“Più verità che bellezza”.

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SALTO: Lei dirigerà la Haydn in due programmi, il primo è dedicato ad Antonio Pedrotti, direttore stabile dell’orchstra Haydn dal 1960 fino al 1973. A Pedrotti è dedicato il concorso di direzione di Trento. Nelle prove di un concorso quali sono le qualità di un giovane direttore che ne determinano il successo?
Thomas Dausgaard: autenticita' e artisticita'.
Sono stato premiato al concorso Pedrotti intorno al 1990, quindi è un onore per me celebrare Pedrotti ora. In questi anni ho presieduto il Concorso Malko e ho fatto parte della giuria più volte: Un concorso può portare al successo, ma è più importante ciò che se ne fa.Lei ha studiato con Norman del Mar e poi con Franco Ferrara, Leonard Bernstein e Hiroyuki Iwaki. Ci propone dei loro brevissimi ritratti, un paio di aggettivi per ciascuno di loro?
del Mar: competente, pragmatico, con brio.
Ferrara: intenso, autentico
Bernstein: sotto l'apparenza spontanea c'era una struttura profonda.
Iwaki: solo l'essenza. -
Antonio Pedrotti, il Maestro che ha fatto la storia dell’Orchestra HaydnTrento – Figura di spicco del panorama musicale del Novecento, Antonio Pedrotti (1901–1975) è stato direttore d’orchestra, compositore e formatore.
Dal 1960 al 1973, Pedrotti ha ricoperto il ruolo di primo Direttore stabile dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo e alla fama dell’ensemble nei suoi primi quindici anni di attività. Sotto la sua guida, l’orchestra ha conquistato una posizione di rilievo nel panorama musicale nazionale e internazionale.
Nato a Trento il 14 agosto 1901, Pedrotti intraprese gli studi musicali al Collegio Alle Querce di Firenze, per poi trasferirsi a Roma, dove si diplomò in composizione con Ottorino Respighi e in direzione d’orchestra con Alessandro Bustini. Proprio all’Accademia di Santa Cecilia mosse i primi passi della carriera come direttore sostituto, distinguendosi fin da subito per uno stile elegante e rigoroso.
Il suo repertorio spaziava dai grandi del Novecento – come Richard Strauss, Igor Stravinskij, Giorgio Federico Ghedini e Nino Rota – fino alla rilettura in chiave moderna di antichi autori italiani, segno di una curiosità eclettica e di un profondo rispetto per la tradizione.
Così lo ricordava Andrea Mascagni:
“Ci intendemmo senza riserve sulla necessità di dar vita, in una regione di forti tradizioni musicali, a un organismo orchestrale stabile, in grado di diffondere su larga scala territoriale la cultura sinfonica, e compenetrarsi con una già ricca attività concertistica (…) Antonio Pedrotti è un raro esempio della dedizione che l’autentico interprete deve nutrire, perennemente alimentare nei confronti del grande evento creativo.”
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Lei interpreterà nei due concerti con la Haydn musiche di Paert, Grieg, Sibelius, Langaard e Brahms. La Sinfonia n.4 di Langaard è in prima esecuzione italiana. Ci può presentare la musica del compositore danese, suo conterraneo ?
Ritengo che la Quarta di Langgaard sia un'opera veramente originale. Composta nel 1916, precede la musica-collage del 1960: è una sinfonia in un solo movimento che consiste in un ricco mosaico di idee musicali, per lo più introdotte senza un ponte di collegamento, ma con il silenzio. Alcune idee musicali sono altrettanto originali: il minimalismo - che si sviluppa ancora una volta negli anni Sessanta - è utilizzato da Langgaard per descrivere la pioggia selvaggia, le campane della chiesa, ecc.
Era un ragazzo prodigio, che all'inizio si ispirava a Wagner, Schumann, Tchaikovsky ecc. Compose in tutto 16 sinfonie, l'opera Anti-Cristo; le mie registrazioni di queste opere sono pubblicate dall’ etichetta “dacapo”. Molte sue opere trattano della convinzione spirituale che ci stiamo avvicinando velocemente al “giorno del giudizio”; il titolo della n. 4: “Caduta delle foglie” - Autunno - probabilmente simboleggia il tempo dell'Anti-Cristo. Con la sua quasi “marcia funebre” prima della fine, e una serie selvaggia di accordi per concludere, si potrebbe dire che l'inverno è iniziato... -
Nel corso o a margine di un suo concerto le è capitato un episodio buffo (o tragicamente comico) di cui ancora sorride?
Sì, durante un'esecuzione della Symphonie Fantastique di Berlioz con il Danish National SO c'è stato un improvviso e inaspettato silenzio quando avrebbero dovuto suonare le campane da chiesa, ovvero il sintetizzatore. Un cavo collegava il sintetizzatore sul palcoscenico agli altoparlanti dietro le quinte, dove il suono delle campane sarebbe dovuto apparire in modo drammatico. Poiché il cavo non era abbastanza lungo, era stata utilizzata una prolunga. Purtroppo, quando siamo arrivati al momento delle campane vi è stato un silenzio totale; potevo vedere il percussionista suonare i tasti del sintetizzatore, ma non si sentiva proprio nessun suono. Abbiamo contato tutti le pause delle battute come dei matti e siamo arrivati giusti alle entrate successive, ma l'intero effetto di climax è stato... deludente! In seguito il suonatore di corno inglese ha tranquillamente confessato che forse aveva accidentalmente calpestato la prolunga, e quindi causato la disconnessione... è stato perdonato! E la volta dopo abbiamo usato campane vere!
Pensa con Dostoevskij che “la bellezza salverà il mondo”?
Sono più alla ricerca della verità che della bellezza. La bellezza può facilmente affascinare il mondo - ed essere un effetto superficiale nella musica! - ma per salvare il mondo, credo che abbiamo bisogno di qualcosa di più profondo. Dostoevskij non voleva forse dire che la bellezza riconciliata con la verità salverà il mondo? Forse la sua “bellezza” era “amore” - allora comincia ad avere senso per me...
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Orchestra Haydn
Thomas Dausgaard, direttore
13.5 - musiche di Paert, Grieg e Sibelius
20.5 musiche di Langgard e Brahms
Bolzano, Auditorium