L’Alto Adige ai tempi del digitale
Skyline di scartoffie addio: lo “svecchiamento” della pubblica amministrazione sta per compiersi. Dal prossimo 12 agosto, infatti, tutti i Comuni e gli enti pubblici dovranno obbligatoriamente utilizzare documentazione in modalità informatica che acquisiranno validità legale al posto di quelli cartacei, in attuazione del decreto presidenziale 13 novembre 2014. Il provvedimento si pone l’obiettivo di garantire “maggiore efficienza, efficacia, trasparenza, semplificazione e partecipazione”. Una sfida che tuttavia richiede un notevole impegno da parte delle amministrazioni sia per la dotazione degli strumenti informatici sia per le competenze tecniche dal momento che le procedure finora usate dovranno essere necessariamente superate. Il 12 agosto scadranno i 18 mesi di tempo previsti dal Dpcm per adeguarsi al nuovo regime e attuare il passaggio al digitale con modelli da compilare esclusivamente online, firme digitali, pen drive e cloud per archiviare e conservare tutte le documentazioni del caso senza limiti di spazio, risparmiando tempo e denaro. Un esempio: per inoltrare una richiesta di autorizzazione edilizia con il sistema attuale occorrono 4 copie del documento, con la piattaforma online ne è sufficiente una. Andreas Schatzer, presidente del Consorzio dei Comuni spiega come l’Alto Adige si sta preparando ad affrontare questa rivoluzione copernicana digitale.
salto.bz: Schatzer, il 12 agosto gli uffici pubblici passeranno al digitale, i Comuni altoatesini sono pronti?
Andreas Schatzer: Direi che siamo a buon punto, già da qualche tempo utilizziamo una documentazione digitalizzata almeno per quanto riguarda la gestione interna. Abbiamo un programma di protocollo per cui ogni documento che arriva in Comune viene subito emesso in digitale, tutte le delibere inoltre sono già informatizzate e hanno la firma digitale. Ma certamente ci sono anche alcune difficoltà a cui dover far fronte.
Per esempio?
Qualche pratica viene già archiviata in via definitiva in digitale, altre, come le concessioni edilizie, vengono ancora firmate a mano.
Proprio riguardo al nuovo sistema di contabilità lo scorso febbraio il presidente della Cna-Shv Claudio Corrarati aveva segnalato la presenza di alcune incompatibilità con il vecchio programma.
Da quest’anno abbiamo un nuovo programma per la contabilità che presenta alcune sostanziali variazioni rispetto al precedente, cosa che ci ha dato non pochi problemi, i Comuni a gennaio non potevano effettuare pagamenti, e per la Provincia la situazione è stata anche peggiore. Ora dovremo capire come andare avanti. Per quanto riguarda gli atti dello stato civile, ad esempio, dobbiamo aspettare ancora direttive da parte del Ministero degli Interni, certo, esiste un programma che gestisce i documenti ma questi seguono ancora un iter “analogico”: vengono stampati su carta e firmati da privati e dall’ufficiale competente e poi archiviati in un registro. Non sappiamo ancora quando verrà risolta la questione ma di sicuro le criticità non mancheranno. In ogni caso, un passo dopo l’altro, saremo in grado di essere in linea con quanto ci viene richiesto.
Corrarati parlava anche di ritardi di 3-4 mesi sui normali standard di pagamento delle fatture, la situazione nel frattempo è migliorata?
Molto, ma sulla contabilità ci sono ancora problemi. Il fatto è che il vecchio software era molto personalizzato a differenza del nuovo, il passaggio è stato complicato. Mi auguro che entro i prossimi mesi saremo in grado di arrivare alla situazione dell’anno scorso, quando tutto funzionava.
E in quanto ai piccoli Comuni la conversione al digitale rischia di essere più "traumatica"?
È chiaro che ogni novità porta dei problemi, non voglio certo negarlo, ed è altrettanto evidente che i piccoli Comuni faranno più fatica ad adeguarsi rispetto a quelli più grandi ma avendo già lavorato sul programma di protocollo esiste già una certa dimestichezza con il mezzo informatico.
A proposito di questo, oltre alle dotazioni informatiche serviranno anche competenze tecniche, il personale della PA è formato a dovere?
Come Consorzio stiamo facendo formazione già dal mese di luglio, e proseguiremo anche nei mesi di agosto e settembre in modo da istruire tutti i dipendenti comunali. Nelle prossime settimane sono sicuro che riusciremo a mettere a posto la situazione.
E per quanto riguarda l’utenza?
Non ci saranno molti cambiamenti, il cittadino può ancora portare il foglio di carta in Comune il quale provvederà a convertirlo in un documento digitale ed inviarlo negli uffici pubblici di competenza. Ricordo poi che da anni è attivo il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) che mette in contatto le imprese con la pubblica amministrazione, le licenze delle ditte, ad esempio, funzionano già in forma digitale.
Sembra piuttosto ottimista, Schatzer, eppure se si pensa ad esempio alla ricetta elettronica l’Alto Adige non ha fatto esattamente una figura encomiabile.
È vero, il punto è che qualche problema può essere risolto immediatamente, per altri ci vuole più tempo. In futuro si potranno anche vedere effetti positivi in termini di risparmio e in generale non bisogna sottovalutare i vantaggi delle digitalizzazione, prendiamo le banche, oggi nessuno ci va più, tutti i movimenti si fanno tramite l’home banking, ovunque ci si trovi, a qualsiasi ora, anche nei festivi. La gente deve solo abituarsi, come per tutto, e così sarà anche per la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Siamo a buon punto...stiamo
Siamo a buon punto...stiamo facendo formazione dal mese di luglio...
In realtà il decreto a cui ci si riferisce è del novembre 2014 (!) e prevedeva, per via della complessità e delicatezza del passaggio, ben 18 mesi, di tempo per adeguarsi. Quindi la legge è entrata in vigore 18 mesi fa e il 12 di agosto il processo doveva essere completato. E invece in perfetto stile italiano si inizia a fare qualcosa a un mese dalla scadenza...figuriamoci quanto saranno preparate le ns amministrazioni ! Se poi uno fosse un pochino pignoletto e si informasse scoprirebbe che la legge che entra in vigore è addirittura del 2005 (sì, avete letto bene, 2005, 11 anni fa...)
La verità è che c'è un'enorme confusione e che per le amministrazioni sarà un passaggio tutto meno che indolore. Certo, chi è causa del suo mal pianga se stesso, se non fosse che poi ci vanno di mezzo i cittadini. Il tutto aggravato da quanto già riportato nell'articolo ossia che il Sudtirolo non è che poi eccella più di tanto nel campo informatico e che per alcuni aspetti sia anche indietro persino rispotto allo scalcagnato resto d'italia.
Ma forse ce la caveremo perchè, è notizia di oggi, da Roma arrivano notizie di una probabile sospensione del decreto. La cosa darebbe il tempo di gestire il difficile passaggio in un modo serio ma ahimè ho il sospetto che nel caso di sospensione le amministrazioni, invece che lavorare per farsi trovare preparate alla nuova data, ne approfitteranno per non fare nulla come di fatto è successo dal 2005 fino ad oggi.
In einem Punkt würde ich
In einem Punkt würde ich widersprechen: dass die kleinen Gemeinden bei solchen Umstellungen/Anpassungen allgemein größere Probleme hätten als die Großgemeinden.
Ich denke das ist von Gemeinde von Gemeinde sehr verschieden und hängt von anderen Faktoren viel mehr ab als von der Größe einer Gemeinde.
So hatten z.B. laut meiner Wahrnehmung die größeren Gemeinden (und noch mehr die Landesverwaltung) mit der Umstellung des Haushaltssystems und des Buchhaltungsprogramms mehr und länger zu kämpfen als die meisten kleinen Gemeinden.
Und das wird auch bei der Umstellung auf die digitale Verwaltung wohl nicht anders sein. Eine personell und technisch gut aufgestellte überschaubare Verwaltungseinheit wird immer flinker und anpassungsfähiger sein als ein Moloch.
Dennoch weht der Wind munter in Richtung Zentralisierung ....
In risposta a In einem Punkt würde ich di Martin Federspieler
Centralizzazione...in effetti
Centralizzazione...in effetti sembra essere la parola chiave in questi giorni.
Sembrerebbe infatti la soluzione, in realtà è un'arma a doppio taglio molto pericolosa e fondamentalmente inutile. La vera soluzione non è la centralizzazione (ma siamo seri: gli esempi di centralizzazione secondo voi hanno mai funzionato ?) ma un approccio collaborativo basato sulla condivisione delle risorse e delle competenze. Si ottengono gli stessi risultati ma si mantiene l'autonomia gestionale del singolo Ente che oltre ad essere sancita dalla Costituzione (che piaccia o meno il titolo V è ancora presente nella Costituzione) è cosa buona anche in termini di efficienza ed efficacia.
Molto carina è la posizione della Provincia: se si tratta di essere dalla parte di chi viene assorbito da un ente più grosso (cioè quando lo Stato italiano vuole centralizzare cose della Provincia) urlano allo scandalo e fanno le barricate, quando sono invece loro dalla parte del centralizzatore allora si comportano peggio dello Stato nei loro confronti.
Tutto il mondo è paese...