Multilanguage is cool
Dodici video di circa due minuti l’uno. Bambini, giovani, adulti, politici, sacerdoti, sportivi e volti noti sono tra le 55 persone intervistate.
Parliamo della campagna informativa “Il plurilinguismo è la mia lingua preferita – Mehrsprachigkeit ist meine Lieblingssprache”: il videoprogetto della Consulta Giovani del gruppo linguistico tedesco, i cui componenti Thomas Hofer e Verena Mittelberger hanno presentato oggi (6 ottobre) a palazzo Widmann alla presenza dell’assessore provinciale Philipp Achammer.
I video, spiritosi e divertenti, disponibili su questo link , saranno diffusi anche sui social network.
Un lavoro, durato un anno, da cui è emersa la difficoltà di molti nell’esprimersi nella lingua diversa da quella madre.
Motivo? La pressione di dover padroneggiare lingua alla perfezione e la paura di sbagliare.
“Quando ho iniziato a parlare in italiano ero timida, ora invece sono qui a parlare davanti tutti – ha detto Verena Mittelberger -. Un episodio alle elementari mi aveva bloccato: durante un esercizio in classe, la descrizione di un’immagine, ho tradotto ‘Mücken’ (zanzare) in ‘mucche’. C’è voluto tanto tempo per capire che si debba parlare, anche se non lo si fa in modo perfetto. Non bisogna vergognarsi di commettere errori”.
Dello stesso avviso Thomas Hofer che ha osservato: “Ridere e imparare è un’ottima combinazione, un’esperienza interessante. Si deve approcciare alle lingue con gioia. Sugli strafalcioni si può anche ridere”.
Grande entusiasmo sull’iniziativa ha espresso l’assessore provinciale Philipp Achammer: “E’ meravigliosa. Lo studio Kolipsi dell’Eurac evidenzia l’importanza di rafforzare le conoscenze linguistiche in ambito extrascolastico. Si deve potenziare sempre più la sensibilità per le lingue. La lingua è un insieme di emozioni verbali e non. I confini della lingua sono i confini del mondo. E’ una ricchezza. Parlare in un’altra lingua non deve essere fonte di ansia, paura, né deve essere visto come un dovere o un esame”.
Achammer ha sostenuto che il bilinguismo non si debba ritenere ormai scontato, ma da vivere ogni giorno: “Per esempio, se per anni si studia o lavora in Austria e Germania, è normale perdere vocaboli italiani per strada”.
Sulla scuola plurilingue l’assessore è stato netto: “E’ una questione ideologica che crea solo divisioni politiche. Piuttosto si deve usufruire di più degli strumenti già a disposizione. L’attuale sistema scolastico, previsto dallo statuto di autonomia, apre molte finestre possibili”.
A tale proposito Achammer, che ha sottolineato quanto sia importante proseguire coi progetti Clil nonché favorire più incontri tra le scuole, gemellaggi, scambi tra docenti e alunni, immersione linguistica, ha valutato in modo positivo il modello, applicato anche da scuole della Val Pusteria, di una scuola elementare di Brunico. In tale realtà si raccontano storie in tre lingue (italiano, tedesco e inglese lingue) e si fa comparazione linguistica.
“Questa è una buona cosa: attiva la curiosità e l’interesse degli scolari” – ha osservato l’assessore che ha concluso: “A studiare una seconda ed una terza lingua non si perde la propria identità, ma solo a patto che si impari bene la propria lingua madre, base e forte radice da cui partire”.