Politica | diritti civili

Occasione mancata per i diritti civili

La fine della legislatura segna l'ennesima battuta d'arresto per le riforme nel campo dei diritti, rimandate ancora una volta a data da destinarsi.
Parlamento
Foto: upi

L’attuale, dimissionario, Parlamento chiuderà la legislatura non potendo vantare alcun progresso nel campo dei diritti civili. Sebbene la discussione su questi temi sia sempre rimasta in secondo piano, alcuni disegni di legge avevano continuato il loro percorso attraverso le procedure parlamentari, arrivando a pochi passi da una possibile approvazione finale. In alcuni casi la spinta era arrivata da importantissime sentenze della Corte Costituzionale: le iniziative su doppio cognome e fine vita avevano trovato un forte ancoraggio proprio sulle pronunce della Consulta, che ancora una volta si era rivolta al Parlamento, perché colmasse le ormai croniche lacune legislative. E se nel caso del doppio cognome si erano susseguite due sentenze a distanza di poco tempo, nel caso del suicidio medicalmente assistito la celebre sentenza Cappato aveva aperto alla possibilità di accedere alle pratiche eutanasiche. Quest’ultima aveva liberato la strada per un disegno di legge che aveva recepito i requisiti individuati dalla Corte e stabilito dei criteri per accedere al suicidio medicalmente assistito, nonostante non rappresentasse una risposta completa alle richieste più ampie della campagna referendaria eutanasialegale. La norma, approvata alla Camera, era approdata in Senato dove non aveva, però, potuto continuare l’iter, finendo tra i progetti non conclusi. 

 Alcuni disegni di legge avevano continuato il loro percorso attraverso le procedure parlamentari, arrivando a pochi passi da una possibile approvazione finale

Stessa sorte è toccata al ddl Zan, diventato famoso per aver generato una serie di fake news da parte dell’area più reazionaria del paese. In realtà il ddl aveva lo scopo di introdurre delle aggravanti nei casi di discriminazione e violenza verso la comunità LGBT+ e di prevedere dei percorsi educativi nelle scuole, anche attraverso l’istituzione di giornate dedicate. La norma era già stata affossata una volta in Senato, ma si preparava ad essere nuovamente discussa. L’ennesimo rinvio colpirà anche il progetto di legge sulla cannabis che, arrivato in Parlamento grazie alla mobilitazione per il referendum, vedeva come primo firmatario Riccardo Magi (+Europa), al quale si era unita poi la deputata dei M5S, Caterina Licatini. La norma era stata discussa in Commissione alla Camera, dove aveva trovato l’opposizione della Lega e, alla fine, il voto era stato rimandato a data da destinarsi. 

Tra i temi più difficili da affrontare resta quello della cittadinanza per gli stranieri. Da anni si dibatte sullo ius soli o ius culturae, ma il continuo ostruzionismo, parlamentare ed extraparlamentare, continua a non lasciare spazio ad una risoluzione legislativa. Già nel 2018 Laura Boldrini aveva presentato un ddl, che era rimasto fermo per circa 4 anni, fino a quando, a marzo 2022 il deputato Giuseppe Brescia (M5S) aveva provato, per trovare una maggiore condivisione, la via dello Ius scholae, con l’obiettivo di considerare come cittadini italiani i bambini che, arrivati in Italia prima dei 12 anni, avessero compiuto un ciclo scolastico di almeno 5 anni. La norma, arrivata alla Camera a fine giugno, aveva incontrato la fiera opposizione delle destra e la discussione era stata posticipata a settembre, mese in cui, però, ci saranno le elezioni. 

 Ancora una volta quindi, tutte queste iniziative subiranno gli ennesimi, abituali ritardi e ad occuparsene sarà il futuro Parlamento

Ancora una volta quindi, tutte queste iniziative subiranno gli ennesimi, abituali ritardi e ad occuparsene sarà il futuro Parlamento, che, stando ai sondaggi, vedrà probabilmente prevalere una maggioranza conservatrice, da sempre contraria all’ampliamento dei diritti civili. In molti rassegnati serpeggia dunque l’idea che questa legislatura sia diventata non solo l’ennesima occasione mancata, ma anche l’ultima possibilità per questi provvedimenti di vedere la luce e di avvicinare l’Italia alla prospettiva europea.