“La SVP non dovrà riavere l’urbanistica”

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SALTO: Assessore, soddisfatto della vostra campagna elettorale?
Stefano Fattor: Sono molto contento perché il PD si è proprio riposizionato là dove deve stare un partito di sinistra. Dalla parte, non delle lobby, magari ereditate, che hanno dei privilegi di discendenza familiare. Ogni allusione a un certo partito è puramente casuale. Ma sta dalla parte degli ultimi, di chi lavora, di chi vuole avere dignità, di uno stipendio che a fine mese non viene eroso dal caro vita, dal costo della casa e che non deve più rappresentare mera sopravvivenza.
C’è stata una lunga trattativa nel centrosinistra per scegliere il candidato sindaco. Lei stesso era tra i possibili nomi in lizza. Alla fine la scelta è ricaduta sull’assessore uscente Juri Andriollo – accusato di essere una figura di continuità con l’era Caramaschi.
Se uno segue il percorso di Juri, può dire che è cambiato tantissimo. Lui nel corso degli anni ha avuto un'evoluzione. Poi io, come è noto, sarei stato un candidato divisivo e sono perfettamente d’accordo: non sono un estremista, ma ho delle idee abbastanza radicali.
Quali sarebbero le idee radicali che, a suo avviso, sarebbero “divisive”?
Sicuramente la mia visione di città, che non può essere quella di una narrazione che è sempre uguale da ormai 30, 35 anni, che è sempre dire le stesse cose: “La città si può sviluppare all’interno, costruendo sul costruito, densificando”... basta! Ci siamo ridotti a essere la città più densa d'Italia, con una viabilità interna pianificata negli anni Trenta. Sembra veramente una gara a chi disturba meno la SVP.
SALTO ha pubblicato ieri un’intervista al capolista della Civica di Corrarati, Roberto Zanin, che sembra condividere alcune sue posizioni. Lui accusa però la vostra coalizione di essere spaccata al suo interno – per esempio tra lei e Chiara Rabini dei Verdi sul verde agricolo. È così?
Io dico che “costruire sul costruito” ha senso se esiste una rete infrastrutturale – innanzitutto stradale – che sia in grado di reggere una densità così. Ma noi non ce l’abbiamo, perché la nostra rete stradale interna risale come detto agli anni Trenta, quando eravamo 40mila persone. Se avessimo delle circonvallazioni — che non ci sono — potremmo ragionare in maniera diversa. Ma tutto questo sappiamo che avrà tempi lunghissimi e nel frattempo insistere su quel tema significa portare la città dove siamo arrivati: ovvero con i prezzi delle case tra i più alti d’Italia. E non solo in valore assoluto: se parametrati agli stipendi, come ha fatto l’Istituto Tagliacarne per Unioncamere, allora si capisce la gravità. Tolte Venezia, che è un caso a parte, e Napoli, che ha stipendi bassissimi, c’è Bolzano. Questo è un dramma. E lo vediamo nei servizi: non vengono più medici, infermieri, autisti, e così via.
Durante la campagna elettorale ha suggerito delle soluzioni – a suo giudizio più rapide – per rispondere all’emergenza casa, attraverso piccoli “fazzoletti” dove costruire. Come mai queste proposte sono emerse solo adesso?
Io mi sono confrontato a lungo con le cooperative. Un conto è l’emergenza: quella significa coprire le 200 richieste urgenti di alloggio che hanno, per esempio, le cooperative. Con tre fazzoletti individuati proprio per questo, in un giro di 6-7 mesi si possono trasformare tre aree che sono nella disponibilità pubblica — due direttamente del Comune — e iniziare a costruire 200 alloggi. Un’altra cosa è invece una pianificazione e un intervento massiccio, che vuol dire almeno mille alloggi da far partire entro fine legislatura, e poi altri duemila. Di questo bisogna parlare: c’è un’esigenza di 3-4.000 alloggi. Puoi recuperarli anche con operazioni interne, ma sono complicatissime. Se si promettono 900, 500, 400 alloggi – ora tutti snocciolano numeri – si sta parlando delle solite cubature di cui si discute da decenni. Se sono ferme da tanto, un motivo ci sarà. E tra l’altro densifichi una città così densa…
L’Areale ferroviario è uno di questi progetti fermi?
L’Areale lo puoi collegare con la Statale, non ha il problema della densità. Ma sull’Areale dobbiamo essere chiarissimi: prima di 15 anni non vedremo niente. E chi ne parla, illude.
Il nodo centrale per affrontare questi temi è l’assessorato all’urbanistica. Lei cinque anni fa fu escluso da quella delega, andata alla SVP. Le brucia ancora?
Walcher, lo posso dire, ha lasciato solo macerie. Solo macerie. Dal punto di vista organizzativo degli uffici e dal punto di vista politico. Un assessore all’urbanistica s’insedia con una situazione e, in 9 anni, ne esce con un fabbisogno abitativo mai visto, con i prezzi delle case schizzati alle stelle e – cosa mai successa dal dopoguerra – in due mandati consecutivi non è stata avviata nemmeno una zona di espansione (l’ultima è stata Prati di Gries)… quando hai questi risultati, vuol dire che la tua gestione è stata un fallimento.
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Quindi per il PD riavere la delega all’urbanistica è una conditio sine qua non?
Ma certo che la SVP non può averla ancora. Non dico che la deve avere il PD, ma non può averla la SVP dopo questi risultati. Ricordiamo che la SVP ha gestito per 60 anni consecutivi anche la viabilità: negli anni in cui tutti i Comuni dell’Alto Adige hanno risolto i problemi di circolazione, ci si deve chiedere perché qui siamo arrivati a non avere nulla. Poi nel 2016 la delega è stata lasciata – come se si fossero accorti del problema creato – prima ai Verdi, poi a me. Questo dovrebbe far riflettere sul modello di gestione del territorio, qualche responsabile lo ha.
Sul suo mandato da assessore alla mobilità: quali sono stati i risultati principali?
Quattro cose, direi. Uno, il PUMS: il Comune di Bolzano non aveva un piano della mobilità dal 1993. Lo devi fare ogni dieci anni, ne erano passati trenta. Il PGTU, il piano del traffico: bisognava farne uno ogni due anni, ma dal 2012 non ce n’era uno. Il piano per l’approvvigionamento merci in centro: finalmente lo abbiamo introdotto e sta funzionando, non si vede più il caos il pomeriggio, a ogni ora. Infine il regolamento taxi: c’è stato un ricorso su due punti, ma ciò non intacca né l’impianto né le nuove licenze. Tutte queste cose non sono risolutive nell’immediato, ma tracciano una direzione, indicano una meta. Chi arriverà dopo di me avrà tantissimi problemi, ma anche una traccia. Infine, l’Agenda Bolzano: si potrà già mettere a bando alcuni progetti entro la fine del 2026, ad esempio il raddoppio dell’Arginale – non a sbalzo, ma con un intervento più moderato. Ricordo che Marcello Piacentini lo aveva già previsto nel piano del 1941.
Nonostante l’inchiesta della Procura di Trento su Hager e Benko, del “Waltherpark” non si parla più molto; a settembre dovrebbe inaugurare il mega-centro commerciale. Il centrosinistra porta la responsabilità nell’averlo approvato: avete commesso un errore?
Sicuramente la cubatura è eccessiva. Credo se ne siano resi conto tutti. Io però confido che uno dei grandi problemi del centro storico sia l’accesso ai parcheggi a rotazione, che sono 2.800. Tre sono quelli che comportano più problemi: il privato del Laurin, con concessione regolare; il Lauben Parking, sotto la Provincia, che forse sarà ridimensionato; Piazza Walther, con un parcheggio che risale agli anni ’80. Quello di Via Alto Adige non c’è più e verrà sostituito. Ma complessivamente si arriva a una gestione più razionale, e con accessi esterni.
Spero davvero che questo comporti almeno un alleggerimento del traffico interno al centro, vedremo se avrà un effetto di congestione all’esterno.È stata appena inaugurata la nuova ciclabile a Ponte Loreto, con sottopassi e la “rotondina”. Ma l’aspetto estetico non sembra affatto all’altezza della cura che Bolzano aveva sempre riservato alla ciclabilità.
Sicuramente si è giocato più sui volumi che sulle linee. E lo dico da architetto. Io preferisco le linee ai volumi. Il mio vero rimpianto è non aver inaugurato la ciclabile di Via della Vigna in tempo. Ma i lavori sono in corso e tra un mese e mezzo sarà finita.
Se non dovesse tornare assessore, quali sono i suoi piani (politici) per il futuro?
Questa sarà la mia ultima esperienza in politica. Ho 61 anni. In cinque anni ancora voglio dare tutto. Non ho più niente da perdere. E questo mi rende libero.
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Scharfer Angriff auf Walcher…
Scharfer Angriff auf Walcher Luis. Das wird dieser ihm nicht verzeihen.