Trump
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Economia | US Zölle

Tutti uniti contro Trump?

L'ultima giravolta del presidente USA sui dazi costringe l'Europa a cercare di stringere accordi commerciali con partner tradizionali e cercare nuove alleanze. E a consolidare un'unione che abbandonando freni alla crescita può rafforzare la propria posizione.
  • Secondo l’economista Paul Krugman, è impossibile capire la strategia alla base dell’ultima lettera di Donald Trump all’Europa, nella quale annunciava dazi al 30 percento sui prodotti europei dal 1 agosto, perché “non è una strategia: si tratta solo di pregiudizi di un uomo ignorante e di chi lo facilita.” Non c’è nulla che giustifichi questa ultima azione, dice Krugman, perché i dazi medi dell’Unione Europea sui prodotti non agricoli prodotti USA sono dell’1 percento, mentre quelli non agricoli del 3,9 percento. I prodotti USA hanno praticamente già libero accesso nell’Unione Europea - e l’UE non ha null’altro da concedere, conclude il premio Nobel. Così come non hanno senso le lettere simili spedite al Giappone o la Corea del Sud - che con gli Stati Uniti ha un accordo di libero scambio. E quindi, quale strategia serve per rispondere a una non strategia, che potrebbe inoltre cambiare da un momento all’altro? 

    “L'Europa dovrebbe fare quello che c'era scritto nel Rapporto Draghi”, dice Federico Boffa, professore di economia politica all’Università di Bolzano, riferendosi alle proposte presentate dell’ex Presidente del Consiglio alla Commissione europea quasi due anni fa per migliorare la competitività. “L’Unione europea deve assolutamente diventare più unita, quindi completare l'unione bancaria, ma anche - crucialmente - diventare molto più unita in settori come energia e infrastrutture.” L’UE ha problemi strutturali che da tempo frenano la crescita, in particolare nelle tecnologie avanzate. Il superamento di questi freni permetterebbe una risposta più forte da parte dell’Europa, l’unica che aiuterebbe anche a livello regionale. Per la nostra Provincia ad esempio gli Stati Uniti sono il terzo mercato estero per valore dopo Germania e Austria - per le imprese locali la diversificazione non sempre è possibile, nota Boffa, e comunque richiede tempo e investimenti. Una soluzione a livello europeo è assolutamente indispensabile.

     

    “Per la nostra Provincia ad esempio gli Stati Uniti sono il terzo mercato estero per valore dopo Germania e Austria”

  • Federico Boffa, professore di economia politica all’Università di Bolzano: "L’Unione europea deve assolutamente diventare più unita, quindi completare l'unione bancaria". Foto: (c) unibz
  • “Siamo in un mondo che è diventato chiaramente un mondo negoziale: per poter negoziare bisogna contare, e per contare bisogna essere grandi - e l’Europa nei numeri lo è,” ricorda il professore, ma non basta. Trattare con Trump si deve, anche se diventa sempre più faticoso capire come e con quali argomenti si possa trovare un’intesa - anche perché, ipotizza il professore, l’obiettivo di Trump è quello di raggiungere accordi sulle imprese digitali e, in particolare, sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, contrastata dalle grandi imprese del web americane. In ogni caso, dice il professore, "bisogna andare uniti e non in ordine sparso, altrimenti vale il vecchio divide di et impera.” Soprattutto, in modo intelligente, l’Europa deve proseguire accordi che con altri paesi e unioni commerciali, come ad esempi quella dei paesi sudamericani del Mercosur, con i quali l’UE ha già condotto i negoziati per un accordo che dovrebbe urgentemente arrivare ora alla conclusione. Accordi lungimiranti potrebbero permettere all’Europa di essere più presente in Africa e di consolidare i rapporti con tradizionali partner commerciali quali il Canada e l’Australia e riallacciare i rapporti con la Gran Bretagna. Occorre anche parlare con l’Asia oltre la Cina - ad esempio l’India, l’Indonesia, le Filippine.

    Visto che la non-strategia di Trump potrebbe inoltre cambiare repentinamente, come il presidente americano ha ampiamente dimostrato negli ultimi mesi, concentrarsi sullo sviluppo di accordi commerciali con partner affidabili che hanno tutto l’interesse a trovare un minimo di stabilità in un mondo impazzito potrebbe davvero essere la carta più importante da giocare. Tra gli analisti si sta facendo strada l’idea che continuare a reagire pacatamente al bullismo del presidente americano non sia più la strada giusta. “Siamo meno deboli di quanto pensiamo”, scriveva ieri sul Corriere della Sera Federico Fubini, notando come la somma del prodotto interno lordo dei principali paesi raggiunti dalle ultime lettere di Trump supera quello degli Stati Uniti, e suggerendo che questi paesi potrebbero avere un certo potere se decidessero di agire contemporaneamente. Certo, potrebbe essere un altro caso di Taco - Trump Always Chickens Out, Trump alla fine molla sempre - ma i danni provocati dall’incertezza e dal caos trumpiano all’ordine economico internazionale devono spingere l’Europa a una presa di coscienza e a un’azione di molto più forte di quanto fatto finora. Sperando che lo faccia insieme al resto del mondo.

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Josef Fulterer Mar, 07/15/2025 - 07:02

Die USA-TRU/AMPEL erreicht damit nur, dass "die Zölle (auch die Europäischen + Asiatischen) im un-ersättlichen Rachen der Staats-Haushalte verschwinden" + dort durch Incasso + "Ver"-Waltung, von 3 auf 1 abgewertet + für allerlei ... ...??? UNFUG verpulvert werden!

Mar, 07/15/2025 - 07:02 Collegamento permanente
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Francesco Palermo Mar, 07/15/2025 - 07:41

Non c'è razionalità economica, ma c'è un chiaro disegno politico: indebolire l'Unione europea. L'attacco al multilateralismo ha nell'istituzione multilaterale più forte di tutte (l'UE) il nemico principale, il pesce più grosso. I dazi (o la loro minaccia) sono una delle armi, Le altre sono il sostegno economico ed elettorale ai partiti sovranisti, la disinformazione, la spinta al riarmo dei singoli Paesi, l'altalenante sostegno a Putin (che è nemico geopolitico e militare ma alleato nel sabotaggio dell'Unione europea). Trump offre all'Europa un'occasione storica, quella di unirsi di più, anche sul piano fiscale, bancario, militare. Ma siccome le reazioni forti ci sono solo davanti a eventi forti, il modo migliore per evitarle è continuare con lo stillicidio graduale, con continue iniziative apparentemente piccole, fino a quando l'UE non sarà diventata irrilevante. Una specie di Mercosur o di Asean. E noi europei ci stiamo cascando alla grande...

Mar, 07/15/2025 - 07:41 Collegamento permanente
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Josef Ruffa Mar, 07/15/2025 - 12:33

Non solo Trump ci dice apertamente che siamo scrocconi e dei parassiti,
ma ci impone perfino di usare il 5% del PIL per riarmarci,
ci costringe ad acquistare le sue armi,
ci sbologna la guerra in Ucraina ed ora ci mette pure i dazi al 30%.
Quando ci serviranno le terre rare ... sarà il primo a vendercele.
Se poi un alleato (così dicono gli atlantisti, quelli buoni, i migliori) ci mett i dazi mentre il nemico (sempre così dicono gli atlantisti, quelli buoni, i migliori) ci venderebbe il gas e il petrolio a metà prezzo, qualcosa non torna.
Probabilmente tutta la classe politica europea (che abbiamo votato noi) è da TSO ... ma TSO urgentissimo.

Mar, 07/15/2025 - 12:33 Collegamento permanente
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Peter Gasser Mar, 07/15/2025 - 13:24

Oben steht... Zitat: “ci costringe ad acquistare le sue armi,
ci sbologna la guerra in Ucraina ed ora ci mette pure i dazi al 30%.

Also,

- Trump zwingt uns nicht, seine Waffen zu kaufen, wie auch? (das amerikanische Volk zahlt nur nicht mehr die Sicherheit Europas).

- Trump halst uns nicht den Angriffskrieg Russlands auf die Ukraine und hybrid gegen Westeuropa auf, wie auch? (es ist ein Krieg IN Europa und gegen uns).

- Und er legt nicht UNS Zölle von 30% auf, wie auch? (die Zölle fallen beim Import IN DEN USA an, werden also den amerikanischen Bürgern auferlegt).

Mar, 07/15/2025 - 13:24 Collegamento permanente