“Il ballo del 25 aprile”
Il festival delle Resistenze non si farà? È una perdita, certo, riconosce il sindaco Renzo Caramaschi, tornato in servizio dopo l’operazione all’anca. Ma, pare di capire, si può guardare oltre. Agli eventi organizzati quest’anno, nel rione Don Bosco e sui prati del Talvera, a Bolzano. Due appuntamenti (qui in calce il programma) che si sono posti il difficile compito di far uscire il 25 aprile dalle pastoie delle commemorazioni ufficiali, delle deposizioni delle corone, a cui partecipano in pochi eccetto le autorità, e di trasformarlo in una “festa popolare”. Va bene se per farlo servono il ballo liscio, i maccheroni (“Spero che il club dei Rodigini non faccia la carne d’asino” confessa il primo cittadino), la musica rivolta ai giovani. Ammesso che si ottenga il successo sperato.
“Il fatto che non si faccia il festival delle Resistenze è una perdita, prima di tutto culturale” ammette Caramaschi riguardo all’esito denunciato da Sandro Repetto, consigliere provinciale del Pd, e confermato dal vicepresidente della Provincia Giuliano Vettorato. Il forfait è stato motivato con la mancata iniziativa degli organizzatori. Tuttavia, la fine per la manifestazione con i big della cultura (nel 2018 erano venuti Ascanio Celestini e Andrea Purgatori, tra gli altri), propria dell’era Tommasini, arriva in concomitanza con il passaggio di potere tra i democratici e la Lega.
Il fatto che non si faccia il festival delle Resistenze è una perdita, prima di tutto culturale. Del resto al governo in provincia ci sono gli stessi che alle europee sfilano alleati alle forze di destra nazionale che non sono il massimo della democrazia
Il sindaco non scende nei dettagli e guarda il contesto politico, accusando indirettamente il partito di Salvini. “Del resto sono gli stessi che alle europee sfilano alleati alle forze di destra nazionale che non sono il massimo della democrazia, vedi gli ungheresi pur nel Ppe (Orbàn, ndr), oppure i polacchi”.
Schermaglie politiche a parte, c’è sempre da festeggiare il 74/esimo anniversario della Liberazione. Confermata comunque la cerimonia commemorativa in collaborazione con il commissariato del governo e il comando truppe alpine. Il percorso sarà unico, con partenza alle 9 dal palazzo municipale, passaggio alle 11.10 al Muro del lager di via Resia e conclusione alle 12.30 in piazza Matteotti.
La Liberazione deve essere davvero sentita da tutti, italiani, tedeschi e ladini: è una festa per la libertà che ha rotto le dittature, che ci ha liberato da fascismo e nazismo. Io alla manifestazione ci sarò, anche se con la stampella
Le novità di quest’anno sono le due feste che si terranno a partire dalle 15 in piazza Don Bosco e nel piazzale delle feste sui Prati del Talvera. In particolare l’Arci organizza in collaborazione con l’Auser ed altre associazioni i due eventi che prevedono diversi incontri, teatro e musica oltre a degli stand gastronomici. “Lo scopo dell’iniziativa - spiega Caramaschi- è creare un momento gioioso e di condivisione per la città tutta. Mi piacerebbe che la popolazione vivesse questa giornata, che ricorda la fine della guerra e la caduta del nazismo e del fascismo, con più gioia e partecipazione rispetto al passato. Con entusiasmo, come i francesi vivono il 14 luglio. Un 25 aprile insomma da vivere come la festa della democrazia e della crescita del nostro Paese”.
Una Liberazione, aggiunge, che sia “davvero sentita da tutti, italiani, tedeschi e ladini, una festa per la libertà che ha rotto le dittature, che ci ha liberato da fascismo e nazismo”. Quanto al ballo, il sindaco condivide. “Io alla manifestazione ci sarò, anche se con la stampella”. E indica l’ausilio al suo fianco.
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