Letteratura in Südtirol: vista mediterranea
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mare di Norbert C. Kaser risale a un soggiorno sulla costa tirrenica nel 1968. Il poeta e già frate cappuccino “Christoph Kaser a Brunopoli” tradusse per sé Leopardi e Montale e scrisse pure in italiano, fuori dai confini immaginari dell'alto adige, alto fragile. Ad esempio su Trento,“città ben conosciuta da noi giovani maschi che non abbiamo altro ricordo di Te che essere toccati da mani italiane ai coglioni per poi esaminati come tori essere abili a portar l'arma in onore di terra non amata […] t. pignola nell'essere italiana è pignola perchè austriaca ovvero tirolese è un pò lenta perchè un pò fuori dal mondo”. “Perduto tra due lingue” – lo definì sul Corriere della Sera la trentina Isabella Bossi Fedrigotti nel 1995; “la mappa della letteratura non coincide necessariamente con quella della geografia” sottolineò Luigi Reitani il 7 novembre 1994 sull'Unità.
Claudio Magris, nel celebre racconto Antholz contenuto in Microcosmi (1997), criticò la “canonizzazione” di Kaser: “Gli scrittori sudtirolesi sono ossessionati dal confine e dall'identità e cercano quest'ultima nella negazione dell'identità compatta cara al potere culturale del loro paese. [...] Ma ormai sarebbe ora che l'aquila tirolese venisse arrostita” – come propose Kaser – “mangiata e digerita una volta per tutte, senza più bisogno di sputare sui suoi ossi. […] Gli scrittori sudtirolesi dovrebbero essere un po' meno sudtirolesi ossia meno antisudtirolesi, e dimenticarsi dei loro cordoni ombelicali”.
Per chi proviene da nord, il Sudtirolo è da secoli la porta d'accesso al mondo italiano, dove la cultura mitteleuropea incontra i caratteri del Mediterraneo. Il più antico codice liturgico del monastero di San Candido/Innichen, risalente al XII secolo, “è una testimonianza degli antichissimi legami culturali tra l'Italia e le valli più remote del Sudtirolo – un secolo prima che in quell'ambito si facesse sentire l'influenza culturale proveniente dal Nord”, ricorda Hans Drumbl nei suoi Scritti sudtirolesi (Weger, 2004).
Nella poesia Der Traum Plasnego (1989) di Franz Tumler, la denominazione “Plasnego” – italianizzazione di Blas(e)negg, località nel comune di Schlanders/Silandro – rinvia all'Italia come sogno dell'autore: “Il Sudtirolo rappresenta per lui da un punto di vista storico, culturale, geologico, antropologico e anche climatico, un'apertura verso l'Italia”, con le sue parole “un paesaggio aperto verso il Sud” che “assomiglia alla Grecia ma senza il mare”, scrive Alessandro Costazza. Colpito dal substrato ladino e dall'influsso mediterraneo sulla flora della Venosta, in Das Land Südtirol (1971) Tumler osserva presso la casa paterna di Silandro l'ultima vite e l'ultimo castano che crescono nella vallata. Lì corre il confine climatico tra l'area mediterranea e il nord alpino, per l'autore più rilevante del confine politico del Brennero o di quello linguistico di Salorno. Raccontando l'interruzione forzate del viaggio di un suo alter ego verso l'Italia, in Aufschreibung in Trient (1963) / Incidente a Trento (1990) Tumler rileggerà in chiave positiva la figura dell'irredentista Cesare Battisti, così come fecero Karl Kraus e successivamente il giornalista Claus Gatterer in Cesare Battisti – Porträt eines "Hochverräters" (1967) / Ritratto di un "alto traditore" (1975) e in Im Kampf gegen Rom (1967) / In lotta contro Roma (Praxis, 1994) – con la prefazione di Alex Langer.
Se in Das Land Südtirol Tumler non citò mai gli italiani del Sudtirolo (“Conosco la loro situazione, ma non per esperienza diretta, bensì solo attraverso racconti: l'immigrazione, la zona industriale... tutto ciò lo conosco, ma nulla di più”), a far conoscere la complessità dell'Alto Adige oltre i suoi confini contribuirono gli articoli di Langer, il romanzo di Joseph Zoderer Die Walsche (1982) / L'italiana (Mondadori, 1985) e il pamphlet polemico Sangue e suolo (Einaudi, 1985) di Sebastiano Vassalli, recensiti dallo stesso Langer.
A chi visita per la prima volta una libreria sudtirolese, salta agli occhi la sterminata produzione di libri in lingua tedesca che hanno come oggetto la Heimat, i cosiddetti “Tirolensien”: dai saggi storici alle ricette, dai Dorfbücher alle guide alpine. Difficilmente pubblicazioni del genere riempiono però gli scaffali del “reparto italiano” delle librerie “tedesche” e quelli della sezione “locale” delle librerie “italiane” (le librerie bilingui sono poche, e qualcuna chiude). Non tanto a causa dei traduttori, che anzi gradirebbero qualche commissione in più, ma perché diversa è la percezione e ricezione del Südtirol da parte degli italiani altoatesini: se pochi approfittano della letteratura autoctona nell'altra lingua – anche per difficoltà linguistiche –, non c'è da stupirsi che grazie a Eva dorme (Mondadori, 2010) / Eva schläft (2011) di Francesca Melandri (Selezione Campiello con Più alto del mare) vari abbiano scoperto storie che prima non conoscevano. E l'anno successivo, il romanzo di Sabine Gruber Stillbach oder Die Sehnsucht (Beck, 2011) / Stillbach o della nostalgia (Marsilio, 2014) ha avvicinato i lettori tedeschi alla storia italiana, intrecciata con quella sudtirolese. Con La terra più del paradiso (Einaudi, 2008) e Le beatitudini della malattia (Einaudi, 2013), la poetessa ladina Roberta Dapunt è tra le più interessanti voci della poesia contemporanea in Italia. 15 anni dopo la scomparsa di Anita Pichler, tre autrici riportano il Sudtirolo sulla grande scena letteraria.
Oltre agli scritti di Langer più volte ripubblicati (Sellerio, alphabeta, Chiarelettere), negli ultimi anni i saggi Spaesati – Italiani in Südtirol (Raetia, 2006) di Lucio Giudiceandrea, Contro i miti etnici – Alla ricerca di un Alto Adige diverso (Raetia, 2010) di Stefano Fait e Mauro Fattor e Stare insieme è un'arte (alphabeta, 2012) di Aldo Mazza e Lucio Giudiceandrea si interrogano sul cd. “disagio degli italiani” e le difficoltà del plurilinguismo, che con tutta probabilità incidono in parte sulla produzione letteraria altoatesina in lingua italiana. Fa riflettere che sia un racconto sulle Opzioni e la deportazione a Dachau di Franz Thaler, Dimenticare mai (Raetia, 1990), a essere utilizzato dagli insegnanti delle scuole italiane per introdurre la storia dell'Alto Adige/Südtirol, così come i libri della nota giornalista Lilli Gruber (Eredità e Tempesta, editi da Rizzoli) a raccontare al grande pubblico nazionale il Novecento della sua terra d'origine.
Per queste ragioni è interessante seguire l'evoluzione del panorama editoriale altoatesino/sudtirolese in atto. Esiste una letteratura in lingua italiana dal/sul Sudtirolo? La letteratura sudtirolese in lingua tedesca è ancora una letteratura “minore”, “di periferia”, “ossessionata dal confine”? Nuovi autori e autrici, nuove pubblicazioni, serate di lettura, poetry slam: Salto.bz seguirà tutte le novità letterarie in Südtirol con un apposito lit-blog, “Literatur Letteratura”. Uno spazio aperto, per scrittori e scrittrici – come per lettrici e lettori.
Georgia on my Mind di Gerhard Kofler
dico Fiè dico Presule / se vuoi dico pure Catinaccio / ma può succedere ovunque // dico Rienza dico Isarco / se vuoi dico pure Adige / ma può succedere ovunque // quest’ombra sulla scrivania / quest’occhiata al vento / con il suo convincente / odore di “evergreen”
ich sage Völs ich sage Prösels / wenn du willst sage ich auch Rosengarten / aber es kann überall geschehen // ich sage Rienz und ich sage Eisack / wenn du willst sage ich sogar Etsch / aber es kann überall geschehen // dieser schatten am schreibtisch / dieser blick in den Wind / mit seinem überzeugenden / geruch nach “evergreen”
Gerhard Kofler (Bozen, 1949 – Wien, 2005) compose oltre 5mila poesie in italiano.
Caro Valentino [ti posso
Caro Valentino [ti posso chiamare così e darti del 'tu'?],
è un bell'inizio. Mi piace un sacco.
Suggerirei un altro scrittore importante alla tua attenzione che si occupa molto di Alto Adige/Südtirol in diversi romanzi e scritti: Alessandro Banda. Qui il link su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Banda
Ciao da Benno [www.bennosimma.com]
In risposta a Caro Valentino [ti posso di Benno Simma
Grazie Benno! Certo che puoi
Grazie Benno! Certo che puoi chiamarmi così;)
Oltre ad Alessandro Banda, ho tralasciato Sepp Mall (l'editore Keller di Rovereto ha appena tradotto in italiano "Ai margini della ferita") e autori di lingua italiana quali Andrea Rossi, Paolo Bill Valente, Brunamaria Dal Lago Veneri, Kareen de Martin Pinter, Paolo Crazy Carnevale - solo per citarne alcuni - o molto legati alla nostra provincia come Ada Zapperi Zucker e Ulrich Ladurner. Ma ci sarà occasione per dare voce direttamente a loro.
Colgo l'occasione per precisare che non avevo alcuna pretesa di essere esaustivo: qui desideravo offrire una piccola panoramica sullo "stato dell'arte" e sul rapporto tra letteratura sudtirolese e (mondo di) lingua italiana. Un contributo parziale, in attesa di contributi più approfonditi. Per farsi un'idea un po' più completa, online si trova un articolo di Stefano Zangrando del 2011, per il manifesto: http://franzmagazine.com/2011/12/30/il-sudtirolo-e-le-sue-ricchezze-let…
E Ivano Fermini??
E Ivano Fermini??