Politica | Tendenze

I sondaggi? Un miraggio

In politica le previsioni basate su indagini statistiche diventano sempre più difficili. Sballottate tra social network, smartphone, astensionismo e antipolitica.

Una volta i sondaggi erano uno strumento potentissimo del 'fare politica'. Oggi i sondaggi sono diventati molto più difficili da realizzare (molti hanno abbandonato il telefono fisso) e gli stessi addetti ai lavori si dividono sulla loro utilità. C’è chi dice che nell’attuale frammentazione le indagini statistiche sono (sarebbero) fondamentali per cercare di rintracciare e decodificare le intenzioni dei cittadini elettori. Ma c’è anche chi arriva a mettere in discussione l’utilità stessa dei sondaggi, strumento considerato ormai inadeguato nel tentativo di fotografare un’opinione pubblica sempre più liquida e mutevole

I nativi del web 2.0 preferiscono dire che, di fatto, i sondaggi hanno subito in realtà una vera e propria mutazione divenendo in realtà una sorta di pane quotidiano. Anzi - come affermano Roberta Benvenuto e Marco Bracconi in un articolo su Repubblica.it - una sorta di “pietanza che nella lunga transizione della politica italiana deve fare i conti con la voracità di cambiamenti di contesto rapidissimi”. Aggiornando la metodologia, naturalmente. 

Come afferma l’inchiesta di Repubblica i sondaggi tradizionali sono penalizzati non solo dalla scarsa attendibilità dimostrata in occasione di exit pool e proiezioni post-elettorali, ma anche dal fatto che tutti sono ormai consapevoli del fatto che le indagini statistiche una volta realizzate vengono utilizzate come forma di pressione nei confronti dell'opinione pubblica

Molte altre informazioni in merito si possono leggere nel dossier “Le certezze perdute”, pubblicato ieri 7 aprile 2015 da Repubblica.it