haben.
alcune precisazioni...
Nessuno ha "mentito" a questi infermieri. I loro contratti da liberi professionisti sono da sempre chiari e limpidi. Hanno scadenza annuale rinnovabile (o non) e possono essere sciolti con un preavviso di 30 giorni. Sono gli stessi contratti che hanno molti tirolesi che non hanno mai fatto il patentino, nonostante la maturità fatta da noi e la Laurea della Scuola Superiore di Sanità che insegna in due lingue. In 14 anni che faccio il dirigente ho sempre spiegato ad ogni contrattista - prima di fare il contratto - che il suo posto potrà, in ogni momento, essere occupato di chi ha i requisiti per l'assunzione nel servizio pubblico. Nessuno ce l'ha con gli extracomunitari, come qui si vuole insinuare. Ho dovuto sciogliere anche contratti di infermieri locali, tedeschi o italiani e "germanici". Qui la legge è uguale per tutti davvero!
Il popolo altoatesino da sempre ha beneficiato dello statuto di autonomia. Troppo facile adesso versare lacrime da coccodrillo ed accusare i dirigenti pubblici di essere immorali se fanno ciò che la legge impone.
Comunque non mi risultano infermieri disoccupati: Troppo grande il bisogno oggi e domani. Prima, non c'è solo il servizio pubblico, e poi, con quel poco di tedesco che hanno acquisito da noi, trovano immediatamente lavoro in Germania che cerca disperatamente infermieri in tutto il mondo.
Il concorso di ruolo: siamo proprio gli ultimi che offrono ancora questa possibilità, mentre nei paesi intorno a noi il mercato di lavoro non prevede più il posto sicuro fino alla pensione, già da tempo per nessuno. E poi non è vero che gli "extracomunitari" non possono essere assunti quando hanno il patentino di bilinguismo. Solo che non passano di ruolo, ma possono comunque ottenere incarichi e supplenze alle stesse condizioni di tutti gli altri.
In reply to alcune precisazioni... by Frank Blumtritt
Gesetze, Zweisprachigkeitsprüfung, Stammrolle
Selbst schon über zwei Jahrzehnte im Krankenpflegeberuf tätig, beobachte ich mit zunehmender Besorgnis die Entwicklung unserer rechtlichen beruflichen Situation in Südtirol. Ich bin dankbar für diesen Artikel und die Stellungnahme von Dir Frank.
Es stimmt wirklich es wird jeder, egal welcher Herkunft, also auch Trentiner oder jene aus Österreich mit gnadenloser Entscheidungskraft aus der Tür gewiesen, wenn er nicht im Besitz des so wertvollen Scheins namens Patentino ist, obwohl er ein fleißiger freundlicher Mitarbeiter ist, dem Patienten mit 100%iger Professionalität begegnet und nach längerer Tätigkeit im Betrieb gut eingearbeitet ist...weil nun junge frischegebackene Claudianaabgänger im Besitze der Zweisprachigkeitsprüfung auf dem Arbeitsmarkt sind...klingt so logisch und autonomiefördernd. Arbeitsmarkt..Marktwert, Handel..selbst an der Seite von netten KollegInnen aus anderen Regionen oder europäischen Ländern gearbeitet und deren Abgang beobachtet, empfinde es auch als unmenschlich, was da abläuft...es ist sicher unüberlegt, die Schuld den Koordinatoren des Sanitätsbetriebs in die Schuhe zu schieben..doch ist es an der Zeit an der obersten Stelle, im Landtag darüber zu diskutieren, ob es nicht endlich Zeit wäre den europäischen Gedanken auf die Fahne zu schreiben...
Empfehlenswert wäre nach dem Abschluss der Claudiana in Bozen für abgehende Studenten ein paar Jahre in die Schweiz, nach Großbritannien oder andere Länder zu gehen um den Weitblick zu öffnen und auch die Kenntnisse der Sprachen zu verbessern. Nachdem sich unser Berufsbild auf evidenzbasiertem Niveau entwickelt hat, die Ausbildung auf parauniversitärer Ebene abläuft, wissen wir von der Wichtigkeit der Kenntnisse der englischen Sprache...nur sie ermöglicht den Einblick in Datenbanken der aktuellen Leitlinien.
Die Stammrolle, die nur mehr in unserer Provinz angeboten wird und dann so lächerlich abläuft, dass auf 150 Bewerber nur eine Stelle vergeben wird, ist natürlich zu verwerfen..doch andere rechtliche Schritte müssen zum Schutz des Arbeitnehmers eingeführt werden. Wo bleiben da die Gewerkschaften? Wie kann es sein, dass fleißige junge Mitarbeiter nach 6 oder noch mehr Jahren immer noch einen lockeren Arbeitsvertrag in der Tasche haben der sie wenig schützt..wie sieht es da im Falle einer Mutterschaft aus? Trotz 10jähriger Tätigkeit im Betrieb nur die zwei Monate vor und drei Monate nach der Geburt bezahlter Urlaub..und was passiert mit der Arbeitsstelle?
Heute sind wir alle auf das verdiente Geld angewiesen im Falle einer Streikbeteiligung, gibt es herbe Abzüge vom Lohnstreifen, somit gibt es wenig Streikbeteiligung..jedenfalls braucht es offene Diskussionen über vorherrschende Zustände..
Abschließend möchte ich, falls jemand die Wichtigkeit der Zweisprachigkeit im Krankenhaus hochhalten will, noch an die vielen Pflegenden aus den Ostblockländern oder andererorts herkommend erinnern, die im Stillen
als "BADANTI" 24 Stundendienste mit einem halben freien Tag pro Woche unsere alten dementen pflegebedürftigen Menschen pflegen..und einen Nettogehalt von 1200 Euro beziehen..sie ermöglichen es der Familie, dass der Betroffene daheim mit dem vom Land zur Verfügung gestellten Pflegegeld, weiterleben kann.
In reply to alcune precisazioni... by Frank Blumtritt
Precisazioni inecepibili
Come sempre Franc Blumtritt é formalmente
In reply to alcune precisazioni... by Frank Blumtritt
Precisazione inecepibile
(scusate, mi è partito il mouse...) come stavo dicendo, Blumtritt è formalmente sempre corretto. Grazie per il suo contributo. Probabilmente ho calcato troppo la mano sui dirigenti amministrativi, che si attengono alla legge. Infatti nel mio articolo ho parlato d'ingiustizia e di opportunità che si sta perdendo.
Credo a Blumtritt, quando scrive "ho sempre spiegato ad ogni contrattista - prima di fare il contratto - che il suo posto potrà, in ogni momento, essere occupato di chi ha i requisiti per l'assunzione nel servizio pubblico", ma forse sono state le cooperative al momento del reclutamento, che hanno fatto promesse irrealistiche? Come dipendente pubblico mi aspetterei, che l'amministrazione, che ho tirato in causa, si proponga a sostenere questi infermieri a ottenere il "patentino". Magari con corsi che si svolgono in ospedale in orari agevoli per questi "liberi professionisti".
Blumtritt ha anche ragione sul fatto, che extracomunitari possono essere assunti (se in possesso del patentino). Ma credo che in questa Provincia non si molto facile. Speriamo che in futuro gli infermieri in possesso di tutti i requisiti impugnano davanti al Tar eventuali esclusioni da concorsi. E i sindacati?? Boh!
In reply to alcune precisazioni... by Frank Blumtritt
Jeder Fall ist anders!
Lieber Herr Blumtritt, so schnell lass ich sie nicht davon kommen. Spaß beiseite, ich möchte ja nicht Sie überzeugen, sondern unsere Leser und Sie bieten einen kompetenten "Streitpartner". Ich möchte kurz das Thema Deutschland ansprechen. Leider haben unsere peruanischen Pfleger gerade erst die verdammte Staatsbürgerschaft angesucht. Wie sie vielleicht wissen, braucht man 10 Jahre UNUNTERBROCHENEN Aufenthalt, Steuererklärungen und ZEIT. Vom Gesuch vergehen mindestens 2 1/2 JAhre, meistens 4. In dieser Zeit muss man weiterhin den Wohnsitz in Italien behalten. Viele der Pfleger würden ja sogar 1 Jahr nach Deutschland, haben aber den legitimen Zweifel, dass sie somit ihr "Recht" auf die Staatsbürgerschaft verlieren. Eine Pflegerin sagte mir neulich: zuerst kommt die Staatsbürgerschaft für meine Kinder (damit sie studieren können, wo sie wollen), dann kommt meine Arbeit. Und wenn ich Tellerwaschen gehen muss! Sie sehen, auf dem Papier ist der Fall enfach, aber in der Realität... Ach übrigens, das Gewissen sollten die Politiker haben.
In reply to alcune precisazioni... by Frank Blumtritt
Ja, Maximilian, natürlich ist
Ja, Maximilian, natürlich ist jeder Fall anders und die Realität ist grundsätzlich nie "einfach", da muss ich zustimmen und schon gar nicht, wenn wir verschiedene Problembereiche mischen, von denen jeder für sich schon kompliziert ist: Autonomiestatut, öffentlicher Dienst, Bedarf an Krankenpflege, Wirtschaftskrise und spending review, Migration, Integration, u.v.a.... Meine Arbeit besteht im Prinzip darin, Probleme zu lösen und was mein Gewissen betrifft, so komme ich damit gut zurecht, wenn ich niemals alles über einen Kamm schere, sondern jedem Problemfall den nötigen Respekt und meine authentische Aufmerksamkeit schenke.
precisazioni 2
Gli infermieri liberi professionisti non devono cedere il posto soltanto alle "nuove leve", ma, sempre di più, alle donne locali che anni fa (altri tempi..) si sono licenziati per dedicarsi alla famiglia. Con la crisi, e con i figli cresciuti, molte di loro ora stanno chiedendo la riammissione in servizio. Perché in Alto Adige - una volta superato un concorso di ruolo - si può essere riammessi in ruolo anche dopo un licenziamento, non importa quanto tempo fa, senza dover superare nuovamente un concorso. Quindi anche queste infermiere si mettono in concorrenza con i "senza patentino".
Per quanto riguarda la posizione socialmente debole dei liberi professionisti, la direzione infermieristica dell'allora azienda sanitaria di Merano ha proposto già molti anni fa la costituzione di un'agenzia provinciale per raccogliere e mettere in una situazione più protetta infermiere senza bilinguismo. A livello politico però la cosa non è andata avanti...
da Modena
Salve, mi chiamo Franca Capotosto, , ben 19 anni fa, come dirigente della USL di Modena ho curato l'assunzione dei primi infermieri stranieri precisamente circa 30 infermieri polacchi , dopo di allora a Modena provincia e USL hanno effettuato campagna di reclutamento in Spagna, Perù e America Latina.
Successivamente come Responsabile della formazione ho curato la formazione sul campo per la costruzione di gruppi di lavoro interculturali e tutti i partecipanti autoctoni e non hanno confermato che il lavorare insieme era utile ed aveva contributito alla crescita professionale ed umana di tutti.
Ricordo la difficoltà dei "vicini" polacchi, uno di questi si è anche suicidato poco dopo; altri sono tornati indietro, quelli rimasti si sono rutti perfettamente inseriti , sposati e messi al mondo piccoli . Li accogliemmo con una festa, demmo loro alloggio e corsi gratis: ne avevamo estremo bisogno noi, ancor oggi offro la sangria nel vaso di critstallo di cui mi fecero dono al loro arrivo.
Quello che dici mi ha colpito molto e girerò la tua mail al Presidente del Collegio Infermieri di Modena per verificare da noi cosa sta succedendo in merito.
In bocca al lupo
Franca Capotosto
infermieri mandati via dopo 10 anni di lavoro
Sono un’infermiera di quelle, a cui non e’ stato rinnovato il contratto di lavoro presso l’azienda sanitaria. Nel mio caso sono stata mandata via addirittura mentre mi trovavo in maternità. Sono venuta a Bolzano 10 anni fa. Allora nella mia città in Polonia l’ azienda sanitaria di Bolzano metteva innumerevoli annunci che cercavano infermieri diplomati in Alto Adige .
Prima di venire qua non ci hanno spiegato bene, che per diventare dipendente bisogna parlare due lingue e essere in possesso del patentino di bilinguismo.
Ci hanno detto che bastava soltanto la conoscenza della lingua italiana. Il resto lo ho scoperto, dopo essere venuta in Alto Adige parlando con le mie colleghe del reparto. Mi sono resa conto, che per mantenere il mio posto di lavoro,avrei dovuto migliorare le mie qualifiche. Non appena imparato l’italiano, ho investito nei corsi della lingua tedesca. L’anno scorso ho fatto il patentino C, adesso mi sto preparando per l’esame del patentino B, dopodiche’ volevo chiedere il contratto di ruolo. Al lavoro ero sempre disponibile, facevo i turni non solo in giorni feriali ma anche tutti i festivi. Ho frequentato diversi corsi di aggiornamento, anche il corso per diventare il tutore per gli studenti della Claudiana. In 10 anni ho acquisito una grande esperienza nel mio lavoro, ho inserito le nuove infermiere nel nostro reparto, seguivo le allieve durante le loro tirocini, cosi avevo anche una bella occasione di condividere la mia esperienza lavorativa.
Purtroppo questo anno ho perso il lavoro e sono rimasta molto delusa, visto che ho impegnato ben 10 anni del mio tempo per un posto di lavoro, che in realtà aspettava solamente la gente di qua. In questi 10 anni a Bolzano ho conosciuto mio marito, che e’ di qua, ho creato la famiglia, e’ nato mio figlio. Qui e la mia casa. In questa situazione purtroppo non posso trasferirmi in Germania o in un altro paese europeo, come suggerisce Frank Blumtritt. Ho investito 10 anni della mia vita e adesso devo iniziare tutto da zero, visto che il mio posto di lavoro e già occupato. L’azienda sanitaria doveva essere sincera con noi già dall’inizio, invece volevano non dire la verità, cosi potevano approfittare di tutta questa situazione per tappare i buchi del personale infermieristico in quel periodo. Mi e veramente dispiaciuto quando sento, che bisogna licenziare i lavoratori stranieri, che sono qua da anni, per liberare i posti di lavoro per la gente di qua. Questa non e’ l’Europa come me lo immaginavo.
In reply to infermieri mandati via dopo 10 anni di lavoro by Aneta Jez
Aneta, mi dispiace tantissimo...
Come dirigente e come collega voglio esprimere il mio grande dispiacere per cosa ti è successo. Ma sono proprio sicuro che dal patentino C passerai al B e potrai aspirare ad un impiego regolare, perché i posti di lavoro non spettano "alla gente di qua", ma a chi ha i requisiti. Questo te lo posso assicurare perché io stesso sono cittadino tedesco e quindi nemmeno io sono di qua...
La soluzione c'è se la si vuole.
Da anni si discute del tema delle persone (straniere o no) impiegate nella Sanità e nel Sociale con la partita IVA. Da anni giace sui tavoli della Provincia una proposta che consenta a queste preziose collaboratrici di rientrare nell'organico ordinario delle ASL. Si tratta di un percorso che prevede: fine dei finti rapporti di lavoro autonomo e assunzione presso una agenzia di lavoro somministrato (scelta con gara d'appalto) che garantisca alle persone trattamento economico pieno e assicurazioni sociali. Inizio contestuale di corsi di italiano e tedesco in modo da raggiungere in tempi determinati un adeguato livello di conoscenza. Concorsi pubblici per i posti in organico da coprire.
A coloro che dovessero rimanere esclusi da queste assunzioni, impegno della Agenzia al ricollocamento presso altre strutture sanitarieo sociali.
Questa proposta esiste e la Provincia, se la vuole, deve solo dire di si.
Inoltre è ora di togliere il requisito della cittadinanza italiana dai requisiti per l'accesso al Pubblico Impiego: abbiamo bisogno di selezionare le persone migliori per i nostri servizi pubblici!
In reply to La soluzione c'è se la si vuole. by Alberto Stenico
precisazione 3
La cittadinanza italiana non è più un requisito da molto tempo. I cittadini UE hanno tutti gli stessi diritti e persino i cittadini non-UE possono accedere - a tempo determinato - al servizio pubblico (con patentino, si capisce)...
bilinguismo,autonomia e sanità
Sono coautrice dell'articolo sul licenziamento degli infermieri extracomunitari e sono contenta che si sia aperto un dibattito in merito. Per alimentarlo ancora un po', vorrei dire ai lettori tutti e specialmente agli amministrativi che si sono sentiti sotto attacco:
1) le leggi provinciali non le fate voi e siete tenuti a rispettarle e farle rispettare; però potete pensare anche con la vostra testa e trovare una legge un po' assurda, o no?
2) io stessa sono una "zugeroeste" come ho imparato a dire nel vostro dialetto; ho superato agevolmente due "scritti" del patentino e meno agevolmente l'orale ( un po' troppo dipendente dagli umori delle arcigne componenti della Commissione Provinciale) ; ho pagato (naturalmente in nero !) migliaia di euro per lezioni private di tedesco; mi sono privata di decine di finesettimana di riposo per studiare il tedesco. E volete sapere che ne ho ricavato? Per capire i pazienti con cui entro in contatto, ho dovuto seguire due corsi di dialetto sudtirolese con cui imparare a usare tutti gli aui, oi, umi, sem e sel che mi piovevano intorno. Gran parte del tedesco per cui ho speso tanti soldi e tanto tempo l'ho semplicemente dimenticato: non posso usarlo con nessun "tedesco" di qui perchè subito comincia a parlarmi in italiano ( mi resta il dubbio: chi di noi due non conosce il "tedesco"???)
3) Infine, riguardo alla legge "davvero" uguale per tutti ed alla "chiarezza" dell'amministrazione sanitaria, un'ultima notazione: io sono stata trasferita qui perchè l'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige-Sud Tirol ha utilizzato una legge "italiana" (perchè aveva bisogno di anestesisti); solo dopo che il trasferimento era stato perfezionato (non potevo più tornare indietro, per intenderci) mi è stato comunicato che lo stipendio non sarebbe proprio stato uguale a quello che percepivo prima... In effetti ho dovuto fare una causa sindacale per ottenere, dopo quasi tre anni, il riconoscimento di quanto mi doveva essere dato dall'inizio ; e dato che mi ero permessa di rivolgermi ai sindacati, ho dovuto accettare un accordo pacificatore che prevedeva la rinuncia da parte mia alla metà dell'importo che mi spettava (se no la causa sarebbe ancora in corso...!!!)
Non mi sembra un comportamento nè "accogliante" nè "limpido".
A ottobre qui si vota, cari sudtirolesi : levatevi il prosciutto dagli occhi e guardate in faccia la realtà: siete in Europa non nel regno delle Fate!
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
Kaukasischer Kreidekreis
Wie in Berthold Brechts Drama schreit diese Frage wer im Recht ist, der der kompetent und erfahren ist oder jener der im Besitz des Patentino ist, nach einer Antwort ..jedenfalls liebe Stefania auf dem Weg zu einem modernen vereinten Europa sind noch einige Steine aus dem Weg zu räumen, auch für das Heilige Land Tirol.
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
@stefania
lasciami precisare che non sono un "amministrativo", ma un dirigente tecnico-assistenziale e quindi un clinico con l'incarico di garantire organizzazione e qualità. Pertanto hai la mia piena solidarietà collegiale.
Ma "penso con la mia testa" che ciò che è assurdo per te magari non lo è per altri che questa legge intende proteggere.
Ho rispetto per la tua rabbia che esprimi nei punti 2 e 3, ma non si capisce dove sia la cattiva intenzione da parte delle istituzioni locali. Era forse meglio studiarsi un po la situazione in AA con il suo dialetto (che tutte le regioni hanno) e le specifiche leggi di autonomia che sono state fatte su indicazioni internazionali, magari prima di buttarsi nell'avventura. Stento a credere che sei stata "trasferita qui" (sembra contro tua volontà), ma penso che sia stata una tua libera scelta. Non si firmano contratti di lavoro per scoprire dopo che sono svantaggiosi, magari sbarrandosi pure la via di ritorno. Questa regola vale ben in tutta l'Europa e nel resto del mondo e non ha nulla a che fare con la Provincia, ma con il mercato di lavoro e le sue regole.
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
Verwirrung
Ich danke Frank Blumtritt für die Präzisierungen, durch die ein ausgewogener Blick auf die Problematik möglich wird. Allerdings scheine ich das Grundproblem nicht ganz zu verstehen, bzw. welches Gesetz so absurd sein soll: möchte man tatsächlich erreichen, dass in einem dreisprachigen Land ein Mitarbeiter im öffentlichen Dienst nicht wenigstens die zwei meist gebrauchten Sprachen halbwegs flüssig sprechen kann? Und nüchtern betrachtet ist der Zweisprachigkeitsnachweis B nun wirklich nicht nur sehr gut Italienisch/ Deutsch Sprechenden vorbehalten..
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
es geht nich nur um die Zerisprachigkeit,
sondern es geht um den Umgang mit Arbeitnehmern. Ist es so schwierig zu begreifen, dass man perfekt integrierete, gut ausgebildete und loyale Arbeiterinnen nicht so undankbar fallen laesst? Blumtritt und Nikel koennen natuerlich ruhig so weiter argumentieren, sie haben ja nicht Unrecht. Der Sanitaetsbetrieb Suedtirol hat hat tausende Angestellte und Hunderte "Freiberufler". Wenn man wollte, koennte man mit diesen Pflegerinnen problemlos einen Weg definieren, um Sie definitiv einzugliedern. Die Politik will nicht. Oder will es der Theiner nicht? Liebe Kollegen, Hand auf's Gewissen!
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
Lieber Maximilian,
nein, was du sagst ist nicht schwierig zu begreifen. Was ich sage, aber auch nicht und ich habe daher auch keine Lust es noch mal zu wiederholen. Blumtritt wird also trotzdem so weiter argumentieren, denn dazu ist Salto da und nicht um sich gegenseitig anzujammern. Richtet eine Petition an die Politik, die obligatorische Zweisprachigkeit aufzuheben und lasst bitte mein Gewissen aus dem Spiel.
In reply to bilinguismo,autonomia e sanità by stefania dente
precisazioni 3
... e per non sembrare un mostro, dopo il mio ultimo commento, ancora qualche precisazione necessaria. La spending review del governo Monti impone all'Alto Adige di risparmiare 50 milioni di euro nel biennio 2013/14 e di ridurre i posti letto negli ospedali. Siccome in sanità il capitolo di spesa maggiore è quello per il personale (60% circa), è evidente che l'Azienda Sanitaria non può aumentare l'organico. Attualmente la pianta organica è piena (significa che i posti di lavoro di ruolo stabiliti per legge sono occupati). Quindi, anche se - magari con qualche trucco fantasioso - riuscissimo a tenerci stretti i liberi professionisti senza patentino, rimarrebbero fuori coloro che (giustamente) chiedono lavoro perché hanno tutti i requisiti. Non ci sono i soldi per prendere entrambi, e questo, cara Stefania Dente, proprio perché siamo in Europa (che è in crisi). Temo che "il prosciutto sugli occhi" sarà presto mangiato...
E' un caso nazionale?
Alla luce di quello che ha scritto Franca, nella mail di l’altro ieri, sembra che il problema delle professionalità infermieristiche/paramediche “usa e getta” non è circoscritto unicamente alla realtà altoatesina.
La nostra Asso. “Rete per i Diritti dei Senza Voce” attraverso la sua Rete al livello nazionale, cercherà di dare una rilevanza nazionale a questa problema.
Qui sotto vi portiamo due mail ricevuti:
-La piena solidarietà da parte dell'Associazione Nazione Rom a tutti
gli infermieri che rischiano il posto di lavoro ed a tutti gli
infermieri che sono stati licenziati.
Ci appelliamo alla direzione sanitaria dell'Ospedale dove lavorate
perché venga rispettata la vostra professionalità e tutti i posti di
lavoro vengano confermati.
Nessun infermiere deve essere licenziato
un abbraccio fraterno a tutti voi
ASSOCIAZIONE NAZIONE ROM
-Salve a tutti. Da questo scambio di mail ho tratto un pezzo per il giornale online Glob011. Noi da parte nostra cerchiamo di capire a Torino come è messa la situazione degli infermieri. Se avete altre notizie fateceli sapere che così cerchiamo di diffondere al massimo.
Leggere tutto qui: http://www.glob011.com/italie/item/656-infermieri-a-bolzano
Infermieri a rischio
Sono un'infermiera anch'io, però penso con il posto più sicuro dei liberi professionisti stranieri
Quello che non ho capito è come mai siamo andati in mezzo mondo a cercare infermieri dicendo che qui ne avevamo tanto bisogno, ben sapendo tutti i problemi che potevano esserci,per loro, anche perchè non è mai facile per nessuno sradicarsi dalla propria famiglia o società per andare cosi lontano e in una realtà complessa come la nostra. Ora visto che ci sono gli infermieri locali bisogna fare il posto ai nostri; e questi che si arrangino o che emigrino ancora dove richiesti, tipo Germania. A me non sembra morale.
Inoltre quando qualcuno di questi infermieri è arrivato nel nostro reparto... pochi colleghi erano contenti e inserirli nella nostra dura routine non è stato così facile. Mandarli via adducendo tutta una serie di regole che già c'erano prima ha il sapore di usare persone fino a quando ci comoda e poi... c'è la possibilità della Germania o comunque che si ...arrangino. Per come la penso io, forse tanti stavano meglio a casa loro o forse potevano emigrare direttamente in Germania prima di passare di quà.
Luisa.
Sono sempre più convinta che
Sono sempre più convinta che questo lembo di terra vada lasciata agli autoctoni ottusi, egoisti e sfruttatori (tedeschi o italiani non fa differenza)....Ai signori dirigenti rispondo che le leggi vanno rispettate sempre e sin dall'inizio....e non derogando al possesso del patentino quando l'ospedale è a corto di personale, inventandosi la figura del dipendente a partita iva e trattando la gente come merce da usare per le proprie egoistiche esigenze! I nuovi infermieri saranno anche loro a partita iva o sono pronti contratti di altro tipo?? Vergognatevi tutti!!!! Lasciare a casa gente qualificata per assumere studenti freschi di scuola!
Tanti auguri
Tra pochi giorni una nostra collega infermiera libera professionista e non italiana se ne andrà. Da quello che ho sentito io, è stata licenziata
in anticipo sulla fine del contratto in quanto sono stati assunti colleghi locali, quindi c'è qualcuno di troppo nel nostro servizio, pare.! Non mi risulta che abbia trovato un altro lavoro, e anche se si spera che prima o poi qualcosa salti fuori, dubito che sarà qui in zona.
Comunque girare il mondo in cerca di lavoro può essere molto interessante, ci si arricchisce, si fanno nuove esperienze, si conosce altra gente, e poi forse si spera sempre che il prossimo sia meglio del precedente, sicuramente.! Mi sembra di aver capito che man mano che gli Infermieri locali entreranno nel mondo del lavoro ci sarà qualcun'altro che lo perderà. E' una grossa responsabilità per tutti, comunque facciamoci tutti gli auguri.