Politica | Il caso

La memoria degli smemorati

Dopo 91 anni Salorno revoca la cittadinanza onoraria al Duce. Solo il consigliere dei 5 stelle si astiene dal voto: "se tornassi indietro darei parere favorevole".

Esiste un rimedio efficace e una posologia precisa contro l’annacquamento della memoria? Una domanda che resta spesso a malapena in equilibrio sul filo della retorica. Prendiamo il caso della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini revocata dal comune di Salorno nei giorni scorsi. Annullare tale benemerenza è un esercizio superfluo di damnatio memoriae o un atto doveroso? Diversi sono i municipi che hanno deciso per la revoca, da Fossombrone nelle Marche a Termoli (Campobasso) e in Alto Adige, già qualche anno fa, l’iniziativa era stata presa dai Comuni di Montagna, Termeno, Ora e Cortaccia. 

Piccolo ripasso storico: dal 1922 al 1948 la Bassa Atesina faceva parte della provincia di Trento, un provvedimento deciso dal governo fascista per promuovere l'italianizzazione dei cosiddetti "territori mistilingui". In seguito all'introduzione del primo statuto d’autonomia, oltre che a una manifestazione di protesta cittadina sulla collina di Castelfeder nel 1946, i comuni della Bassa Atesina sono stati riaccorpati alla provincia di Bolzano.

Vale ora la pena soffermarsi proprio sul recente caso di Salorno. Il sindaco SVP Roland Lazzeri ha messo ai voti la revoca della cittadinanza onoraria che fu concessa al Duce nel 1924. La decisione è stata presa dal consiglio comunale su proposta del partito Süd-Tiroler Freiheit. A favore della revoca si sono espressi 16 consiglieri, uno solo si è astenuto, l’esponente del Movimento 5 stelle Alessandro Rizzone. “Sono rimasto meravigliato da questa decisione del consigliere ma ne prendiamo atto”, dichiara in merito il primo cittadino che aggiunge: “avevamo le idee molto chiare sulla revoca, credo anzi che questa iniziativa si sarebbe dovuta prendere anche prima”. “Sono molto contenta del passo fatto a Salorno. Era veramente ora - ha commentato Eva Klotz, fondatrice del partito separatista Stf -, sono soprattutto felice che i giovani del nostro partito si occupino della storia del nostro Sudtirolo sollevando questioni legate al fascismo come quella che hanno portato avanti a Salorno”.      

Tutti contenti dunque, o quasi. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto il consigliere Rizzone a non prendere posizione sulla questione? “Non mi sono voluto esprimere perché quando si tratta di dittature, sofferenze, guerre, preferisco astenermi, se gli altri hanno deciso per la revoca va bene, per quanto mi riguarda avrebbero anche potuto mantenere la cittadinanza emerita a Mussolini”, tenta di spiegare il consigliere dei 5 stelle che poi ci ripensa: “forse avrei potuto anche votare a favore, ma in quel momento ho sentito che era più opportuno non intromettermi”.

La revoca, secondo Rizzone, ha il difetto di essere arrivata fuori tempo massimo, “a che scopo rivangare la storia? Viviamo in tempo di pace, non è che questo argomento non sia rilevante ma ci sono altri problemi di cui occuparci”. Va ricordato che a Rivoli, in Piemonte, il nome di Mussolini è stato cancellato dall’elenco dei cittadini onorari su proposta di un consigliere M5S (e accolta all’unanimità), nel caso di Salorno la decisione di Rizzone è stata presa a titolo personale non mi sono consultato con gli altri del gruppo, ecco anche perché ho preferito restare neutro, ma se tornassi indietro probabilmente voterei a favore”. L’importante è avere le idee chiare.