Culture | La recensione

Accenni

Ho appreso molte informazioni dal libro del generale Roberto Riccardi "La fiamma e le aquile" (I carabinieri del Trentino-Alto Adige), che ho letto con grande interesse.
Ente Editoriale Arma dei Carabinieri
Foto: Ente Editoriale Arma dei Carabinieri
  • Sapevo poco, per esempio, di come è stata recepita dalla musica leggera, o come dir si voglia, la Feuernacht / Notte de fuochi del 1961. Il disco dei Pooh Brennero 66 racconta la notte fra l’11 e il 12 giugno 1961, quando decine di esplosioni fecero saltare molti tralicci dell’alta tensione. Il disco ricorda i finanzieri uccisi a Malga Sasso. 

  • Tra le curiosità anche la presenza dei cantautori Francesco Guccini, Francesco de Gregori e i Pooh, che composero delle canzoni prendendo spunto dagli accadimenti in regione negli anni ‘60. Foto: Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri

    Non fa in tempo a vedere la pubblicazione, che incorre subito nella censura. L’episodio è troppo recente e non si vogliono esacerbare gli animi. Ma la musica ha ali potenti e nessuno può fermare il suo volo. Il brano esce a distanza di tempo ed è un testo di denuncia, piuttosto insolito per quegli anni in cui si sfornano ben altre melodie. Perfino Lucio Dalla va a Sanremo con un 45 giri che parla d’amore. Il singolo dei Pooh ha un tenore diverso. Una “campana tra I monti,” recita il suo ritornello, “racconta alla gente lontana/ di te che sei morto per niente lassù’”. Anche un famoso inno alla pace di Francesco De Gregori - “Generale” - si lega a quanto accaduto in Alto Adige negli anni Sessanta. Il verso “dietro la collina” si riferisce al colle di Tarces, la “notte buia e assassina” è quella dei fuochi. Nella biografia del cantautore c’é la ragione di tanto interesse: aveva assolto agli obblighi di leva al Battaglione alpino “Tirano” di Malles Venosta. L’ispirazione gli venne dopo la visita al suo reparto di un generale, al quale idealmente nel brano si rivolge. A queste va aggiunta una terza canzone, scritta da Francesco Guccini e interpretata da Caterina Caselli: „Cima Vallona“, Anschlag an der Porze Scharte, 1967. Un altro accenno merita, secondo me, il caso emblematico di Margherita “Mara” Cagol. 
     

    Gli anni Settanta, che mettono un freno al sangue in Alto Adige, registrano il divampare del terrorismo. 

  • Roberto Riccardi: La storia dei Carabinieri del Trentino Alto Adige raccolta in un volume Foto: Archivio Ufficio Stampa PAT

    Roberto Riccardi la introduce come segue: Gli anni Settanta, che mettono un freno al sangue in Alto Adige, registrano il divampare del terrorismo. La giovane Mara è tra I fondatori delle BR, alcuni attivisti provengono dalla Facoltà di Sociologia di Trento. Mara partecipa a varie azioni violente, il suo compagno è Renato Curcio, altro capo del gruppo anch’egli laureato a Trento. Mara perde la vita nel 1975 in Piemonte in un conflitto a fuoco con i Carabinieri penetrati nel covo dove I terroristi hanno rinchiuso l’industriale Vallarino Gancia. Il destino dei Gancia, una delle più importanti case vitivinicole italiane - la famiglia possiede una villa nei d’intorni di Dobbiaco, Gratsch - è stranamente e meravigliosamente connesso con la biografia della persona che recensisce. Cresciuta a Dobbiaco, sua madre faceva servizi in casa Gancia a Dobbiaco. Da bambina accompagnava spesso la madre e, mentre questa lavorava, giocava con la primogenita di casa Gancia. Sono rimasti ricordi in più belli, anche se le diaerenze di nascita e provenienza furono subito chiare alla figlia dell‘inserviente. L’ultimo accenno si riferisce ad Alcide De Gasperi. Si tratta di un piccolo aneddoto risalente al lontano 1947. Gli anni Cinquanta segnano la ricostruzione del Paese grazie agli aiuti del Piano Marshall, richiesti agli Stati Uniti d’America anche dal trentino Alcide De Gasperi. È il presidente del Consiglio e in quella missione strategica rappresenta il proprio governo. Ma per volare fino a Washington deve usare un quadrimotore della U.S. Air Force, poiché l’Italia non ha aerei in grado di attraversare l’Atlantico. Gli dicono che a Washington fa freddo e all’ultimo momento si fa prestare un cappotto, non possiede neppure quello. Per risparmiare fino all’osso gli fa da segretaria e stenografa la figlia Maria Romana. Per finire cito una bellissima frase, devo ammettere che mi ha colpita, a pag. 107 del libro: Oggi è normale aspettarsi che il comandante della Legione abbia una “greca“ sulla spallina e un’aquila sul berretto. Un‘ altra aquila, in questa terra che ne conta già due così importanti.