Ambiente | Passo Sella

Chiusura Passo Sella tra luci e ombre

La posizione del direttore del CTCU di Bolzano Andreaus e del fotografo specializzato nel settore turistico Sessa.

Sella
Foto: Passo Sella

“Il riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio naturale dell’umanità Unesco ha recato con sé benefici in termini economici e turistici, ma anche ha portato un notevole aumento di traffico, un inquinamento acustico ed ambientale notevole nonché una massiccia presenza di persone nelle zone montane”.

Lo afferma il direttore del Centro Tutela Consumatori Utenti Walther Andreaus che sottolinea la necessità di garantire la tutela sia della natura sia della qualità di vita della popolazione.

 

Siamo contenti della sperimentazione al passo Sella (chiusura ai veicoli a motore tutti i mercoledì nei mesi di giungo e luglio 2017 dalle 9 alle 16, ndr). Se gli esiti saranno positivi, sarà giusto applicare le chiusure anche altrove in modo massiccio ed aumentare quelle già esistenti. Si potrebbe anche pensare al numero chiuso per le automobili e per tutti gli altri mezzi poco sostenibili” – dichiara Andreaus che tuttavia esprime cautela: “Ora è prematuro fare valutazioni. Prima di decidere quali siano le azioni concrete da portare avanti in futuro, è prioritario studiare bene il fenomeno e raccogliere i dati”.

Per Andreaus sono necessari infine un piano di trasporto pubblico in grado di consentire all’utenza di usufruire della bellezza della montagna ad orari e prezzi accessibili e l’organizzazione dei flussi di persone in modo sicuro e non troppo impattante nonché un’opera di sensibilizzazione rivolta ai ciclisti, affinché questi ultimi tengano una condotta responsabile.

Contrario alla chiusura del passo Sella è invece l’autore e gestore di siti web sul turismo, fotografo di paesaggi e per strutture turistiche e responsabile di web marketing turistico per le aziende Anton Sessa che vive e lavora in val di Fassa e gira tantissimo per le montagne: “Chiudere il passo Sella non giova né all’ambiente né ai turisti e né agli albergatori”.

 

Sessa, che ci tiene a non essere etichettato come un anti-ambientalista, è anzi assai preoccupato per i cambiamenti climatici: egli ritiene tuttavia che l’iniziativa sia solo un palliativo e che si corra il rischio di produrre maggiore inquinamento sulle altre strade scelte dai turisti.

Quali le alternative? “Incentivare il turista a lasciare l’auto in albergo e fornirlo di un pass gratuito per le funivie” – dice il fotografo che propone la costruzione di una rete ferroviaria che colleghi la città in modo diretto con i passi montani e l’offerta di un servizio continuativo, anche nelle orari serali e notturni, di pullman e funivie: “In treno si devono fare diversi cambi prima di giungere ai passi desiderati. Le corse in pullman e in funivia sono poche e attive solo in determinati orari. L’automobile diventa così per molti l’unico strumento per fruire di determinati luoghi in libertà in tempi ragionevoli”.

Sul turismo il webmarkter afferma infine che sia una contraddizione fare di tutto per attrarre turisti nelle valli e poi chiudere i passi: “Non è giusto porre restrizioni al movimento delle persone. Poi si trasmette ai turisti un messaggio sbagliato, ossia che le Dolomiti siano troppo inquinate, non più come una volta. Piuttosto che chiudere i passi si devono studiare strategie intelligenti e costruttive, non sui tavoli della politica, bensì con la gente, gli albergatori e i turisti”.