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“Accelerare l’abbandono del fossile”

Un documento di 14 pagine per eliminare definitivamente l’utilizzo di combustibili inquinanti provenienti da fonti non rinnovabili. Le proposte del Clima Club Alto Adige.
fossile
Foto: Unsplash

Il cambiamento climatico, assieme alla prospettiva del Governo centrale di riaprire le centrali a carbone per far fronte alla crisi energetica innescata dalla Guerra in Ucraina, richiede un’inversione di rotta urgente per gettare le basi di un futuro rispettoso del clima e dell’ambiente. Il Clima Club Alto Adige ha riassunto in un documento di 14 pagine presentato alla Provincia autonoma di Bolzano una serie di proposte e suggerimenti frutto di un processo partecipativo volti a raggiungere gli obiettivi climatici provinciali: “Un passo importante consiste nell'eliminazione dei combustibili fossili il più rapidamente possibile, e ciò può essere reso possibile dalle nuove tecnologie - spiegano i firmatari dell’iniziativa -. Abbiamo messo insieme l'attuale know-how in questo settore e abbiamo presentato al governo provinciale proposte concrete su come le pompe di calore, il fotovoltaico e un 'segretariato provinciale per il clima' possono far progredire significativamente la tutela del clima in Alto Adige”.

Nel 2020, l'Unione Europea ha stabilito che le emissioni di gas CO2 dovranno essere ridotte del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo comporta che gli stati membri hanno l'obbligo di adeguare i loro obiettivi a questi traguardi entro il 2023.
Il Clima Club Alto Adige stabilisce in questo frangente tre priorità: pompe di calore, strategia fotovoltaica e formazione di un ufficio di coordinamento per la pianificazione e l'attuazione di misure rilevanti per la salvaguardia del clima.


Riscaldamento alternativo

 

Secondo il Clima Club le pompe di calore - in aggiunta all'espansione della rete di teleriscaldamento - sarebbero in grado entro il 2045 di sostituire gli 80.000 sistemi di riscaldamento. Il Club del Clima a tal proposito richiede un'azione coordinata sotto forma di  incentivi, come per esempio una tariffa ridotta per le pompe di calore e un basso sforzo burocratico nell'acquisto, divieti volti a impedire di installare nuovi sistemi di riscaldamento da combustibili fossili e artigiani e tecnici specializzati nel fornire consigli e installazioni adatte. “Se si dovesse procedere in tale maniera - spiegano gli esperti - è stato oltretutto calcolato che è possibile risparmiare circa l'80% delle emissioni di CO2 generato dai sistemi di riscaldamento nel settore edilizio facendo funzionare le pompe con elettricità generata da fonti rinnovabili. I restanti circa 20.000 sistemi di riscaldamento attuali che utilizzano combustibili fossili potrebbero essere sostituiti in larga misura da impianti di teleriscaldamento a biomassa - sottolineano - nonché da nuove micro-reti e da sistemi di riscaldamento individuali, sempre alimentati a biomassa. Ciò presenta oltremodo anche un grande potenziale di risparmio: attraverso la promozione mirata di questi mezzi innovativi, le importazioni di combustibili fossili possono essere drasticamente ridotte entro il 2030”.



Priorità al fotovoltaico 


Per il Clima Club, gli impianti fotovoltaici rappresenterebbero lo strumento chiave per ridurre le emissioni di gas serra. In Alto Adige, sebbene la produzione di energia idroelettrica sia in grado di coprire gran parte del fabbisogno energetico locale, la Provincia necessita di espandere ulteriormente la produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili, in particolare attraverso l’uso degli impianti fotovoltaici, un utilizzo oramai ampiamente accettato anche grazie al loro basso impatto estetico e ambientale. 
Va inoltre sottolineato - sottolinea il Clima Club - che i costi di investimento del fotovoltaico, a differenza delle classiche misure di aumento dell'efficienza, vengono ammortizzati in un tempo relativamente breve, dunque offrono sicuramente il contributo più interessante alla riduzione di CO2 anche dal punto di vista economico”.

 


Situazione in Italia e in Alto Adige
 

In Italia sono attualmente installati impianti fotovoltaici con una capacità totale di poco meno di 22 GW a fronte di un obiettivo di espansione pari a circa 50 GW di capacità installata
entro il 2030 che, con ogni probabilità, una volta aggiornati potrebbero arrivare fino a 70 GW. Questo significa che nei prossimi 8 anni anni l'impiego del fotovoltaico dovrebbe triplicare ma, nonostante questo, la chiave di ripartizione dell'obiettivo nazionale del fotovoltaico alle singole regioni e province non è ancora stata definita. 
In Alto Adige gli impianti installati al momento registrano una capacità totale di 260 MW. Per raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea, la provincia necessiterebbe trai i 350 e i 700 MW di impianti fotovoltaici aggiuntivi entro il 2030 e un totale di 1.800 MW entro il 2045. Secondo uno studio del 2012 dell’istituto di ricerca Eurac tale incremento risulterebbe fattibile dal momento che in Alto Adige circa 1.250 MW di fotovoltaico potrebbero essere  collocati già solo sulle superfici dei tetti. Oltre a questo dovrebbero essere ampliate la realizzazione di impianti fotovoltaici nei condomini nonché le sovvenzioni per l'autoconsumo. Il Clima Club propone, al fine di espandere l’uso del fotovoltaico, di renderlo obbligatorio all'interno della zonizzazione dei comuni: “Le amministrazioni comunali dovrebbero farsi carico ad esempio di 100 MW dell'espansione fotovoltaica necessaria in Alto Adige entro il 2030 e far sì che essa venga distribuita nelle diverse aree comunali. Ogni comune può decidere autonomamente quali aree utilizzare per l'installazione, e a seconda delle condizioni locali, l'espansione può venire rappresentata da una serie di superfici come tetti, facciate, terreni incolti, barriere acustiche, agro-fotovoltaico, eccetera”.

 

L'area che ogni comune dovrebbe mettere a disposizione verrebbe calcolata in relazione al volume della popolazione e dell’area interessata.
Il Clima Club Alto Adige, tenendo conto dell’obiettivo di installazione di 100 MW di impianti fotovoltaici entro il 2030, ha stimato il seguente requisito di superficie necessario per i seguenti comuni: Fiè allo Sciliar: 5.120 m², Brunico: 15.048 m², San Pancrazio: 4.566 m², Dobbiaco: 9.348 m², Glorenza: 1.383 m², Merano: 32.373 m². Nella maggior parte dei casi, risulta dunque sufficiente utilizzare i tetti pubblici o i parcheggi per perseguire gli obiettivi di espansione del fotovoltaico. Se un comune non dovesse adempiere all'obbligo, propongono gli esperti,  potrebbe andare incontro ad una riduzione dei finanziamenti.

 

Un Segretariato per il clima

 

Per adempiere agli obiettivi di conversione ecologica, secondo Clima Club Alto Adige è fondamentale dotarsi di un'organizzazione ben definita e decisa. La proposta di un Segretariato per il Clima, sulla scia di quello presente nella città di Copenaghen, va incontro alla bozza del piano climatico dell'amministrazione provinciale che elenca già un centinaio di progetti riguardanti il prossimo futuro climatico. Di conseguenza, ribadisce il team, la gestione professionale di tali programmi è indispensabile per la pianificazione, il coordinamento e l'attuazione di ampie misure.
“Il compito di un ‘Segretariato per il clima’ si può riassumere in una triplice funzione: elaborare e fornire importanti risultati scientifici e tecnici per i decisori, esaminare i risultati del monitoraggio continuo delle misure adottate, controllarne il successo. In questo modo - conclude il Clima Club Alto Adige - verrebbero garantiti sia una struttura con la propria continuità, sia gli adeguamenti necessari all'attuazione di un efficace piano climatico”.

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Ecco perchè

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Gianguido Piani Gio, 03/03/2022 - 17:25

Premettiamo che alla politica europea / nazionale / locale di riduzioni *effettive e misurabili* di gas serra non interessa nulla. Gli esempi in Provincia sono numerosi, quando si racconta di fare qualcosa e' perlopiu' greenwashing: dal gas blu di Alperia al commercio delle emissioni, una enorme truffa tutta europea.

Premesso questo, non ci sono soluzioni semplici e facilmente implementabili di efficienza e risparmio energetico. Ricopriamoci pure di pannelli solari. Risultato? Zero energia d'inverno, iperproduzione d'estate. Il problema e' che non esistono sistemi di accumulo energetico con l'efficienza e la capacita' necessarie a costi sostenibili. Ripeto: non esistono.

Ci sono due vie percorribili. (1) Ridurre drasticamente i consumi. Questo significa tra le altre cose isolamento degli edifici, uso minore di veicoli a motore (sulle brevi e medie distanze si puo' andare a piedi!), lavoro a distanza... Non esiste la soluzione per tutto ma un complesso di piccole soluzioni da usare in sinergia. Questione principale e' la volonta'. O si fa, o non si fa.

(2) Occorre fare coincidere la domanda di energia alla generazione ambientale con le sue caratteristiche di variabilita' oraria e stagionale. Nel settore elettrico questo sarebbe in parte la funzione delle smart grid, fermo restando che non esistono sistemi di accumulo oltre i pochi minuti (le centrali idroelettriche di accumulo hanno altra funzione).

Non ho idea di a chi sia venuto in mente di prendersela con il gas naturale. E' un combustibile pratico e sicuro nell'uso (meno nell'approvvigionamento, come vediamo ora). La questione adesso e' rivolta alle importazioni dalla Russia, ma un gas sintetico derivato da biomassa potrebbe essere un sostituto e avrebbe in ogni caso bisogno di una rete di trasporto o distribuzione. Da una ventina di anni le Stadtwerke Muenchen immettono nella rete urbana gas prodotto da rifiuti organici. All'aumentare del prezzo di gas russo o americano migliora l'economicita' relativa del gas di produzione locale. Impianti di questo tipo avrebbero molto piu' senso che non qualche decina di m2 di pannelli solari extra. A proposito, i pannelli solari sono tutti Made in China.

Una decina di anni fa una soluzione molto popolare era quella dei combustibili di fonte biologica, etanolo dal mais e biodiesel dai semi di girasole. Tutto bellissimo, fino a che si e' visto quali superfici agricole e quali quantita' d'acqua sono necessarie. Frenata, e messa sotto silenzio della tecnologia. Nessuno ne parla piu'.

Riguardo il centro di competenza, un esempio potrebbero essere le Energieagenturen dei diversi Laender tedeschi o austriaci.

Gio, 03/03/2022 - 17:25 Collegamento permanente