Lex Benko: uno schiaffo a tutte e tutti

SVP e PD hanno voluto introdurre a tutti i costi una norma che rischia di rappresentare un addio al governo pubblico del territorio e anche all'autonomia del Comune di Bolzano.

La "Lex Benko" scritta, persino, sui divanetti dei corridoi del consiglio provinciale sotto dettatura (e sotto ricatto) del " cerchio magico" dei liberi professionisti consulenti del gruppo Benko, apre, infatti, una strada privilegiata per determinare il futuro di qualsiasi porzione del territorio cittadino superando automaticamente tutti i vincoli stabiliti dai piani comunali, dall'urbanistica, alla viabilità.
Basterà che la Provincia, o un privato stabiliscano che un'area è da riqualificare anche se non lo è e poi il Comune può solo dire sì o no in tempi strettissimi sotto il ricatto del prendere o lasciare.
Dire com'è stato detto dal Vice-Presidente della Giunta provinciale e dall'Assessore provinciale all'Urbanistica che vi è stato un dibattito e un consenso del Comune di Bolzano è un falso in atto pubblico. Nemmeno la Giunta Comunale si è pronunciata formalmente sulla norma, o, tantomeno sul progetto.
Questa norma rappresenta, anzi, il completo rovesciamento dell'innovazione che rappresentavano i Piani di Riqualificazione Urbana che prevedeva sì la possibilità di procedure accelerate e il convolgimento diretto dei soggetti privati, ma per realizzare progetti di interesse pubblico. E inoltre, tali progetti erano, comunque, sottoposti a rigorose procedure di valutazione e di verifica.
Non si voleva insomma inserire il privato Benko al pari di altri imprenditori, nel contesto d una regia pubblica allargata a partire dallo strategico progetto del riuso dell'ex-areale ferroviario, ma fare il contrario consegnandogli, nei fatti, le chiavi di quel progetto e della Città intera in barba alle altre norme e alle altre leggi approvate.
Si è insomma fatto rientrare dalle cantine di una vecchia e cattiva politica quel primato del mero uso speculativo delle aree urbane, in particolare quelle dell'areale e quelle da riqualificare, che era stato fatto uscire triofalmente dalla porta grazie a Ferroplan, al Masterplan, a ARBO. al Progetto Podrecca, ecc.

Ora la Città ha alcuni strumenti per imporre, comunque, alcuni criteri di interesse pubblico e li deve usare tutti, inclusi gli aspetti patrimoniali relativi alle aree di proprietà pubblica, ma, soprattutto, è giusto che, a questo punto, sul futuro della loro città si possano esprimere direttamente le cittadine i cittadini nediante referendum.
La futura Giunta Provinciale dovrà, poi, rivedere questo vero e proprio schiaffo all'interesse pubblico e su questo ci misureremo nelle prossime elezioni provinciali chiedendo il consenso per un Governo diverso.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Privat